Concetti Chiave
- Il paesaggio nel romanzo è umanizzato, con luoghi che riflettono lo stato d'animo dei personaggi e le dinamiche di potere.
- L'ambiente naturale funge da correlativo delle emozioni, come la nostalgia e la paura, evidenziate in scene come "L'Addio monti".
- Lo spazio è dinamico e vissuto, con una struttura narrativa ad anello che inizia e termina nel borgo, simbolo di continuità e cambiamento.
- La natura è influenzata dal potere ma anche dalla fede, come dimostrato dalla trasformazione del paesaggio che circonda l'innominato dopo la sua conversione.
- Il disordine morale dei tempi è rappresentato dalla natura devastata, come la vigna di Renzo, un tempo emblema di operosità e ora simbolo di decadenza.
Indice
Il paesaggio umanizzato e moralizzato
Renzo attraversa lo spazio in cui il romanzo si ambienta: un paesaggio umanizzato e moralizzato, fatto di minacciosi castelli di casette sparse, di borghi e di città, di natura e di potere. Al villaggio con le case brulicanti di vita e di innocenza si contrappone il palazzotto di don Rodrigo, che sembra emblema del male: una straordinaria attenzione alla configurazione dei luoghi e alla descrizione del paesaggio, anche in chiave antropologica: esso rappresenta il commento alle vicende e lo specchio dello stato d'animo dei personaggi.
La natura come specchio dell'animo
Così, la natura diviene il correlativo della nostalgia, o della speranza, o della paura: si prenda L'Addio monti, a conclusione del capitolo VIII, in cui è narrata la straziante elegia del distacco di Lucia, o anche il cielo luminoso che accoglie Renzo dopo aver guadato l'Adda; e, per contro, lo scenario brullo e cupo su cui incombe il castello dell'innominato, introduzione alla comprensione della sua violenza, mentre il cielo che lo sovrasta pare fungere quasi da coscienza per il tiranno.
Lo spazio dinamico del romanzo
Quello descritto da Manzoni non è uno spazio statico, bensì dinamico: esso è vissuto e abitato, oltre che attraversato dai personaggi, come dimostra la struttura ad anello della fabula del romanzo, in cui la storia parte dal borgo, si snoda lungo una serie di direttrici spaziali che coinvolgono il ducato di Milano, e infine ritorna al borgo, dove le nozze vengono finalmente celebrate. E' uno spazio in divenire.
La natura e il potere
La natura, ad esempio, viene incrinata dal potere ma anche redenta dalla fede: all'innominato lo stesso paesaggio torvo che circonda il suo castello apparirà limpido dopo la notte della conversione, quando egli si affaccerà alla finestra; all'opposto, una natura sfigurata e sconciata si presenterà a Renzo allorchè, tornato dal suo paese, troverà la sua vigna, un tempo emblema dell'operosità razionale dell'uomo sulla natura, distrutta e infestata dalle erbacce, segno trasparente del disordine morale dei tempi e dell'irrazionale che irrompe nelle storia
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del paesaggio nel romanzo?
- Come viene utilizzata la natura per esprimere i sentimenti dei personaggi?
- In che modo lo spazio del romanzo è descritto come dinamico?
Il paesaggio nel romanzo è umanizzato e moralizzato, riflettendo lo stato d'animo dei personaggi e commentando le vicende, come il contrasto tra il villaggio innocente e il palazzotto di don Rodrigo, emblema del male.
La natura funge da specchio dell'animo, rappresentando nostalgia, speranza o paura, come nell'elegia del distacco di Lucia o nel cielo luminoso che accoglie Renzo, mentre il paesaggio cupo del castello dell'innominato riflette la sua violenza.
Lo spazio del romanzo è dinamico e vissuto, con una struttura ad anello che parte dal borgo, attraversa il ducato di Milano e ritorna al borgo, dove si celebrano le nozze, mostrando uno spazio in divenire.