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Concetti Chiave

  • La Locandiera, scritta da Carlo Goldoni nel 1753, è una commedia in tre atti incentrata sulla figura di Mirandolina, una locandiera astuta e affascinante di Firenze.
  • Mirandolina utilizza il suo fascino per giocare con i suoi corteggiatori, tra cui il Marchese di Forlipopoli, il Conte d'Albafiorita e il Cavaliere di Ripafratta, dimostrando la sua indipendenza e abilità nella gestione della locanda.
  • Il Cavaliere di Ripafratta, inizialmente ostile alle donne, finisce per innamorarsi di Mirandolina, che lo manipola per dimostrare la sua superiorità senza mai cedere realmente ai suoi sentimenti.
  • La commedia esplora temi come la futilità dell'amore materiale e la capacità delle donne di utilizzare l'inganno e la seduzione per raggiungere i propri fini, riflettendo su stereotipi di genere dell'epoca.
  • Alla fine, Mirandolina decide di sposare Fabrizio, il suo cameriere, rispettando la volontà del defunto padre e mantenendo la sua libertà e la proprietà della locanda.

La locandiera è una commedia del commediografo e intellettuale Carlo Goldoni. L'opera è una commedia che è divisa in tre atti e che è stata scritta nel 1753. La trama della commedia è la seguente: la protagonista della vicenda è Mirandolina, una bella giovane, molto furba e di bell'aspetto che dirige e possiede una locanda nella città di Firenze i incentra sulle vicende di Mirandolina, un'attraente e astuta giovane donna che possiede a Firenze una locanda che ha ereditato da suo padre.

la locanda viene amministrata dalla donna con il cameriere Fabrizio.

Indice

  1. La locandiera di Goldoni
  2. La locandiera, riassunto
  3. La locandiera, sintesi
  4. La locandiera, personaggi e trama
  5. La locandiera, scheda del libro
  6. La locandiera, recensione
  7. La locandiera, commento
  8. Vita e La locandiera di Goldoni
  9. La locandiera, analisi

La locandiera di Goldoni

Storia: La vicenda ruota intorno a Mirandolina, proprietaria di una locanda dove alloggiano due avvenenti signori, il Marchese di Forlipoli e il Conte d’Albafiorita, entrambi innamorati di lei. La locandiera di GoldoniUn giorno arriva il Cavaliere di Ripafatta che si dichiara ostile alle donne, sfidando in questo modo Mirandolina che, nel giro di pochi giorni riesce a farlo innamorare di sé. Così i giorni passano e Mirandolina si diverte prendendosi gioco dei suoi pretendenti. I tre si differenziano non solo nel “tipo” di nobiltà (di sangue o acquisita), ma anche nel modo in cui cercano di conquistare Mirandolina: chi con dei regali, il Conte, chi con il prestigio del proprio casato, il Marchese, chi con la protezione, il Cavaliere. In seguito, alla piccola locanda, giungono anche due attrici di teatro, Ortensia e Dejanira, che decidono di fingersi nobildonne per ricevere, in questo modo, un trattamento di prestigio. Ma mentre Mirandolina scopre il loro trucco, la locandiera riesce benissimo a recitare, pur non essendo attrice, e a non farsi smascherare da nessuno. Le due cercano di ottenere favori dal Cavaliere, il quale, sentendosi oppresso dal fascino di Mirandolina, pur di non cedere, decide di partire. Ma, Mirandolina, è decisa a conquistarlo e così architetta uno stratagemma per riuscire nel suo intento. Decide infatti di fingere uno svenimento, a quel punto il Cavaliere si rende conto dell’amore che prova nei suoi confronti e le porge in dono una boccetta preziosa. Mirandolina, però, la rifiuta criticando i suoi modi contradditori nei confronti del gentil-sesso. Dopo varie discussioni, la furba locandiera, riesce a far ammettere al Cavaliere che la sua ostilità nei confronti delle donne si è tramutata in stima dopo il loro incontro. Il Conte e il Marchese scoprono finalmente di essere stati presi in giro da Mirandolina e decidono di partire offesi per il suo comportamento. Prima di partire però discutono animatamente con il Cavaliere e Mirandolina usa l’annuncio delle sue imminenti nozze con Fabrizio per placare gli animi. Ella, infatti, decide di sottostare ai suoi doveri di donna e figlia, accettando l’imposizione fattale dal padre: ossia di sposare il giovane cameriere Fabrizio, umilmente al suo servizio.

Riassunto de La Locandiera di Carlo Goldoni: Nel testo de La locandiera, Goldoni racconta la storia della furba locandiera Mirandolina che, grazie al suo fascino, riesce a prendersi gioco di parecchi uomini. Nel corso dei fatti incontra anche Ortensia e Dejanira che si fingono nobildonne e cercano di ottenere favori dagli ospiti di Mirandolina senza riuscirci, invece lei, come un’attrice nata, riesce a farli innamorare tutti quanti di se, gioca con loro e li prende in giro senza che loro se ne accorgano. Ma nel finale vediamo che rinuncia a questo suo potere per mantenere fede alla promessa fatta al padre. Deciderà, infatti, di sposare l’umile Fabrizio, lasciando gli altri pretendenti a mani vuote.

Struttura: Presenta una finzione all’interno della più grande finzione teatrale che viene svelata solo alla fine con lo scopo di screditare la commedia che si basava sulla finzione. Viene molto utilizzato lo scontro tra personaggi completamente diversi. Il finale può sembrare inaspettato.

Colpi di scena: Il colpo di scena principale è senza dubbio il finale. Tra gli altri piccoli sconvolgimenti abbiamo quando Mirandolina scopre il trucco delle due attrici.

Personaggi de La locandiera: Mirandolina: È la protagonista della vicenda. Ha ereditato dal padre una locanda a Firenze, con la promessa che avrebbe sposato il cameriere Fabrizio. È una donna molto furba e corteggiata. Definita lusinghiera e pericolosa. Si diverte a mettere alla prova le proprie capacità seduttive e per questo decide di far cadere ai suoi piedi l’ostile Cavaliere. Riesce sempre a raggiungere il suo scopo e far piegare gli altri davanti a lei. L’unico segno di debolezza, se vogliamo, lo notiamo nei confronti del padre, infatti mantiene la promessa contro i suoi interessi personali.

Il Cavaliere: Nobiluomo. Da sempre disdegna le donne, è deciso a godersi da solo il suo denaro senza pensare ad un possibile erede. Anche se sembra ferreo nei suoi principi alla fine Mirandolina riuscirà a farlo impazzire d’amore.
Il Marchese
Nobile ma senza denaro. Cerca di attirare l’attenzione di Mirandolina con dei doni che però non potevano competere per valore.

Il Conte: È un uomo molto ricco e cerca di conquistare Mirandolina con gioielli. Discute spesso con il Marchese in quanto i due sono rivali in amore.

Fabrizio: Lavora da tempo al servizio della locandiera Mirandolina di cui è perdutamente innamorato. È colui che è stato designato come futuro sposo dal padre di lei. Sopporta i vari corteggiatori benché ne sia molto geloso. Nel finale vediamo che sarà lui il più fortunato. Non viene mai descritto benissimo.
Ortensia e Dejanira
Sono due commedianti che giocano a fare le dame per avere un trattamento di tutto rispetto. Attrici di attrici: una commedia dentro una commedia. Cercano inutilmente di conquistare il Cavaliere. Il loro gioco viene smascherato all’arrivo dei mariti.

Monologo\dialogo: Essendo un testo teatrale non c’è voce narrante ma solo un’alternanza di battute.

Linguaggio: Non è molto moderno ma comunque comprensibile. È scritta completamente in lingua italiana con frequenti toscanismi. La lingua non è difficile, sempre piana e colloquiale. Molto curata visto che tutto ruota intorno alla seduzione di Mirandolina, che spesso attua con strumenti essenzialmente verbali.

Tempi\luoghi: La città in qui siamo è Firenze. Tutto si svolge all’interno della locanda di Mirandolina, anche se ci sono cenni, anche precisi, al mondo esterno. La storia è contemporanea, quindi datata intorno al 750. Il tutto dura un paio di giorni.

Comicità: La comicità è data senz’altro dai modi con cui Mirandolina si prende gioco dei suoi pretendenti.

per ulteriori approfondimento su La locandiera vedi anche qua

La locandiera, riassunto

L'opera del Goldoni ha come protagonista Mirandolina, padrona della locanda in cui si svolgono i fatti. Abilmente, riesce a sfruttare il marchese di Forlimpopoli e il conte Albafiorita per tenerli in locanda e ricavarne un guadagno. Mirandolina è una donna molto accorta, attenta ai suoi interessi, abile ed energica nella conduzione del suo lavoro nonché molto astuta in quanto usa modi dolci e garbati con i nobili non promettendo loro mai nulla di certo, in tal modo riesce a trattenerli nella sua locanda, dove consumano e passano maggior parte del loro tempo, ricavandone così un facile guadagno. Mirandolina inoltre è molto orgogliosa. Infatti in seguito ad una scommessa fatta con se stessa ridicolizza e allude il cavaliere di Ripafratta per poi respingerlo crudelmente.
Dunque la figura della locandiera rimanda al tipo borghese, del "mercante" e occupa un posto importante nelle commedie di Goldoni. Al fianco di Mirandolina vi è il cameriere Fabrizio. Anch'egli è un corteggiatore della donna ma allo stesso tempo mira nel matrimonio per poter passare da servitore a padrone di locanda.
Per quanto riguarda il lessico, la locandiera utilizza l'italiano comune e il veneziano, i nobili invece l'italiano colto. Trattandosi di un opera teatrale, si riscontra la presenza del dialogo in gran parte delle scene, ma in alcune di esse è presente anche il monologo, in cui il conte o Mirandolina riflettono sulla situazione

La locandiera, sintesi

Trama: In una locanda, tutti i clienti si innamorano della proprietaria, Mirandolina, che accetta ogni beneficio dei corteggiamenti, ma non cede mai all’amore di uno degli spasimanti, tra i quali i più insistenti sono il Marchese di Forlipopoli e il Conte d’Albafiorita. La situazione viene stravolta dall’arrivo del Cavaliere di Ripafratta, apparentemente insensibile di fronte a Mirandolina e alle donne in generale, che considera invece immorali e bugiarde. Mirandolina, indispettita da queste considerazioni, tenta di farlo innamorare ed ha successo, ma appena il Cavaliere rende pubblico il suo desiderio, Mirandolina si tira indietro e sposa il cameriere della locanda, Fabrizio, l’uomo a cui è più legata e che può prometterle un più conveniente futuro.

Personaggi:

  1. Mirandolina: la Locandiera; una donna non eccessivamente bella, ma capace di far innamorare qualsiasi uomo. Approfittatrice, distaccata ed orgogliosa di sé, è la causa della metamorfosi del Cavaliere di Ripafratta: essendo abituata alle adulazioni dei clienti della locanda, è indispettita dall’indifferenza del Cavaliere. Scommette con se stessa di riuscire a farlo “cadere” e ci riesce. È quindi una donna molto determinata ed indipendente. Infine, capiamo che è più interessata al suo stato sociale e alla sua sicurezza economica, rispetto alla sua felicità in fatto d’amore.
  2. Marchese di Forlipopoli: un uomo tirchio, approfittatore, parassita, ma disposto a “spendere” per Mirandolina. È infatti una “vittima dell’amore”. È molto convinto di se stesso, ma teme il suo rivale, il Conte. A differenza di quest’ultimo, che offre a Mirandolina doni costosi, il Marchese le offre ripetutamente la sua protezione.
  3. Conte d’Albafiorita: simile al Marchese in fatto di amore e autoconvinzione, ma il suo opposto in fatto di denaro: è infatti un uomo generoso, o meglio, incurante nell’elargizione di denaro poiché molto ricco. Come il Marchese, basa il corteggiamento e l’amore sui doni materiali.
  4. Cavaliere di Ripafratta: una sorta di protagonista, poiché soggetto di una grandissima trasformazione da uomo indipendente e distante dall’amore, che odia il genere femminile in generale, ad innamorato pazzo, totalmente fuori di sé e devoto alla Locandiera. È un personaggio, come Mirandolina, molto riflessivo: spesso cerca di autoconvincersi di non essere caduto nel “laccio” dell’amore, ma poi ammette il fatto a se stesso e si abbandona alla passione, convinto che Mirandolina sia diversa, sincera, onesta. Alla fine si potrebbe dire che torna allo stato iniziale, in quanto ormai consapevole di essere stato ingannato.
  5. Fabrizio: futuro sposo di Mirandolina; non troppo approfondito; anch’egli innamorato di lei, ma piuttosto schivo e riservato, forse perché di stato sociale inferiore rispetto ai suoi rivali in amore.
  6. Ortensia: una comica, personaggio secondario ma comunque importante, poiché contribuisce a delineare il personaggio femminile stereotipato nella commedia (parassitismo, inganno, derisione, ridicolaggine…).
  7. Dejanira: la compagna di Ortensia, molto più ingenua di lei, molto più leggera e superficiale, ma con la stessa indole di fondo.

Messaggio: Tutta la commedia è incentrata sulla futilità dell’amore materiale, l’unica forma concepita dai personaggi stravaganti della Locandiera. Inoltre, questa commedia mostra una dimensione di stereotipi (di fatto non lontana dalla nostra), specialmente nei confronti del genere femminile, qui inconsistente e caratterizzato solo da avidità, inganno ed interesse personale. Goldoni introduce il tema della discriminazione sessuale, ridicolizzando, tuttavia, entrambi i sessi: quello femminile per la falsità ed inconsistenza; quello maschile per l’ingenuità ed il servilismo. La donna resta comunque in una posizione peggiore: l’autore sembra quasi avvertire l’uomo di prestare attenzione ai comportamenti svenevoli della donna, poiché possono nascondere interessi pratici.

Autore: Carlo Osvaldo Goldoni drammaturgo, scrittore, librettista e avvocato italiano, nasce a Venezia il 25 febbraio 1707 da una famiglia borghese. Il padre studia medicina a Roma e lavora come farmacista a Perugia, dove il resto della famiglia lo raggiunge in poco tempo. Goldoni si formò privatamente e con i gesuiti, dopodiché da Rimini fugge a Chioggia, seguendo una compagnia di comici. Nel 1721 torna a Venezia con la madre, dove fece esperienza come legale. Dopo essere espulso dal collegio Ghislieri di Pavia, ha inizio un periodo di avventure, finché torna a studiare a Modena. La passione per il teatro caratterizza già la sua esistenza e non lo abbandonerà più. Con la morte del padre nel 1731, Goldoni deve badare alla famiglia e torna a Venezia. Completa gli studi a Padova ed intraprende la carriera di avvocato. Qualche anno più tardi conosce Nicoletta Conio, la sposa e torna con lei a Venezia. Costretto a fuggire a causa dei debiti, continua a lavorare nel teatro durante la guerra di successione austriaca. Nel 1748 torna a Venezia e fino al 1753 scrive commedie per la compagnia Medebac, commedie nelle quali inizia una “riforma” del teatro. Invitato a Parigi per occuparsi della Comédie Italienne, vi giunge nel 1762 e aderisce subito alla politica francese, dovendo anche affrontare varie difficoltà a causa dello scarso spazio concesso alla Commedia Italiana e per le richieste del pubblico francese, che identificava il teatro italiano con quella commedia dell'arte da cui Goldoni si era tanto allontanato. Goldoni riprende una battaglia di riforma: la sua produzione presenta testi destinati alle scene parigine e a quelle veneziane. Goldoni ha il merito di aver insegnato l'italiano alla famiglia reale, alle figlie del re di Francia Luigi XV a Versailles e nel 1769 ebbe una pensione di corte. Tra il 1784 e il 1787 scrisse in francese la sua autobiografia, Mémoires. La rivoluzione francese sconvolse la sua vita e, con la soppressione delle pensioni, in quanto concesse dal re, morì nella miseria il 6 febbraio 1793, a Parigi.

per ulteriori approfondimenti sulla Locandiera di Goldoni vedi anche qua

La locandiera, personaggi e trama

La Locandiera è una commedia di carattere, cioè una commedia in cui la scena è dominata dal carattere dei personaggi.

Personaggi:
Mirandolina:la protagonista. Possiede una locanda. E' una donna intrapendente, intelligente, indipendente, astuta.
Fabrizio: un cameriere della locanda, promesso in sposo a Mirandolina, dal padre.
Marchese di Forlipopoli:è avaro e si vanta del suo titolo nobiliare ereditario. Rappresenta la vecchia nobiltà.
Conte d'Albafiorita:ha acquisito il titolo nobiliare acquistando dei feudi. E' un arricchito che pensa che il denaro possa comprare tutto, anche l'amore di Mirandolina, per questo motivo lo dissipa.
Cavaliere di Ripafratta:un misogino, odia le donne e non vuole averci niente a che fare perché sostiene che siano una malattia insopportabile. Egli ha paura di conoscerle, e preferisce passare il tempo da solo o con gli amici.

Trama: Mirandolina è la proprietaria di una locanda, frequentata dal conte d'Albafiorita e dal marchese di Forlipopoli. Entrambi cercano di conquistare la bella donna, la quale però è stata promessa in sposa dal padre a un cameriere, Fabrizio. Quando giunge alla locanda il cavaliere di Ripafratta, misogino, tratta Mirandolina in modo freddo e scostante. Mirandolina non riesce a sopportare il fatto di non essere desiderata dal cavaliere, allora si mette in testa di farlo innamorare, sfoderando le sue armi migliori: prima l'indifferenza, poi il buon cibo fino a realizzare la sua conquista. Ma quando finalmente il cavaliere si innamora di Mirandolina, questa decide di sposare Fabrizio.

Significato: Mirandolina è una donna forte, indipendente, amante della libertà. Una volta riuscita a realizzare l'obiettivo di conquistare il cavaliere, semplicemente perché non accettava che ci fosse un uomo che non la desiderasse, lei sposa Fabrizio, un cameriere. Mirandolina ama la sua libertà e non vuole perderla. La protagonista sa che, sposando il cavaliere, avrebbe dovuto rinunciare alla sua locanda, alla sua indipendenza economica. Per questo sposa Fabrizio, in modo tale da poter tenere la sua locanda e con essa la sua libertà e la sua indipendenza. Forse in fondo il cavaliere non sbagliava poi del tutto, nel non volere avere nulla a che fare con le donne.

La locandiera, scheda del libro

Titolo: La locandiera
Autore: L’autore de La locandiera è Carlo Goldoni, un commediografo nato a Venezia nel 1707. Fin da giovane Goldoni sviluppò una grande passione per il teatro che lo portò poi in età più matura a siglare un contratto quadriennale che lo legò al teatro Sant’Angelo di Venezia. Fu in questo periodo che compose La locandiera, nel 1753. Dopo alcuni anni di successo fu continuamente bersagliato da pesanti critiche, in quanto Goldoni voleva riformare la commedia classica italiana rendendola più reale eliminando i classici personaggi comici seicenteschi. Così si trasferì a Parigi, dove però lo attendevano nuove delusioni, e morì povero nel 1793. L’epoca in cui visse Carlo Goldoni, il 1700, fu il secolo dell’illuminismo in cui venne considerato esclusivamente il reale senza alcun accenno alla religione. La nobiltà decade e perde importanza, mentre diventa fondamentale il potere economico, incrementando così il potere del ceto della borghesia. Infatti la commedia di Goldoni rispecchia i valori dell’illuminismo e si riferisce al mondo della borghesia, che costituiva il pubblico delle sue commedie.
Città e anno di pubblicazione: L’anno di pubblicazione della commedia è il 1753 e venne rappresentata per la prima volta nel teatro Sant’Angelo di Venezia.
Genere del libro: La Locandiera è un’opera teatrale settecentesca scritta in prosa.
Personaggi: Nell’opera sono presenti vari personaggi di diverso ceto che rappresentano la vita del Settecento. Tutti hanno un ruolo primario nello svolgimento delle vicende.
Mirandolina: è la protagonista dell’opera. Mirandolina è una donna emancipata e indipendente, una locandiera maliziosa che accetta la corte dei suoi clienti ma che non ricambia col suo amore. Viene descritta dai suoi spasimanti come una donna incantevole, che strega, molto bella e di buon gusto, una dama adorabile. Essa si diletta a strapazzare gli uomini tenendoli in proprio potere e usandoli in qualsiasi modo desidera. Il suo trionfo sul cavaliere di Ripafratta che disprezza le donne è solo apparente: infatti la locandiera avrà bisogno della protezione di Fabrizio per sfuggire alle minacce del cavaliere. Non stima molto la ricchezza perché preferisce dilettarsi usando i propri spasimanti e ama la sua libertà.
Cavaliere di Ripafratta: si vanta di non aver mai provato amore per una donna, le disprezza, è un uomo rustico e inizialmente si dimostra indifferente alle cure prestate da Mirandolina, ma alla fine viene facilmente vinto dalla locandiera perché catturato dalla sua sincerità. Si vergogna dei suoi sentimenti di fronte ai conoscenti e alla fine ammette che per vincere le donne non basta disprezzarle, ma fuggirle.
Fabrizio: è il cameriere di Mirandolina e il suo futuro marito, di cui la locandiera fa quello che vuole e ne viene sottomesso. Nonostante la sua perplessità di fronte al comportamento di Mirandolina, che accetta la corte dei suoi clienti e si diletta ad innamorare gli uomini, si fa presto convincere a sposarla con poche parole.
Marchese di Forlipopoli: rappresenta il nobile decaduto che continua a fare affidamento sul suo titolo nobiliare, mentre quello che conta è il denaro. In mancanza di soldi, offre a Mirandolina la sua protezione che lei non accetta. E’ un uomo superbo e avaro, poiché è privo di denaro.
Conte di Alafiorita: è un membro della nobiltà ricca, che ammette di aver ottenuto il titolo nobiliare grazie alla sua ingente ricchezza. E’ una persona presuntuosa che ritiene il denaro più importante della protezione offerta dal marchese.
Ortensia e Dejanira: sono due comiche che fingono di essere dame in mancanza dei loro mariti per divertirsi. Anche loro rappresentano la donna a cui piace strapazzare e usare come desidera gli uomini che si innamorano di lei.
Servitore del Conte e servitore del Cavaliere: sono due figure che servono per il proseguimento della vicenda e che fanno da sfondo per la vita all’interno della locanda.
Ambiente: la commedia è ambientata in una locanda di Firenze, nelle varie stanze dell’edificio. Nel componimento teatrale sono presenti esclusivamente ambienti interni che non vengono descritti nella commedia e servono solo da sfondo alla vicenda.
Tempo della narrazione: l’anno in cui è ambientata la commedia è contemporaneo a quello in cui scrive l’autore ed è probabilmente il gennaio 1753. La fabula coincide con l’intreccio e non sono presenti né analessi né prolessi. Lo spazio della narrazione è diviso in tre atti suddivisi a loro volta in più scene che costituiscono delle pause descrittive.
Trama: La storia si incentra sulle vicende di Mirandolina, un’attraente e astuta giovane donna che gestisce a Firenze, con l’aiuto del suo cameriere Fabrizio, una locanda ereditata dal padre. Nel primo atto Mirandolina viene costantemente corteggiata dai suoi clienti, in particolar modo dal marchese di Forlipopoli e dal conte d’Albafiorita. Il marchese, avvalendosi solamente del suo onore, è convinto che basti solamente la sua protezione per conquistare il cuore della bella. Al contrario, il conte crede che possa procurarsi l’amore della locandiera acquistandole numerosi regali grazie alla sua ingente ricchezza. L’astuta Mirandolina non si concede a nessuno dei due preferendo farsi corteggiare e farsi regalare i doni a lei offerti per far aumentare il profitto della locanda. L’arrivo del cavaliere di Ripafratta, un personaggio disprezzatore delle donne, sconvolge l’equilibrio all’interno della locanda e rimprovera Mirandolina per il servizio scadente. La donna, ferita nel suo orgoglio femminile, si promette che riuscirà a far innamorare il cavaliere di lei. Nel secondo atto la protagonista riesce in breve tempo ad attirare l’attenzione del cavaliere verso di lei usando diversi stratagemmi tipici delle donne che l’uomo non può conoscere poiché odia il sesso femminile. Dopo poco tempo il cavaliere cede e tutto l’odio che provava si tramuta in un appassionato amore che lo tormenta. Mirandolina riesce addirittura a farsi invitare a pranzo dal nobiluomo e fa finta di accennare di essersi innamorata di lui. Durante il pasto giunge a fare visita il marchese che porta un vino che lui giudica prezioso e lo fa assaggiare al conte che ricambia con una bottiglia di vino. Il marchese, sdegnato, abbandona la scena portandosi via il vino. Intanto il conte d’Albafiorita sta pranzando con due comiche che per divertirsi tentano di far innamorare il cavaliere di Ripafratta, ma egli le respinge con parole offensive. L’uomo decide di lasciare la locanda per non innamorarsi di Mirandolina, ma ella, portandogli il conto, finge di piangere e poi di svenire, in modo da far preoccupare il cavaliere. Nel terzo atto, appena Mirandolina capisce che la sua vendetta è compiuta, inizia a rifiutare il cavaliere. Il conte e il marchese, notando le speciali attenzioni di Mirandolina rivolte al cavaliere, bruciano di gelosia e vogliono vendicarsi del loro rivale in amore. Il cavaliere, innamorato per la bella Mirandolina ma allo stesso vergognoso nei confronti dei due nobiluomini, non vuole far sapere che è caduto vittima dell’amore della locandiera, ma freme ansiosamente di avere la donna per sé. Mirandolina riappacifica i nobili e annuncia a loro di volersi sposare con Fabrizio e si promette di non giocare più con il cuore degli uomini. Nella scena finale la protagonista chiede ai suoi clienti di cambiare locanda per non importunarla più e avverte il pubblico di ricordarsi della locandiera per non cadere in inganni di amore.
Tematiche fondamentali: Nella commedia non ci sono riferimenti al di fuori del mondo reale. Il tema che prevale è l’amore e tutto ciò che esso comporta, come la seduzione, l’amore ingannevole e la presunzione di poter controllare i propri sentimenti. La donna in questa commedia viene descritta come un nemico da fuggire che maltratta e sfrutta coloro che si innamorano di lei.
Tecniche narrative e stile: Si tratta di una commedia in prosa composta con uno stile semplice e scorrevole. L’opera è in dialetto toscano, in quanto l’opera è ambientata a Firenze. La commedia è costituita esclusivamente da dialoghi e monologhi tra i personaggi.
Commento: Sebbene sia una commedia scritta secondo lo stile settecentesco, trovo La locandiera un’opera che ancora oggi affascina e la reputo moderna perché tratta di quelle tematiche che interessano ancora il mondo di oggi. Soprattutto mi ha colpito la figura di Mirandolina, che rispecchia la donna libera di oggi che trecento anni fa non era. Trovo la commedia abbastanza divertente anche se devo ammettere che alcune scene ho fatto fatica a capirle per il linguaggio antiquato.

La locandiera, recensione

Titolo: La locandiera
Autore: Carlo Goldoni
Casa editrice:
Data e luogo di pubblicazione:
Periodo in cui è ambientata:

Descrizione dei personaggi: Mirandolina: la protagonista principale di questa opera rappresenta le donne che si divertono a sottomettere gli uomini, e ad utilizzarli a loro piacere. Possiede una locanda frequentata principalmente da signori, anche di un certo rango, che vengono lì per provare a conquistare la locandiera. Ella si burla così di tutti gli uomini che astutamente porta nella sua locanda. Nonostante la sua complessa vita sentimentale, riesce a mantenere i rapporti con il suo caro servo Fabrizio alla quale è stata promessa in sposa.

Conte di Albafiorita: Uno dei personaggi principali di questa opera, è un ricco signore impadronitosi del titolo di conte acquistando la contea di Albert al bar fiorita sfrutta ogni occasione per dar mostra della sua ricchezza e del suo denaro, convinto che con quest'ultimo si possano ottenere onore, stima e persino l'amore di Mirandolina. I suoi possedimenti lo fanno sentire superiore a tutti.

Marchese di Forlipopoli: È un nobile decaduto, senza molto denaro ma orgoglioso del suo titolo nobiliare. In cambio dell'amore di Mirandolina sarebbe disposto a offrirle la sua completa protezione. È avaro, tirchio e molto vanitoso.

Fabrizio: è un umile servo di Mirandolina, per la quale lavora nella locanda. È innamorato della locandiera, ma non potendo offrirle nè denaro nè protezione non trova alcun modo di conquistarla. Alla fine Mirandolina per rimediare ai suoi inganni e per accontentare il desiderio di suo padre lo sposerà
Il cavaliere di Ripafratta: È un uomo dai solidi principi, che ha a disposizione l'eredità di suo padre che utilizza con ritegno. Ha la presunzione di essere inattaccabili dal fascino delle donne, anche se viene subito conquistato da Mirandolina. Nel corso della storia cercherà in tutti modi di nascondere i propri sentimenti nei confronti della donna, fino a che non riuscendo ad accettare di essersi innamorato fugge dalla locanda.

Trama: La narrazione si concentra sulle vicende di Mirandolina, una carismatica e bella donna proprietaria di una locanda che gestisce con il suo servo e promesso sposo Fabrizio. Di lei si innamorano perdutamente due nobili: il conte di Albafiorita e il marchese di Forlipopoli che cercano di conquistarla a tutti i costi, riducendosi a volte, a soccombere ogni suo capriccio e a sottomettersi al suo volere. Il comportamento dei due amanti non è affatto compreso dal Cavaliere di Ripafratta il quale odia le donne e si vanta di non essere mai stato innamorato. Mirandolina infastidita dal comportamento di quest'ultimo, decide di rivolgergli tutte le sue attenzioni, trascurando Fabrizio, il conte di Albafiorita, il marchese e di Forlipopoli.
Il cavaliere casca presto nello stratagemma dell'amabile donna che nell'ultimo periodo non aveva fatto altro che privilegiarlo in qualsiasi cosa. Ciò infastidisce gli altri tre contendenti che si vedevano superati dal cavaliere. Quest'ultimo però non volendo fare la fine del conte e del marchese decide di fuggire dalla locanda per tornare alla sua vita. La locandiera a quel punto, decide di finirla di uscire contemporaneamente con più uomini, e così per risolvere la situazione decide di sposare Fabrizio e si promette che non avrebbe mai più giocato con i cuori degli uomini.

Episodio particolare: L'episodio che più mi è piaciuto di questo racconto è il primo dialogo tra il Cavaliere e Mirandolina.
Un pomeriggio in cui il cavaliere si era lamentato della scarsa qualità della biancheria fornita, la locandiera si reca nella sua camera per cominciare ad attuare il suo piano di conquista del cavaliere. Appena giunta, Mirandolina gli mostra la nuova biancheria che aveva portato e si rende disponibile per ulteriori richieste. Il cavaliere insospettito da tutte queste attenzioni, le chiede se stava facendo tutto ciò affinché anche lui possa cadere ai suoi piedi come avevano fatto il conte il marchese. Mirandolina allora, nega dicendo che questo era il modo con cui si comportava con tutti gli ospiti del rango del cavaliere, e aggiunge che se il conte e il marchese sono caduti ai suoi piedi non è per causa sua ma bensì era colpa della loro debolezza d'animo che li aveva fatti innamorare di una persona pur conoscendola molto poco. Il cavaliere a queste parole cambiò opinione sulla locandiera e cominciò con lei una conversazione amichevole. A quel punto la locandiera continua a lusingarlo, apprezzando le qualità che lui crede di avere, come ad esempio la capacità di saper resistere all'attrazione delle donne, e il cavaliere sentendo apprezzare le sue doti comincia pian piano a ricambiare i complimenti della locandiera. Ma al contrario di Mirandolina lui parla sinceramente e comincia a provare qualcosa per lei.

Commento: Questo libro mi è piaciuto molto perché l'autore con una storia semplice e di argomenti quotidiani è riuscito a ben rappresentare la società dell'epoca e alcune caratteristiche dell'animo umano esaltando virtù e difetti dell'uomo e della donna veri allora come adesso. Tra queste vi sono l'arguzia di Mirandolina e la vanità del conte. L'autore ha utilizzato personaggi di tutte le estrazioni sociali per poter rivolgere questa opere ha tutto il popolo. Riguardo la struttura, preferisco un testo scritto non in dialetto perché lo trovo più comprensibile.

La locandiera, commento

La Locandiera è il testo più facile, scritta in tre atti da Goldoni nel 1751, dove si vede la realizzazione delle linee direttive di Goldoni anche se è possibile notare alcune tracce della commedia dell'arte. Lo stile e' semplice e scorrevole, l'opera e' in dialetto fiorentino, in quanto la commedia e' ambientata a Firenze. Si tratta di una commedia in prosa. La storia si incentra sulle vicende di Mirandolina, un' attrante ed astuta giovane che possiede a Firenze una locanda, ereditata dal padre e amministrata con l'aiuto del cameriere Fabrizio. Molti sono le burle che fanno risaltare la scrittura scenica della commedia: ad esempio il duello nell' ultimo atto, o ancora il finto svenimento tentato da Mirandolina. La Locandiera non delinea soltanto le sfaccettature, ma le colloca in un preciso contesto sociale. La locanda è un luogo dove si incontrano personaggi di varie classi sociali. Goldoni ambienta la vicenda a Firenze, nella locanda di Mirandolina: sono presenti personaggi non veneziani, quali il conte d' Albafiorita e il marchese di Forlimpopoli, due diverse varianti della nobiltà popolare. L’ambiente sociale è rappresentato non soltanto da personaggi , ma anche da oggetti che hanno un valore allusivo. Il Conte d' Albafiorita regala ad esempio dei gioielli carissimi che alludono ad un'alterigia da Parvenu (personaggio di origini umili arricchitosi improvvisamente), che vuole ostentare le sue ricchezze. Il Marchese di Forlimpopoli regala invece un fazzoletto di seta e anche un bicchierino di vino di Cipro, concesso con lo stesso riguardo di come veniva vestito il nettare degli Dei: egli vuole ancora conservare la sua funzione nobiliare.Il marchese , il conte e il cavaliere sono delineati senza alcuna pietà. Nella scena finale del 3 atto avviene lo scontro fra i tre signori: mentre il marchese ha timore nel compromettersi con il Cavaliere, il conte cerca di risolvere tutto con il denaro. Nella commedia non ci sono riferimenti al di fuori del mondo reale e sensibile. I temi sono quelli della seduzione, dell'amore inteso come sentimento umano ed ingannevole, della presunzione di poter controllare razionalmente i propri sentimenti. la donna in questa commedia e' un nemico da cui fuggire e che maltratta e sfrutta coloro che prende al suo laccio (utilizza l'amore come arma), mentre gli uomini sono ai suoi piedi, incapaci di comprendere in che modo vengono raggirati (tema dell'intontimento amoroso). L'amore per la donna e' un mezzo attraverso il quale può avere influenza, cosi' come lo è il denaro per il conte ed il titolo per il marchese. L'autore sembra incoraggiare l'odio verso le donne come Mirandolina, nella parte della terribile invettiva del Cavaliere nel momento in cui gli viene svelato di essere stato raggirato.

I fatti: Dei tre nobili alloggiati nella locanda, il marchese e il conte sono attratti dalla locandiera (Mirandolina), il cavaliere invece la tratta sgarbatamente, deridendo gli altri due. Mirandolina progetta una vendetta sul rozzo antifemminista: si finge d'accordo con lui nel disprezzo delle donne e di chi s'innamora di loro, e comincia a guadagnarsi la sua stima. Ma così il cavaliere s'innamora di lei, la quale però, sotto gli occhi di lui, si concederà in sposa al cameriere. Mirandolina rappresenta il carattere di una donna civetta ma non corrotta, scaltra ma non perversa, giocatrice d'azzardo ma moglie fedele.

Vita e La locandiera di Goldoni

Carlo Goldoni nasce a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese decaduta, il padre è medico e Goldoni lo segue a Perugia dove inizia gli studi.
L’anno dopo viene mandato a studiare filosofia, ma ciò che a lui interessa molto è il teatro, la vita avventurosa e vagabonda degli attori girovaghi, fa amicizia con una compagnia di comici e fugge sulla loro barca.
Dopo questa prima fuga la sua vita fu molto inquieta per via delle sue avventure amorose e spostamenti, intraprende gli studi di giurisprudenza a Pavia, ma viene espulso per aver composto una satira contro le donne pavesi.
Dopo la morte del padre si laurea in legge a Padova (1731) e incomincia a fare l’avvocato a Venezia, ma per svincolarsi da una promessa di matrimonio fugge a Milano e continua a vagabondare. In mezzo a questi continui spostamenti Goldoni conosce una ragazza che sposerà, prende contatto con il capocomico del teatro veneziano di San Samuele e torna con lui a Venezia e scrive varie commedie che avviano alla riforma, come il MOMOLO CORTESAN (1734), dove si era già ridotto lo spazio all’improvvisazione che nel teatro comico risultava dominante, nel 1743 si giunge infine alla prima commedia interamente scritta La donna di garbo.
Mentre nella commedia dell’arte i personaggi erano fissi e c’erano le famose maschere tipiche (pulcinella, arlecchino, pantalone), Goldoni tenta di sfidare i gusti del tempo, anche perché molti andavano a teatro aspettandosi di ridere con le vicende dei personaggi che dovevano ripetere in modo stereotipato ognuno il proprio ruolo. Infatti uno pensava di andare a teatro pensando di farsi quattro risate con le maschere tradizionali, ognuno aveva il suo personaggio e qualunque fosse la situazione che si presentava, recitava quel personaggio.
Goldoni sfida i gusti del tempo, non è affatto d’accordo su questi cliché, ma scardina un po’ questi modelli tradizionali.
Goldoni non era un letterato, era un uomo di teatro, a contatto con il pubblico e con la società del tempo e sapeva bene i bisogni dei clienti, egli si prefigge due obiettivi:
  1. scrivere testi che piacciano al pubblico;
  2. scrivere testi che rispecchiano la realtà, che siano verosimili, per fare questo elimina l’uso delle maschere
    tradizionali, e si basa sulle concrete esperienze della vita, quello del mondo e quello del teatro. Il mondo gli offre un sacco di argomenti pronti per essere messi in scena: i personaggi, i fatti curiosi, le passioni, i costumi e le mode, i vizi da deridere e le virtù da esaltare. IL teatro gli insegna le tecniche e i trucchi adatti a suscitare nel pubblico la meraviglia e il riso.
Goldoni si ispira alla vita quotidiana e le rappresentava nel mondo teatrale (questioni sociali, morali e psicologiche), questa tendenza a fare della commedia una copia di quanto accade nel mondo è confermata dalla valorizzazione dei personaggi femminili (la locandiera, la donna di governo, la donna sagace) in cui è colto il nuovo ruolo che la donna si sta conquistando nella società.
La sua situazione finanziaria è precaria e i debiti lo spingono alla fuga, nel 1748 firma un contratto con Girolamo Medebac, diventa così uno scrittore professionista che vive del proprio lavoro e per la prima volta la sua ricchezza dipende dal rapporto con il pubblico. In quattro anni scrive una quarantina di commedie di grande successo, che si allontanano sempre di più dalla commedia dell’arte, la sua opera più famosa è LA LOCANDIERA (1753).
Il più accanito rivale di Goldoni è l’abate Pietro Chiari, che gli muove una vera e propria guerra cercando di catturare con ogni mezzo i gusti del pubblico.
Goldoni è diventato ormai una celebrità nazionale, tra il 1756 e il 1762 scrive alcune delle sue più belle commedie (i rusteghi, la villeggiatura, le baruffe chiozzotte), intanto compare un nuovo e più pericoloso concorrente, Carlo Gozzi ultraconservatore che accusa Goldoni di volgarità, cattivo gusto e spirito sovversivo.
Goldoni non ne può più dell’Italia e tra concorrenza e debiti accetta di trasferirsi a Parigi come autore teatrale presso la Comédie Italienne , mentre a Venezia era riuscito ad avere il consenso del pubblico basandosi sul tipo di mentalità veneziana, sul vialetto veneziano, sulla battuta veneziana, in Francia chiaramente perde tutto questo, innanzitutto il pubblico francese si aspettava la commedia dell’arte, inoltre c’era il problema della lingua, perché una volta tradotte c’era il rischio che magari perdesse il doppio senso o magari il suo significato. Questo non gli impedirà comunque di avere un grande successo anche in Francia e lo ottiene con una commedia interamente scritta “IL BURBERO BENEFICO” 1771, quando scade il contratto accetta l’incarico di maestro d’italiano della famiglia reale, che gli frutta una pensione di corte.
Goldoni ha la sfortuna/fortuna di capitare alla corte del re prima della rivoluzione francese, dopo la rivoluzione francese le viene tolta la pensione di corte e Goldoni muore in miseria nel 1793, le viene ridata proprio il giorno in cui lui muore perché si erano accorti che il suo essere a corte non era per favorire la monarchia, ma perché il re apprezzava il suo genio e la sua cultura, infatti questo non voleva affatto dire che lui fosse dalla parte della monarchia.
Voltaire aveva scritto onorando l’artista: ogni autore ha i suoi difetti ma Goldoni li rappresentava per come erano.

La Locandiera fu rappresentata a Venezia al teatro Sant’Angelo nel carnevale 1753, Mirandolina è un personaggio fuori dagli schemi, prima di tutto per il titolo “ la locandiera” che è il nome del lavoro che fa, Mirandolina ha questa locanda perché il padre gliela l’ha lasciata in eredità, l’unico uomo che lei veramente rispetta e ama in tutta la sua vita è suo padre, mentre con tutti gli altri uomini che le cascano ai suoi piedi, lei non prova assolutamente niente.
E’ una donna fuori dagli schemi per molti motivi, primo è una donna, donna protagonista non solo nel lavoro cosa già particolare per quei tempi, ma una donna che lavora bene e riesce ad usare tutte le arti femminili e tutte le arti maschili racchiuse in lei. Per quanto riguarda le arti maschili, Mirandolina è come se fosse per noi oggi una donna in carriera, perché di fatto riesce a far andare nella sua locanda anche nobili, ricchi, i quali vanno nella locanda non perché ci sia un trattamento particolare, anche perché se andiamo a vedere lei stira meravigliosamente le lenzuola però sono bucate, serve da mangiare, quindi nella sua locanda non è tutto perfetto e impeccabile, però lavora tantissimo, tante ore al giorno e non perde un’occasione per cercare di far ritornare i suoi clienti lì da lei e a questo si aggiungono le arti femminili, quelle della seduzione, cioè lei fa credere di essere interessata a qualcuno e tutti continuano a ritornare sperando che lei prima o poi ceda.
Nel brano "Impara a rispettare le donne", il Cavaliere le dice che parte e Mirandolina finge di svenire alla notizia della sua partenza per fargli credere che lei è interessata a lui quando invece a lei non importa assolutamente di nessuno, infatti una volta sicura che il Cavaliere è innamorato di lei comincia a torturarlo con la gelosia esibendo verso Fabrizio, il servo una tenerezza che non aveva mai mostrato.
Mirandolina la vediamo nelle due dimensioni, una pubblica e una privata, pubblicamente lei usa un linguaggio ricercato, cerca di servire nel modo migliore, cerca di essere assolutamente accattivante, privatamente invece ad esempio mentre stira, mentre parla con Fabrizio, il servitore che alla fine sposerà o quando parla tra se e se la vediamo molto più terra terra, cioè quando lei è sola è se stessa quindi molto più sguaiata, molto più volgare nel senso di volgo, cioè dice le cose che pensa non certo in quel modo sdolcinato che magari aveva detto poco prima.
Quindi unisce delle arti maschili e delle arti femminili contenendo un personaggio sicuramente nuovo nella letteratura ed è nuovo non solo dal punto di vista del lavoro ma anche dal punto di vista sentimentale.
Dal punto di vista sentimentale ha un po’ questo atteggiamento di poco rispetto verso l’altro sesso, che magari più facilmente si può ritrovare negli uomini che nelle donne, soprattutto nella mentalità di quel tempo, averne tante era prettamente maschile non femminile, lei ne ha tanti ma non le importa di nessuno e per questo motivo siccome siamo nel 1700 è sicuramente un personaggio nuovo, inoltre lei è anafettiva (senza affetto), cioè senza sentimenti, sembra fare tutto solo per la locanda oppure per il ricordo di suo padre.
Lei per rispetto alla memoria del padre fa le cose e le fa per bene, ma non ha sentimenti nei confronti di nessuno, ne nei confronti dei tre nobili, il conte di Albafiorita, il marchese di Forlipopoli, il cavaliere di Ripafratta.
Tutti e tre sono dei personaggi diversi e ognuno le promette qualcosa, lei fa credere ad ognuno che potrebbe essere interessata, ma il suo vero scopo è farli tornare nella locanda perché sono clienti.
Sono dei clienti che ritornano perché si sono innamorati di lei, il conte la ricopre di ricchi regali, il marchese che è un nobile totalmente decaduto che non ha più neanche gli occhi per piangere, però tira fuori il fazzoletto divino ricamato che è l’unica cosa che gli è rimasta, le offre la sua protezione.
Addirittura la sfida che lei fa razionalmente è quella di fare innamorare il cavaliere che era misogino, cioè uno che odia le donne, che le disprezza profondamente e vuole farlo innamorare di lei non perché lei sia innamorata di lui, ma proprio come sfida uomo-donna e la sua maggior soddisfazione è quella di esserci riuscita con uno che odia le donne.
Ci possiamo porre la domanda ma lei allora è una femminista?, oppure una che lotta per la classe sociale in modo quasi rivoluzionario?
Assolutamente no, lei non è una femminista, perché non lotta per i diritti delle donne, ma lotta per i diritti di Mirandolina, singola persona fine del rapporto fatto maschio-femmina e non lotta neanche perché la sua classe sociale sia riscattata agli occhi dei nobili, anche perché già si pensava che la nobiltà dovesse sparire completamente oppure con Parini che diceva che peccato questi nobili che potrebbero avere un ruolo sociale così importante, mentre guarda che vita stupida e inutile fanno.
Lei sicuramente nell’evidenziare i personaggi, Goldoni ci fa vedere quanto siano squallidi questi nobili, però Mirandolina in particolare non lotta perché un’intera classe sociale abbia potere, lotta sostanzialmente per sé.
Per quanto riguarda all’amore, l’amore in realtà non dovrebbe essere una cosa calcolata e se una decide di sposarsi dovrebbe essere contenta, sentire che è una scelta, noi abbiamo visto per secoli le donne che non sceglievano nella letteratura anzi non venivano nemmeno consultate. Qui Mirandolina calcola anche il matrimonio e dopo il matrimonio dice “anche questa è fatta”, lei era legata dal punto di vista affettivo solo al padre, lei tratta bene la locanda perché è una cosa legata al padre, gli unici sentimenti costanti sono quelli nei confronti del padre.

La locandiera, analisi

Conte d’Albafiorita: Il Conte è un membro della nobiltà ricca che ammette di dovere la sua influenza al denaro e lo considera molto piu' importante della presunta influenza del marchese e della protezione che egli può offrire alla locandiera. Egli incarna la nobiltà emergente; il conte ha le caratteristiche tipiche del Parvenu, che cerca continuamente una rivalsa pacchiana, continua della sua ricchezza; regala continuamente gioielli,ostentando le sue ricchezze.

Marchese di Forlimpopoli: Il Marchese di Forlimpopoli rappresenta il nobile decaduto, fuori dal suo tempo, che continua a fare affidamento sul suo titolo nobiliare mentre quello che effettivamente conta e' il denaro. E’ avaro, vanitoso e presuntuoso.
Egli incarna la nobiltà di sangue attaccata alle apparenze inutili, che si afferma attraverso la parola; pretende ancora di affermare sè stesso e la sua funzione nobiliare. Regala piccoli oggetti alla locandiera non volendo che si sappia in giro, ma vantandosi ogni qualvolta che viene il conte. Un esempio di regalo è il fazzoletto pregiatissimo di seta pura, o il delizioso vino di cipro versato con lo stesso riguardo di come veniva versato il nettare degli dei, come se fosse ambrosia.

Cavaliere di Ripafratta: Il Cavaliere di Ripafratta ha la presunzione di essere inattaccabile al fascino femminile ed oppone alle arti delle donne il proprio disprezzo. Egli e' facilmente vinto da Mirandolina. Si vergogna dei suoi sentimenti di fronte ai conoscenti. Alla fine dell’opera ammette che per vincere le donne non basta disprezzarle, ma fuggirle. Egli è convinto che tutto gli spetti per diritto, compreso l'amore di Mirandolina. E’ l' uomo che è stato vinto dall'amore della locandiera ed al termine della commedia esce fuori di sé.

Domande da interrogazione

  1. Cosa rappresenta Mirandolina?
  2. Mirandolina rappresenta il ruolo della donna civetta, che non è però corrotta. E' scaltra, giocatrice d'azzardo e una moglie fedele al marito.

  3. Cosa rappresenta la Locandiera?
  4. La Locandiera rappresenta quello che è il risultato della riforma della commedia goldoniana.

  5. Come finisce la Locandiera?
  6. La Locandiera finisce con il matrimonio tra Mirandolina e il cameriere Fabrizio.

  7. Perché alla fine Mirandolina sposa Fabrizio?
  8. Mirandolina sposa Fabrizio, perché sa che se avesse sposato il cavaliere avrebbe perso la sua libertà e la locanda.

  9. la locandiera dove è ambientata?
  10. La Locandiera è ambientata a Firenze nella locanda di Mirandolina.

  11. La locandiera perchè a Firenze?
  12. La Locandiera è ambientata a Firenze per semplici ragioni di opportunità legate alla riforma della Commedia di Goldoni.

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