Concetti Chiave
- Manzoni utilizza l'opera "Adelchi" per esprimere il desiderio di libertà degli italiani oppressi dagli austriaci, trasponendo la storia di Longobardi e Franchi alla realtà contemporanea.
- Ermengarda, figlia di Desiderio, è vittima dei giochi politici, costretta a sposare Carlo Magno per un'alleanza, ma poi ripudiata quando Carlo decide di attaccare i Longobardi.
- Adelchi, altro figlio di Desiderio, incarna l'eroe romantico con una lotta interiore, oppresso da un sistema di valori che non condivide e desideroso di nobili imprese.
- Ermengarda e Adelchi rappresentano figure tragiche, vittime di circostanze oltre il loro controllo, nonostante le loro nobili aspirazioni e sentimenti.
- Adelchi trova la pace solo nell'approssimarsi della morte, vedendola come una liberazione dalla necessità di partecipare all'oppressione.
Contesto storico dell'opera
L’opera fu scritta nel 1822, a seguito del fallimento dei moti insurrezionali. Difatti, solo in apparenza Manzoni si rivolge a Longobardi e Franchi: ciò che afferma deve essere trasposto alla realtà del tempo, in cui gli italiani erano oppressi dagli austriaci. Quindi, quando Manzoni dice ai Longobardi di prendere in mano il loro destino lo sta dicendo agli italiani.
Vittime dell'opera
Vi sono due vittime in quest’opera: Ermengarma e Adelchi, i figli di Desiderio perché pur essendo per stirpe appartenenti agli oppressori, sono delle vittime.
Difatti Ermengarda fu vittima dei giochi politici del padre e di Carlo Magno. Infatti nonostante Ermangarda amasse Carlo fu di fatto costretta a sposarlo per siglare il patto fra Franchi e Longobardi.Quando però Carlo decise di dichiarare guerra ai Longobardi, Ermengarda fu ripudiata.
Adelchi: l'eroe romantico
L’altra vittima è Adelchi che sentiva di essere destinato a nobile imprese, ma fu costretto a farsi carico della politica oppressiva del padre. In lui si può vedere la figura dell’eroe romantico. Non è però il classico eroe che si ribella con il mondo esteriore perché la lotta è una lotta interiore ed è dovuta al fatto che è una vittima di un sistema di valori a lui non adatti; difatti, fu felice solamente negli istanti prima di morire perché la morte lo avrebbe sottratto dalla necessità di essere un’oppressore