Concetti Chiave
- Il caso di Cremuzio Cordo rappresenta un esempio emblematico di censura e ingiustizia, evidenziando la connessione tra repressione imperiale e declino della storiografia.
- La narrativa del processo è arricchita da elementi che orientano il giudizio del lettore, sottolineando l'inedito capo d'accusa e il ruolo degli accusatori legati a Seiano.
- L'atteggiamento minaccioso di Tiberio durante il processo sottolinea l'inevitabilità della condanna di Cremuzio, trasformando il discorso di difesa in una denuncia della politica repressiva dell'imperatore.
- Cremuzio respinge le accuse basate sulle sue parole, mettendo in luce l'abuso della lex maiestatis da parte di Tiberio, un'espansione della legislazione augustea per colpire gli intellettuali.
- Il discorso di Cremuzio cita esempi di scrittori che, pur avendo celebrato nemici dei Cesari, non furono censurati, enfatizzando l'ipocrisia della censura selettiva del regime.
Indice
Processo di Cremuzio Cordo: un caso di censura e ingiustizia
L'episodio del processo contro Cremuzio Cordo è collocato dopo un excursus nel quale Tacito lamenta l'impossibilità di raccontare fatti gloriosi ("Grandiose guerre, espugnazioni di città, re sconfitti e messi in catene....,): l'epoca oscura di cui si occupa lo costringe a "presentare una serie di ordini crudeli, di continue denunce, di amicizie tradite, di innocenti iniquamente condannati e di persone tratte in rovina sempre dalle medesime cause, in una successione di argomenti inevitabilmente monotoni e tediosi".
Cremuzio Cordo: esempio di ingiustizia
La vicenda di Cremuzio Cordo costituisce nel suo insieme una sorta di exemplum di questa situazione: egli incarna il tipo dell'innocente iniquamente condannato e, trattandosi di uno storico, suggerisce un rapporto di causa-effetto tra censura imperiale e decadenza della storiografia. Si è già accennato al fatto che il discorso è stato probabilmente riscritto a tavolino da Tacito, secondo una prassi consolidata nella storiografia antica. Ciò non toglie nulla alla "verità" sostanziale del racconto, che rispecchia il clima in cui si svolsero tanti processi per lesa maestà e le ragioni dell'accusato.
La cornice narrativa del processo
La breve "cornice" narrativa ha la funzione di informare il lettore sugli aspetti essenziali del processo (l'imputato, il capo d'accusa, gli accusatori) e introdurre il discorso diretto. Tuttavia i dati di fatto sono costantemente arricchiti da notazioni che orientano il giudizio del lettore in una determinata direzione: il capo d'accusa è nuovo e inaudito (novo ac tunc primum audito, par.1), gli accusatori sono clienti di Seiano (Seiani clientes, par. 1), circostanza che lo storico giudica "fatale" (perniciabile, par. 2) per l'imputato.
L'ombra di Tiberio sul processo
Infine, lo sguardo truce con cui Tiberio assiste al discorso di difesa (Caesar truci vultu defensionem accipiens, par. 2) getta un'ombra cupa sull'intera vicenda processuale, che si avvia sotto funesti auspici. Cremuzio, del resto, ha già preso la decisione di suicidarsi (relinquendae vitae certus, par. 2), perché sa che il processo si concluderà con la sua condanna a morte. L'ineluttabilità della condanna conferisce al discorso un significato che va ben al di là dell'autodifesa: è un atto di denuncia contro Tiberio e contro la sua politica culturale repressiva, che non trova riscontri nel passato di Roma.
L'abuso della Lex Maiestatis
Cremuzio esordisce con una considerazione ricca di implicazioni giuridiche: il fatto che sia accusato per le parole dimostra che è innocente nei fatti; ma le sue stesse parole non sono state pronunciate "contro il principe o il genitore del principe", bensì in lode di alcuni personaggi storici (par. 2). La contrapposizione tra parole e fatti era già stata sviluppata da Tacito in un precedente excursus sulla storia della lex maiestatis: Augusto aveva esteso anche alle parole il campo d'applicazione di questa legge, ma (e qui sta la novità del crimen di cui è accusato Cremuzio) limitandola al reato di diffamazione. Attraverso il suo personaggio, Tacito denuncia quindi l'abuso della legislazione augustea compiuta da Tiberio al fine di perseguitare gli intellettuali non asserviti.
Exempla di scrittori esenti da censura
La proposizione relativa quorum ...memoravit (par. 2) introduce la seconda parte del discorso, che si presenta come "repertorio" di exempla di scrittori che pur avendo esaltato i nemici dei Cesari (Giulio Cesare ed Augusto) non subirono alcuna censura. Se si considera che il discorso riguarda esclusivamente la circolazione dei testi, non sorprenderà la citazione di Marco Antonio e di Bruto, la cui opposizione politica non fu certo tollerata da Ottaviano (che li attaccò e li sconfisse in guerra).Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico del processo contro Cremuzio Cordo?
- In che modo Cremuzio Cordo rappresenta un esempio di ingiustizia?
- Qual è il ruolo di Tiberio nel processo di Cremuzio Cordo?
- Come viene abusata la Lex Maiestatis nel caso di Cremuzio Cordo?
- Quali scrittori sono citati come exempli di esenzione dalla censura?
Il processo si svolge in un'epoca oscura caratterizzata da ordini crudeli, denunce continue e condanne ingiuste, come lamentato da Tacito.
Cremuzio Cordo è un innocente condannato ingiustamente, simbolo della censura imperiale che ha portato alla decadenza della storiografia.
Tiberio assiste al processo con uno sguardo truce, influenzando negativamente l'esito e contribuendo all'atmosfera cupa e repressiva.
La Lex Maiestatis viene estesa da Tiberio per includere le parole, non solo i fatti, permettendo la persecuzione di intellettuali non allineati.
Vengono citati scrittori che esaltarono nemici dei Cesari, come Marco Antonio e Bruto, che non subirono censura per i loro scritti.