Concetti Chiave
- Giovenale si oppone alla letteratura contemporanea delle recitationes, preferendo una satira che riflette la realtà e denuncia la corruzione sociale.
- Prendendo ispirazione da Lucilio e Marziale, la sua satira è caratterizzata da un realismo crudo e una forte indignazione morale.
- L'indignazione per la decadenza morale e la corruzione della società è la principale motivazione per le sue satire, rendendo la scrittura una necessità morale.
- Giovenale critica l'ipocrisia sociale, sottolineando come l'onestà sia elogiata a parole ma non praticata.
- Per evitare ritorsioni, Giovenale sceglie di criticare i morti e gli eventi del passato piuttosto che il potere imperiale contemporaneo.
La musa dell’indignatio è un esplicito programma di poetica in cui Giovenale spiega i motivi per i quali ha deciso di scrivere satire (egli afferma: “dovrò io sempre soltanto ascoltare?”). Il poeta critica la letteratura contemporanea, basata sulle recitationes, ovvero gli esercizi declamatori che ripropongono fino alla nausea i soliti temi mitologici, lontanissimi dalla realtà e astrusi: lo studio del passato non deve essere fine a se stesso, bensì configurarsi come strumento per comprendere al meglio la realtà.
Per questo motivo, il poeta si contrappone alla letteratura delle recitationes e guarda alla realtà contemporanea, affermando di voler scendere nel campo di Orazio e Lucilio (padri del genere satirico). Mentre nella satira di Orazio prevaleva l’indulgenza verso un’umanità imperfetta, in cui si inseriva lo stesso poeta, Giovenale assume come proprio modello Lucilio; infatti, la sua satira è una sanguigna e aspra demistificazione, sulla scia del realismo di Marziale. Giovenale espone tutta la parte negativa della società, attraverso il filtro della propria ira.
Ciò che lo spinge a scrivere satire è la naturale indignazione che deriva dallo sfacelo morale della società corrotta e perversa in cui la ricchezza è ciò che tutti tentano di raggiungere con i mezzi più spregiudicati. Guardare la realtà contemporanea implica quasi necessariamente scrivere satire. L’indignatio è una fonte di ispirazione così potente da poter sopperire addirittura alla mancanza di talento: scrivere diventa una vera e propria necessità morale per esprimere lo sdegno e denigrare la corruzione. Infatti, il poeta non si presenta come Orazio, nella sua veste autobiografica, bensì, come una sorta di “Anonimo Romano”, difensore della morale offesa.
Giovenale critica l’ipocrisia: “L’onestà vien lodata, ma muore di freddo”. Tutti si lamentano della disonestà e della corruzione, tuttavia, nessuno ha il coraggio di essere onesto.
Alla fine della I satira, Giovenale afferma di limitarsi a denigrare i morti e gli eventi del passato per evitare ritorsioni dai vivi, particolarmente pericolose quando a essere criticato è proprio il potere imperiale.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo principale che spinge Giovenale a scrivere satire?
- Come si differenzia la satira di Giovenale da quella di Orazio?
- Qual è l'approccio di Giovenale verso la critica del potere imperiale?
Giovenale è spinto a scrivere satire dalla naturale indignazione derivante dallo sfacelo morale della società corrotta e perversa, dove la ricchezza è perseguita con mezzi spregiudicati.
Mentre Orazio mostrava indulgenza verso un'umanità imperfetta, Giovenale segue il modello di Lucilio, offrendo una demistificazione aspra e sanguigna della società, ispirata dal realismo di Marziale.
Giovenale sceglie di denigrare i morti e gli eventi del passato per evitare ritorsioni dai vivi, particolarmente pericolose quando si critica il potere imperiale.