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Concetti Chiave

  • Il romanzo "La Colonna infame" di Manzoni si basa su eventi storici narrati da Giuseppe Ripamonti e Pietro Verri, riguardanti le conseguenze della processione con le reliquie di San Carlo.
  • Manzoni racconta la storia di Guglielmo Piazza, accusato ingiustamente di aver diffuso una sostanza sospetta sui muri di Milano, e del barbiere Giangiacomo Mora, entrambi sottoposti a tortura e condannati a morte.
  • La "colonna infame" fu eretta come monito per chiunque si comportasse come Piazza e Mora, rappresentando un simbolo di ingiustizia e superstizione sociale.
  • Pietro Verri criticò la crudeltà dei magistrati, evidenziando come le accuse fossero basate su supposizioni infondate e su una forte suggestione popolare.
  • Nei "Promessi Sposi", Manzoni evita di trattare questa vicenda, concentrandosi invece sulla diffusione della peste e le condizioni del lazzaretto, introducendo il personaggio di fra Cristoforo.

Indice

  1. Manzoni e la Storia della Colonna Infame
  2. Il Caso di Guglielmo Piazza
  3. La Condanna e la Colonna Infame
  4. Critica di Pietro Verri
  5. La Peste nei Promessi Sposi

Manzoni e la Storia della Colonna Infame

In questo romanzo Manzoni nel 1843 basandosi sulla ricostruzione storica di Giuseppe Ripamonti e su un’altra opera di Pietro Verri che si intitola “osservazioni sulla tortura”, raccontò quello che accadde dopo la processione durante la quale vennero esposte le reliquie di san Carlo.

Manzoni nei promessi sposi parlò del lazzaretto invece nel romanzo “storia della colonna infame” continuò a parlare degli untori.

Il Caso di Guglielmo Piazza

Raccontò infatti di un commissario di sanità, che si chiamava Guglielmo Piazza, il quale di giorno passeggiava nelle vie di Milano vicino ai muri (dal momento che pioveva).

Due donne lo videro e sostennero che egli aveva sparso una sostanza giallognola sui muri delle case. Pertanto il commissario venne catturato, imprigionato e torturato affinché confessasse il misfatto.

La Condanna e la Colonna Infame

Ad un certo punto gli promisero che se avesse confessato sarebbe stato liberato. Quest’ultimo infatti confessò che quella sostanza gliela aveva data un barbiere di nome Giangiacomo Mora. Entrambi vennero processati e condannati alla pena capitale, inoltre le loro case vennero completamente distrutte e al loro posto venne innalzata la cosiddetta “colonna infame” che avrebbe avuto la funzione di indicare che se qualche individuo si fosse comportato come Guglielmo Piazza e Giangiacomo Mora, avrebbe fatto la stessa fine.

Critica di Pietro Verri

Pietro Verri, fratello di Alessandro verri, probabile padre naturale di Manzoni, trattò di questi avvenimenti per dimostrare quanto fossero stati crudeli i magistrati che avevano fatto torturare e uccidere due poveri disgraziati senza verificare se i fatti si fossero svolti proprio in quel modo che era stato narrato dalle due donne. Inoltre Verri e Manzoni volevano far comprendere quanto fosse forte la suggestione diffusasi tra il popolo e di conseguenza quanto le donne avessero parlato basandosi sulle loro supposizioni senza avere delle prove certe.

La Peste nei Promessi Sposi

Nei promessi sposi Manzoni non tratta di questa vicenda perché vuol sottolineare soprattutto che dopo la processione la peste si era diffusa ulteriormente e che le condizioni del lazzaretto erano peggiorate richiedendo in tal modo l’aiuto dei frati cappuccini e in particolare di fra Cristoforo, personaggio che permette all'autore di continuare la narrazione del romanzo attraverso il futuro incontro tra Renzo e Lucia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della "Storia della Colonna Infame" di Manzoni?
  2. Il tema principale è la ricostruzione storica di un caso di ingiustizia legato agli untori durante la peste a Milano, basato su opere di Giuseppe Ripamonti e Pietro Verri.

  3. Chi era Guglielmo Piazza e quale fu la sua sorte?
  4. Guglielmo Piazza era un commissario di sanità accusato ingiustamente di aver sparso una sostanza sospetta sui muri di Milano, torturato e condannato a morte insieme a Giangiacomo Mora.

  5. Qual era l'intento di Pietro Verri nel criticare il processo contro Piazza e Mora?
  6. Pietro Verri voleva dimostrare la crudeltà dei magistrati e l'infondatezza delle accuse basate su supposizioni, evidenziando la suggestione popolare e la mancanza di prove concrete.

Domande e risposte

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