giuli3001
Erectus
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Concetti Chiave

  • Il poema "Il 5 maggio" di Alessandro Manzoni riflette sulla morte di Napoleone, evidenziando la sua grandezza e l'impatto sulla storia mondiale.
  • Il poeta descrive Napoleone come un uomo straordinario, con un destino unico, che ha lasciato un'impronta indelebile sulla Terra.
  • Manzoni si interroga sulla vera gloria di Napoleone, lasciando ai posteri il compito di giudicare il suo impatto storico.
  • Nella sua solitudine finale, Napoleone è visto come un simbolo di invidia, rispetto, odio e amore indomabile.
  • Il poema si conclude con un richiamo alla fede e alla consolazione divina, sottolineando la redenzione e la pace dopo una vita tumultuosa.

Ei fu. Siccome immobile,

dato il mortal sospiro,

stette la spoglia immemore

orba di tanto spiro,

così percossa, attonita

la terra al nunzio sta,

muta pensando all'ultima

ora dell'uom fatale;

né sa quando una simile

orma di pie' mortale

la sua cruenta polvere

a calpestar verrà.

Lui folgorante in solio

vide il mio genio e tacque;

quando, con vece assidua,

cadde, risorse e giacque,

di mille voci al sònito

mista la sua non ha:

vergin di servo encomio

e di codardo oltraggio,

sorge or commosso al sùbito

sparir di tanto raggio;

e scioglie all'urna un cantico

che forse non morrà.

Dall'Alpi alle Piramidi,

dal Manzanarre al Reno,

di quel securo il fulmine

tenea dietro al baleno;

scoppiò da Scilla al Tanai,

dall'uno all'altro mar.

Fu vera gloria? Ai posteri

l'ardua sentenza: nui

chiniam la fronte al Massimo

Fattor, che volle in lui

del creator suo spirito

più vasta orma stampar.

La procellosa e trepida

gioia d'un gran disegno,

l'ansia d'un cor che indocile

serve, pensando al regno;

e il giunge, e tiene un premio

ch'era follia sperar;

tutto ei provò: la gloria

maggior dopo il periglio,

la fuga e la vittoria,

la reggia e il tristo esiglio;

due volte nella polvere,

due volte sull'altar.

Ei si nomò: due secoli,

l'un contro l'altro armato,

sommessi a lui si volsero,

come aspettando il fato;

ei fe' silenzio, ed arbitro

s'assise in mezzo a lor.

E sparve, e i dì nell'ozio

chiuse in sì breve sponda,

segno d'immensa invidia

e di pietà profonda,

d'inestinguibil odio

e d'indomato amor.

Come sul capo al naufrago

l'onda s'avvolve e pesa,

l'onda su cui del misero,

alta pur dianzi e tesa,

scorrea la vista a scernere

prode remote invan;

tal su quell'alma il cumulo

delle memorie scese.

Oh quante volte ai posteri

narrar se stesso imprese,

e sull'eterne pagine

cadde la stanca man!

Oh quante volte, al tacito

morir d'un giorno inerte,

chinati i rai fulminei,

le braccia al sen conserte,

stette, e dei dì che furono

l'assalse il sovvenir!

E ripensò le mobili

tende, e i percossi valli,

e il lampo de' manipoli,

e l'onda dei cavalli,

e il concitato imperio

e il celere ubbidir.

Ahi! forse a tanto strazio

cadde lo spirto anelo,

e disperò; ma valida

venne una man dal cielo,

e in più spirabil aere

pietosa il trasportò;

e l'avviò, pei floridi

sentier della speranza,

ai campi eterni, al premio

che i desideri avanza,

dov'è silenzio e tenebre

la gloria che passò.

Bella Immortal! benefica

Fede ai trionfi avvezza!

Scrivi ancor questo, allegrati;

ché più superba altezza

al disonor del Gòlgota

giammai non si chinò.

Tu dalle stanche ceneri

sperdi ogni ria parola:

il Dio che atterra e suscita,

che affanna e che consola,

sulla deserta coltrice

accanto a lui posò.

Indice

  1. La morte di Napoleone
  2. Il genio poetico e la gloria
  3. L'eredità di Napoleone
  4. Il destino e la memoria
  5. La fede e il conforto divino

La morte di Napoleone

Egli (Napoleone) è morto.

Ora giace immobile dopo aver esalato l’ultimo respiro, il suo corpo è senza più ricordi, senza anima: tutta la Terra è attonita da questa notizia. Tutti restano zitti pensando alle ultime ore di quest’uomo inviato dal destino, e nessuno sa dire quando un uomo simile a lui ritornerà sulla Terra.

Il genio poetico e la gloria

Io, in quanto poeta, ho visto Napoleone vincere, sul trono, ma non ho detto nulla. E ho visto anche il momento in cui, rapidamente, fu sconfitto, vinse e cadde ancora, ma la mia poesia non si è mai vista a differenza delle altre voci adulanti; adesso il mio genio poetico vuole parlare della morte di una figura simile, e offre una poesia che resterà eterna. Dall’Italia all’Egitto, dalla Spagna alla Germania le azioni rapide di quest’uomo andavano dalla Sicilia fino al Don, dal Mediterraneo all’Atlantico.

L'eredità di Napoleone

La sua fu vera gloria? La difficile risposta spetta ai posteri: noi ci inchiniamo di fronte a Dio che volle fare di Napoleone un simbolo della sua grandezza. Egli provò tutto: gloria dopo il pericolo, fuga e vittoria, potere ed esilio, due volte è stato sconfitto, due volte è stato il vincitore.

Il destino e la memoria

Egli stesso si annunciò: due secoli diversi ammirarono le sue opere, come se lui avesse dovuto definire il destino, ma impose il silenzio e si sedette tra loro come un arbitro. Scomparve e finì nell’ozio la sua vita, prigioniero in una piccola isola, bersaglio d’invidia e rispetto, di odio e di grande passione. Come sulla testa del naufrago si avvolge l’onda su cui prima il suo sguardo cercava le rive lontane che non raggiungerà, così sulla sua anima si abbattono i ricordi. Oh quante volte provò a narrare ai posteri tutte le sue opere, ma la sua mano stanca si posava sempre sulla pagina! Quante volte, alla fine di un giorno “inutile” ha abbassato lo sguardo pensando ai giorni passati. Ripensò agli accampamenti, le trincee, le armi, la cavalleria, gli ordini dati rapidamente e la loro esecuzione.

La fede e il conforto divino

Forse tanto dolore crollò e il suo spiritò si disperò, ma in quel momento arrivò l’aiuto di Dio, che lo condusse a una realtà più serena. E lo guidò verso i sentieri della speranza, verso i campi eterni, la beatitudine eterna, andò dove la gloria eterna non valeva niente. La fede bella, immortale, abituata ai trionfi. Ma nessuno così illustre si prostrò di fronte a Cristo e alla sua religione. Tu, fede, allontana dalle ceneri di quest’uomo ogni parola maligna: il Dio che atterra e rialza, che affanna e consola, si è posto lì accanto a lui, per consolarlo nel momento della sua morte, poiché egli non ha più nessuno accanto a se.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del testo?
  2. Il testo riflette sulla morte di Napoleone, la sua eredità, e il significato della sua gloria, ponendo domande sul suo impatto storico e il suo destino.

  3. Come viene descritto Napoleone nel testo?
  4. Napoleone è descritto come un uomo di grandezza e gloria, che ha vissuto vittorie e sconfitte, ed è stato un simbolo del potere divino, ma alla fine è stato soggetto all'invidia e alla solitudine.

  5. Qual è il ruolo del poeta nel testo?
  6. Il poeta osserva e riflette sulla vita di Napoleone, scegliendo di non lodarlo servilmente, ma di offrire una poesia eterna che commemora la sua morte e il suo impatto.

  7. Cosa rappresenta la fede nel contesto del testo?
  8. La fede è vista come un conforto divino che accompagna Napoleone nella morte, allontanando le parole maligne e offrendo speranza e consolazione.

  9. Qual è il messaggio finale del testo riguardo alla gloria e al destino?
  10. Il testo suggerisce che la vera gloria e il destino di Napoleone saranno giudicati dai posteri, mentre la fede e il conforto divino offrono un rifugio eterno oltre la gloria terrena.

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