Concetti Chiave
- Giovenale, nato nel Lazio meridionale tra il 50 e il 60, è noto per le sue sedici satire distribuite in cinque libri, utilizzando l'esametro.
- Nonostante non fosse di estrazione elevata, ricevette una buona educazione retorica e lavorò come avvocato.
- Le satire di Giovenale criticano la letteratura contemporanea e riflettono una visione negativa della realtà romana, enfatizzando la corruzione e i vizi.
- Inizialmente, Giovenale si limita a denunciare i vizi, ma dalla ottava satira propone comportamenti corretti, valorizzando la virtù e criticando la superficialità della ricchezza.
- Lo stile di Giovenale evolve, inizialmente contrappone realtà e mitologia, per poi fonderle, utilizzando uno stile più elevato e un linguaggio colloquiale con espressioni grecizzanti.
Giovenale - opere e biografia
Decimo Giunio Giovenale nasce nel Lazio meridionale tra il 50 e il 60. Marziale lo cita in una delle sue opere, descrivendolo come focalizzato sulle preferenze dei suoi clienti. Da ciò si evince che non è di estrazione elevata
Nonostante ciò riceve una buona educazione dal punto di vista della retorica e si dedica alla professione di avvocato.
Scrive sedici satire utilizzando l'esametro, e le distribuisce in cinque libri.
La produzione
Il genere della satira si sviluppa con Lucilio, il quale conferisce a questo genere tutto romano delle caratteristiche che lo differenziano dagli altri.
All'interno delle sue satire egli menziona alcuni autori a lui precedenti e attivi nella produzione di satire, come Orazio.
Anche Giovenale riprende un atteggiamento di critica della letteratura contemporanea e si rivela essere contrario agli influssi mitologici nella sua poetica. la realtà che Giovenale rappresenta corrisponde alla quotidianità, in cui sono inseriti i personaggi che non hanno nulla di eccezionale. Giovenale enfatizza gli eventi che racconta nelle sue satire.
Nella prima satira l'autore imposta il tema principale della sua poesia, ovvero il comportamento umano visto come un atteggiamento deleterio, data la corruzione in cui versa Roma nella sua epoca.
Giovenale, differenza di Persio, non vuole educare o correggere, ma solo denunciare contro i vizi.
Il moralismo di Giovenale si traduce nello sdegno, utilizzato dall'autore per suscitare delle risposte emotive nei lettori.
Dalle prime sette satire emerge una concezione negativa della realtà: il poeta prende come riferimento i costumi romani.
l'analisi del Mos maiorum condotta dall'autore è fatta in base alle ripercussioni sociali che esso ha.
Oltre all'esame della realtà, con esito negativo, nella prima satira troviamo una sezione che descrive la tipica giornata dei clienti. Il tema viene accantonato per essere trattato nuovamente nella satira terza.
A partire dall'ottava satira la concezione dell'autore muta: egli non si basa più solo sulla denuncia, ma si prefigge come scopo quello di proporre dei comportamenti corretti.
Riappare la concezione che gli unici beni siano quelli come la virtù, mentre tutto ciò che è esteriore non determina la felicità. Anche la concezione di ricchezza cambia: se prima era collegata alla detenzione di un potere ingiusto, adesso diventa semplicemente un bene superficiale. Queste componenti rendono i componimenti più pacati.
Forma e stile
Se nella prima satira la realtà è contrapposta alla mitologia, successivamente i due elementi finiscono per coincidere. Questa assimilazione produce delle conseguenze anche in campo stilistico, in quanto apre la strada all'utilizzo di uno stile più elevato solitamente rifiutato dai satirici.
Quanto l'aspetto linguistico, è presente la consueta colloquialità, con l'utilizzo sporadico di vocaboli volgari. Frequenti sono le espressioni grecizzanti.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e sociale in cui Giovenale scrive le sue satire?
- Qual è l'approccio di Giovenale nei confronti della mitologia nella sua poetica?
- Come evolve la concezione di Giovenale nelle sue satire a partire dall'ottava?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche delle satire di Giovenale?
Giovenale scrive in un'epoca di corruzione a Roma, e le sue satire riflettono una concezione negativa della realtà, criticando i costumi romani e la società del suo tempo.
Giovenale si oppone agli influssi mitologici nella sua poetica, preferendo rappresentare la realtà quotidiana e i personaggi comuni, enfatizzando gli eventi nelle sue satire.
A partire dall'ottava satira, Giovenale non si limita più alla denuncia dei vizi, ma propone comportamenti corretti, valorizzando la virtù e considerando la ricchezza come un bene superficiale.
Le satire di Giovenale presentano una colloquialità consueta, con l'uso sporadico di vocaboli volgari e frequenti espressioni grecizzanti, e un'evoluzione verso uno stile più elevato che integra elementi mitologici.