Concetti Chiave
- Il "De Bello Gallico" è un resoconto militare della conquista della Gallia scritto da Giulio Cesare tra il 58 e il 50 a.C., con elementi autobiografici e di propaganda politica.
- Il testo è composto da 8 libri, nei quali Cesare organizza le sue memorie e appunti di battaglia per diffondere la sua impresa nell'impero romano.
- L'opera non si limita a descrivere battaglie, ma documenta anche l'incontro e lo scontro tra la civiltà romana e le tribù transalpine.
- Cesare scrive in terza persona per esaltare i suoi meriti, mantenendo uno stile semplice e comprensibile, simile al linguaggio usato con i suoi soldati.
- Il successo del "De Bello Gallico" è in parte dovuto all'abilità comunicativa di Cesare, che riesce a promuovere efficacemente la sua immagine e le sue gesta.
Indice
De Bello Gallico
Il De Bello Gallico è un resoconto militare della conquista in Gallia attuata da Giulio Cesare tra il 58 ed il 50 a.C., scritto dallo stesso Cesare. Non possiamo sapere se scrisse l'opera di suo pugno o la dettò, ma si è comunque certi della sua autenticità. Non manca l'elemento autobiografico, che fa dell'opera un vero diario di guerra ma anche un esempio di propaganda politica.
In effetti Cesare, da astuto uomo politico, sa che la sua impresa militare può acquisire grande risonanza se in qualche modo resa pubblica; per questo lungo tutto il corso della campagna egli prese minuziosi appunti e memorie delle varie battaglie. Una volta tornato a Roma, Cesare rielaborò e organizzò gli scritti in un’unica opera di 8 libri da pubblicare e diffondere in tutto l’impero: nacque così il De Bello Gallico. Esso però non è solo una cruda descrizione di sanguinose battaglie, ma è anche una testimonianza del'incontro e dello scontro tra due civiltà del mondo antico diametralmente opposte, quella romana e quella delle tribù transalpine. L’opera è centrata sulla figura del protagonista, Cesare stesso, molto attento soprattutto ad esaltare i suoi meriti, tralasciando di conseguenza gli errori commessi, senza però eccedere nella mistificazione. Questo è un altro esempio dell’abilità di Cesare nell’arte della comunicazione e della promozione: per questo motivo egli scrive la sua storia in terza persona, come se le gesta che stava raccontando fossero di un’altra persona. Anche lo stile di Cesare è molto scarno, semplice, da militare e uomo pratico, abituato a parlare ai suoi soldati e anche qui molto attento che il suo messaggio sia comprensibile a tutti indistintamente; un altro piccolo espediente che, dato il successo dell’autore e dell’opera, funzionò alla perfezione.

De Bello Gallico: figure retoriche
Ecco alcune delle figure retoriche presenti del De Bello Gallico di Cesare:
- De Bello Gallico, VI, 12, 2: praedae ac belli inferendi causa = praedae faciendae ac belli inferendi causa è una brachilogia, ovvero un discorso breve;
- De Bello Gallico, VI, 18, 2: spatia omnis temporis è un'ipallage (dal greco ὑπαλλαγή che significa scambio);
- De Bello Gallico, VI, 11, 5: in partis ( =partes) divisae sunt duas è un iperbato (dal greco ὑπέρβατον che significa trasposizione);
- De Bello Gallico, VI, 19, 5: paulo supra hanc memoriam è una metonimia (dal greco μετωνυμία che signfica scambio di nome);
- De Bello Gallico, VI, 11, 2-3: factiones ... factionum è un poliptoto (dal greco πολύπτωτος che significa "di molti casi".
per approfondimenti vedi anche:
De Bello Gallico
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del "De Bello Gallico" di Giulio Cesare?
- Come Cesare ha strutturato il "De Bello Gallico"?
- Quali figure retoriche sono presenti nel "De Bello Gallico"?
- Perché Cesare ha scelto uno stile semplice nel "De Bello Gallico"?
Il "De Bello Gallico" è un resoconto militare della conquista della Gallia da parte di Cesare, che funge anche da diario di guerra e strumento di propaganda politica, esaltando i meriti di Cesare e minimizzando i suoi errori.
Cesare ha organizzato i suoi appunti e memorie delle battaglie in un'opera di 8 libri, scritta in terza persona per esaltare le sue gesta e rendere il messaggio comprensibile a tutti.
Alcune figure retoriche presenti includono la brachilogia, l'ipallage, l'iperbato, la metonimia e il poliptoto, che arricchiscono il testo e ne dimostrano la complessità stilistica.
Cesare ha adottato uno stile scarno e semplice per assicurarsi che il suo messaggio fosse comprensibile a tutti, riflettendo la sua esperienza come militare e uomo pratico.