Concetti Chiave
- Il libro "Il bambino col pigiama a righe" di John Boyne è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale ad Auschwitz, narrando la storia attraverso gli occhi innocenti di Bruno, un bambino tedesco.
- Bruno, figlio di un ufficiale tedesco, si trasferisce con la sua famiglia vicino a un campo di concentramento, dove incontra Shmuel, un bambino ebreo con cui stringe un'amicizia segreta.
- La narrazione semplice e cristallina riflette il punto di vista di un bambino, ponendo domande profonde sulla guerra e sulla condizione umana, attraverso l'innocenza dell'infanzia.
- Il libro esplora il tema dell'amicizia che supera i confini culturali, mostrando come un legame sincero possa esistere anche in un contesto di odio e pregiudizio.
- La storia offre una reinterpretazione di bene e male, con Bruno che, ignaro della realtà del suo contesto, riesce a instaurare un rapporto di fratellanza con Shmuel.
Indice
Recensione del libro
In questo appunto è contenuta la recensione del libro "Il bambino col pigiama a righe" caratterizzata dalla narrazione dettagliata della trama e dall'analisi dello stile e del messaggio che l'autore, John Boyne, ha voluto trasmettere

l libro, in breve tempo diventato best seller, è stato scritto dallo scrittore irlandese John Boyne nel 2006 ed è ambientato in Germania, ad Auschwitz, durante la Seconda Guerra Mondiale quando Adolf Hitler volle eliminare gli ebrei d’Europa mandandoli nei campi di concentramento.
La storia racconta questo evento storico drammatico con gli occhi di un bambino tedesco di circa 9 anni, Bruno, il quale non comprende le sofferenze che i prigionieri sono costretti a vivere.
Il padre, infatti, è un ufficiale tedesco incaricato del massacro degli ebrei.
Vita ad Auschwitz
Un giorno Bruno, i suoi genitori, la domestica Maria e la sorella Gretel, viziata ma in realtà codarda, si trasferiscono ad Auschwitz, o “Auscit” come la chiama il bambino, un piccolo paese vicino a Berlino. Il motivo del trasloco è dovuto al lavoro del padre: lavora in un campo di concentramento e di sterminio proprio accanto alla loro casa. La casa viene descritta come molto diversa da quella di origine: spazi ristretti riempiti dalla presenza di adulti e soldati e, oltretutto, è circondata da persone che indossano tutte una specie di pigiama a righe e un copricapo.
Amicizia oltre il filo spinato
La noia si fa sentire per il giovane che non aveva alcun luogo da poter esplorare così una volta, di nascosto, Bruno decide di andare a vedere quello strano campo circondato da un filo spinato da cui la madre gli aveva raccomandato di stare alla larga. Qui incontra Shmuel, un bambino ebreo della sua stessa età e incominciano a parlare: diventano amici e si incontrano tutti i giorni, sempre celatamente da occhi indiscreti. Visto, però, che c’è una rete che divide i due piccoli, essi si limitano solamente a chiacchierare.
Conflitto interiore di Bruno
Un giorno, però, il loro rapporto di amicizia sembra stia per incrinarsi perché Bruno incontra Shumuel a casa sua mentre stava spolverando i bicchieri di cristallo perché, secondo il ragazzo, egli stesso aveva delle dita molto sottili, e, per compiere un atto di gentilezza verso l’amico, gli offre una fetta di torta. Improvvisamente, però, l’ufficiale delle SS-Totenkopfverbände Kotler, noto per avere tanto sangue freddo da uccidere a mani nude e fermo disprezzatore di ebrei, sorprende i due giovani e Bruno, per la loro incolumità e soprattutto per paura, è costretto a mentire dicendo di non aver mai visto Shumel. Occorreranno diverse visite alla recinzione, successivamente, per far riappacificare i due.
Tragico epilogo
Ad un certo punto la madre di Bruno, Elsa, la quale non condivideva le ideologie strambe del marito, decide di far ritornare il figlio a Berlino e quest’ultimo decide di scavare una fossa durante un giorno di pioggia per intrufolarsi nel campo di concentramento per avere un contatto diretto con il suo nuovo amico e ad aiutarlo a ritrovare il padre scomparso da un po’ di tempo ma Bruno viene scambiato per un ebreo. Il bambino, infatti, a causa dei pidocchi ha i capelli rasati ed è riuscito ad indossare una di quelle uniformi a righe.
Passano un po' di giorni, finché Shmuel viene mandato nelle camere a gas del campo di sterminio, fatte inizialmente credere come un riparo per la pioggia, insieme ad altri ebrei, su ordine del padre di Bruno, e con lui va anche Bruno.
Questo tragico errore provocherà rabbia e dolore alla famiglia dell'ufficiale il quale non riuscirà a ritrovare il corpo del figlio ma solamente i suoi vestiti un anno dopo.
Riflessioni e domande profonde
Il racconto è esposto con semplicità ed è cristallino visto il punto di vista particolare, ovvero quello di un bambino di nove anni. Eppure, proprio questa elementarità, nasconde domande profonde sulla condizione degli uomini ("Ma qual era di preciso la differenza? E chi decideva chi doveva mettersi il pigiama e chi l'uniforme?") e sulla guerra ma poste con delicatezza a cui nessuno sa rispondere adeguatamente mentre, allo stesso tempo, evoca quei sentimenti puri e pienamente sentiti tipici dell’infanzia.
Valore dell'amicizia
In generale è un libro molto toccante, ricco di valore e sentimento in cui, nonostante tutto, è l’amicizia a trionfare perché varca le soglie culturali permettendo l’incontro senza pregiudizi tra un tedesco cattolico e un ebreo in un campo di sterminio ad un passo dalla morte, con due destini diversi anche se nati lo stesso giorno ma entrambi bisognosi, a modo loro, di avere qualcuno al loro fianco.
Interpretazione del bene e del male
È, in fondo, una storia in cui il male e il bene sono reinterpretati perché, se da una parte la famiglia di Bruno, il padre in particolare, è fiero della sua origine ariana e dello sterminio che sta compiendo, dall’altra Bruno è ignaro di essere dalla parte degli uccisori ma, proprio nel suo essere intrinsecamente e involontariamente tale, riesce a tessere fili di dolcezza e fratellanza con il suo amico e vittima Shumel attraverso il quale il bambino tedesco riuscirà a rompere in parte la sua ingenuità (tutti i bambini sono felici e si sentono amati in famiglia) e a fargli comprendere un po’ di più la realtà dei fatti.
per maggiori dettagli sul libro vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Qual è l'ambientazione del libro "Il bambino col pigiama a righe"?
- Chi sono i protagonisti principali della storia?
- Come viene descritto lo stile narrativo del libro?
- Qual è il messaggio principale che l'autore vuole trasmettere?
- Qual è l'evento tragico che conclude la storia?
Il libro è ambientato in Germania, ad Auschwitz, durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Adolf Hitler cercava di eliminare gli ebrei d'Europa mandandoli nei campi di concentramento.
I protagonisti principali sono Bruno, un bambino tedesco di circa 9 anni, e Shmuel, un bambino ebreo della stessa età, che si incontrano e diventano amici nonostante la rete che li separa.
Lo stile del libro è semplice e cristallino, raccontato dal punto di vista di un bambino di nove anni, che pone domande profonde sulla condizione umana e la guerra con delicatezza.
Il messaggio principale è l'importanza dell'amicizia che supera le barriere culturali e i pregiudizi, mostrando come il bene e il male possano essere reinterpretati attraverso l'innocenza e la purezza dell'infanzia.
L'evento tragico è quando Bruno, scambiato per un ebreo, entra nel campo di concentramento per aiutare Shmuel a ritrovare il padre e finisce nelle camere a gas insieme agli altri prigionieri, provocando dolore e rabbia nella sua famiglia.