Concetti Chiave
- Manzoni definisce l'opera romantica come un equilibrio tra il vero, l'utile e l'interessante, opponendosi a mitologie e mondi immaginari.
- Il vero è considerato il soggetto della poesia, rifiutando le forme e i contenuti artificiosi del passato, per rappresentare una realtà autentica e duratura.
- L'utile sottolinea la funzione educativa e morale della letteratura, con un impatto civile e politico, come visto nel movimento romantico lombardo.
- L'interessante richiede l'uso di un linguaggio accessibile e temi attuali, distanti dalla cultura elitaria della mitologia, per coinvolgere un vasto pubblico.
- Nei "Promessi Sposi", Manzoni applica i suoi ideali romantici, focalizzandosi sul vero storico e sviluppando una lingua italiana unificante e comprensibile.
Indice
Principi del Romanticismo di Manzoni
Possiamo trovare la spiegazione di ciò che Manzoni intende debba esserci in un'opera romantica: il vero, l'utile e l'interessante (o bello), nella Lettera al marchese Cesare d'Azeglio sul Romanticismo.
Fu scritta da Alessandro Manzoni in risposta a Cesare d'Azeglio che, pubblicando su una rivista torinese, aveva espresso perplessità circa la definizione di romantico usata da Manzoni per se stesso. Manzoni scrive cosi: "Il principio, mi sembra poter essere questo: che la poesia e la letteratura in genere debbano proporsi l'utile per iscopo, il vero per soggetto e l'interessante per mezzo". Il Vero, dunque, è l'unico soggetto della poesia: Manzoni dimostra che il "diletto" prodotto dalla bellezza non unita alla verità è passeggero e momentaneo, mentre l'unico diletto duraturo è quello prodotto dalla rappresentazione della verità. In queste affermazioni si riscontra la polemica verso la mitologia neoclassicista e il romanticismo nordico che sono lontani dalla realtà, perché descrivono mondi immaginari popolati da divinità pagane o mondi fatati abitati da creature spettrali.
In particolare:
- "l’utile per iscopo" indica l'ereditarietà dei romantici della concezione utilitaria ed educativa della letteratura, come già in uso ne "Il Caffè" con l'illuminismo; viene affidata alla letteratura la funzione di sollecitazione civile e politica e di educazione morale: il gruppo romantico lombardo ha avuto molta importanza nel Risorgimento;
- "il vero per soggetto": il concetto di vero è più un rifiuto dei contenuti e delle forme della letteratura del passato (sentita come artificiosa e vuota), è l'espressione di un bisogno e sarà compito della letteratura del futuro darle corpo nelle opere;
- "l’interessante per mezzo": se la letteratura vuole essere utile deve rivolgersi a molte persone e per fare questo non può affrontare argomenti come la mitologia, che fa parte del patrimonio culturale di un'élite molto ristretta di letterati (e qui si può vedere una seconda polemica verso la letteratura del passato), ma deve scrivere di argomenti più attuali che siano vivi nella coscienza contemporanea e vicini al quotidiano, e soprattutto utilizzare un linguaggio più accessibile.
L'utile nella letteratura romantica
Il vero come soggetto letterario
L'interessante come mezzo espressivo
Applicazione nei Promessi Sposi
Nei Promessi Sposi, Manzoni metterà in pratica i suoi ideali di opera romantica:
- Come “vero”, Manzoni intende “ciò che è stato”, come scrive nella prima lettera a Chaveut; giustifica la scelta della storia come argomento della letteratura romantica dicendo che essa è maestra di vita.
- Nella seconda lettera a Chaveut, specifica la differenza tra uno storico e un romanziere storico: il primo racconta i fatti avvenuti, mentre il secondo racconta i sentimenti e i pensieri di chi vive: tutto sempre per educare la moralità del pubblico coerentemente con la sua idea di letteratura utile.
- Per rendere la sua opera interessante, cerca di allontanarsi completamente dal passato, ad esempio dalle tragedie, dove veniva tutto enfatizzato per poter mettere in luce i caratteri dei personaggi e quindi non ci si atteneva più al vero, e dove venivano utilizzate le rigide regole di Aristotele, che limitano troppo le analisi dell’animo umano così come le vuole portare avanti Manzoni nella sua opera. Poi, vuole trovare una lingua che coinvolga, in quanto la lingua italiana è ormai una lingua morta, come scrive nella lettera al suo amico Faurel, e riuscirà a portare a compimento questo suo proposito nella seconda edizione dei Promessi Sposi. Molta differenza linguistica, infatti, corre tra l’edizione del ‘27 e quella del ‘40 (in una sua citazione, l’autore dice che in tredici anni ha lavato i panni in Arno); dopo la pubblicazione della prima edizione del romanzo, Manzoni frequenta il Gabinetto Vieusseux, dove è a contatto con intellettuali fiorentini legati al Romanticismo, che discutono di letteratura e leggono romanzi francesi e tedeschi. Qui riflette sulla lingua che ha usato fino ad ora e capisce che è troppo colta (l’italiano scritto derivato dalla tradizione); dopo molti studi sui dialetti italiani, capisce che tutti hanno un legame con il dialetto fiorentino e la sua scelta si dirige quindi verso quest’ultimo. Manzoni ha aiutato a risolvere i problemi di unità linguistica: la lingua da lui utilizzata è quella che sarà adatta alla comprensione e in cui gli italiani si identificheranno.
Differenze tra storico e romanziere
Innovazioni linguistiche di Manzoni
Domande da interrogazione
- Quali sono i principi fondamentali del Romanticismo secondo Manzoni?
- Come Manzoni applica i suoi ideali romantici nei "Promessi Sposi"?
- Qual è la differenza tra uno storico e un romanziere storico secondo Manzoni?
- Quali innovazioni linguistiche ha introdotto Manzoni?
- Perché Manzoni critica la mitologia neoclassicista e il romanticismo nordico?
Manzoni identifica tre principi fondamentali per un'opera romantica: l'utile come scopo, il vero come soggetto e l'interessante come mezzo espressivo.
Nei "Promessi Sposi", Manzoni applica i suoi ideali romantici scegliendo la storia come argomento, poiché la considera maestra di vita, e differenziando il ruolo del romanziere storico da quello dello storico.
Manzoni distingue tra uno storico, che racconta i fatti avvenuti, e un romanziere storico, che narra i sentimenti e i pensieri dei personaggi, sempre con l'obiettivo di educare moralmente il pubblico.
Manzoni ha cercato di allontanarsi dalle rigide regole del passato, come quelle di Aristotele, e ha lavorato per trovare una lingua più accessibile e coinvolgente, scegliendo infine il dialetto fiorentino per risolvere i problemi di unità linguistica.
Manzoni critica la mitologia neoclassicista e il romanticismo nordico perché li considera lontani dalla realtà, descrivendo mondi immaginari e irreali, mentre lui sostiene che la letteratura debba rappresentare la verità per avere un diletto duraturo.