Concetti Chiave
- "De bello gallico" è composto da sette libri che descrivono la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare tra il 58 e il 52 a.C.
- L'opera potrebbe essere stata scritta tra il 52 e il 51 a.C., o redatta anno per anno durante le pause invernali delle campagne militari.
- C'è un'evoluzione stilistica nei Commentarii, passando da uno stile scarno a uno più ornato tipico della storia.
- Il primo capitolo funge da mappa geo-etnografica della Gallia Transalpina, con uno stile sobrio e lineare senza sinonimi.
- La Gallia è divisa in tre parti: Belgi, Aquitani e Celti, con i Belgi considerati i più forti per la loro lontananza dalla civiltà romana.
De bello gallico
- È composto da sette libri riguardanti il periodo tra il cinquantotto e il cinquantadue a.C., periodo in cui Giulio Cesare sottomise la Gallia.
Alcuni ritengono che sia stato scritto tra il cinquantadue e il cinquantuno, mentre per altri è stato composto anno per anno durante gli inverni nei quali erano sospese le battaglie militari.
La prima ipotesi è quella che risulta più plausibile.
Questo è evidenziato anche dall'evoluzione stilistica riscontrata all'interno dei Commentarii.
Dallo stile scarno del vecchio Commentarius, si passò infatti a ornamenti tipici della historia: ciò è sottolineato nella seconda parte dell'opera, la quale risulta dominata da discorsi diretti e sinonimi.
1° capitolo: Il teatro della guerra
È una sorta di mappa geo - etnografica volta a delineare il passaggio della Gallia Transalpina.
Lo stile presentato è sobrio, semplice e lineare; vengono utilizzate parole semplici e non ricorre a sinonimi. Prevale l'indicativo: realtà e certezza.
Nel suo insieme la Gallia è divisa in tre parti: Belgi, Aquitani, Celti che si distinguono fra loro per lingua, tradizione e popolo.
Il popolo più forte è quello dei Belgi perché questi sono più lontani dalla civiltà della provincia e spesso i mercanti si recano da loro introducendo gli oggetti che infiacchiscono i loro animi.