c_001
Ominide
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Giovenale nacque ad Aquino intorno al 50/60 d.C. e, nonostante una buona educazione retorica, si dedicò alla poesia solo in tarda età, dopo aver esercitato l'avvocatura.
  • Le sue satire, distribuite in cinque libri, esprimono un forte disgusto per la corruzione morale e la società romana, distinguendosi per la critica alla decadenza dei costumi e dei valori.
  • L'indignatio è la caratteristica distintiva della sua satira, con attacchi violenti a una società vista come irrimediabilmente corrotta, senza alcuna intenzione di riforma sociale.
  • Il suo stile drammatico si adatta ai temi gravi delle sue opere, utilizzando toni sublimi e movenze epiche per evidenziare i contenuti volgari e degradati della contemporaneità.
  • Giovenale rinuncia alla funzione sociale e moralistica della satira romana tradizionale, esprimendo nostalgia per il passato e una visione pessimista del presente e del futuro.

Indice

  1. Vita
  2. Le opere
  3. Struttura
  4. Novità, l'indignatio
  5. Novità, lo stile drammatico

Vita

Nasce ad Aquino attorno al 50/60 d.C. da famiglia benestante che gli assicurano una buona educazione retorica (seppur non nutra alcun interesse per la filosofia). Egli esercitò l'avvocatura e visse, privo di autonomia economica, come cliente recitando numerose declamazioni, giungendo quindi alla poesia solo in tarda età.

Le opere

Struttura

Giornale scrive 16 satire, suddivise in 5 libri: 1) Giovenale dichiara il suo disgusto per la corruzione morale e per la fatuità delle declamazioni alla moda, distanziandosi dai poeti contemporanei e praticando una poesia più costruttiva, ossia la satira, pur essendo consapevole che nonostante questo sarà destinato a perdere contro i poetastri 2) la satira II costituisce un esempio dell'indignatio di Giovenale il quale si scaglia contro gli omosessuali.

Giovenale mostra una generale paura per il diverso e…p.290 3) nella terza satira emerge la descrizione di una Roma malsicura per gli onesti, piena di vizi abbruttenti e dove ormai non è rimasto più nulla di nuovo 4) descrive il consiglio indetto da Domiziano per deliberare su una questione importante quale quella di scegliere come cucinare un gigantesco rombo offerto in dono all'imperatore 6) in essa critica e inveisce contro l'immoralità e i vizi della contemporaneità attraverso una requisitoria rivolta alle matrone romane non perché donne ma perché matrone, ossia a causa del loro stile di vita, che rende quindi scontato che si comportino anch'esse in modo immorale, e dalla completa lontananza dal modello della tradizionale di matrona, cioè una donna detentrice di numerose virtù, prime fra tutte la pudicitia 7) In questa satira Giovenale critica la decadenza degli studi e la fine del mecenatismo, causa delle misere condizioni dei veri letterati; pur denunciando le ingiustizie e l'oppressione degli umili e degli emarginati egli prova un profondo disprezzo per il volgo e per le classi più umili 10) è incentrata sull'insensatezza delle brame umane.

Novità, l'indignatio

La novità della satira è costituita dall'indignatio, ossia dai violenti attacchi ad una società considerata irrimediabilmente corrotta, dovuto al fatto che il tumultuoso sviluppo aveva portato ad un rovesciamento di tutte i ruoli e le classi sociali generando così delle anomalie spaventose e preoccupanti in quanto è venuto meno ogni principio morale (i ceti popolari un tempo considerati inferiori si sono affermati con forza e hanno acquisito ricchezza e posizioni sociali invidiabili, gli uomini hanno rinunciato al loro ruolo di guida e assunto comportamenti femminei, le donne hanno perso il loro ruolo di subalterne e sino diventate il sesso dominante, l'economia è in mano agli stranieri, predominano i poetastri sui veri intellettuali); proprio per via di questa convinzione la satira di Giovenale è priva di qualsiasi fine sociale, in quanto l'autore non crede di poter cambiare il comportamento degli uomini con la propria opera, ma si limita ad essere una denuncia violenta contro i vizi, una protesta astiosa priva di qualsiasi illusione di riscatto e di fiducia di potervisi sottrarre. Tramite l'indignatio Giovenale non rifiuta solo la tradizionale funzione sociale della satira ma rinuncia anche al moralismo romano, il quale insegnava a restare indifferenti nei confronti del mondo e a coltivare l'apatheia e l'autarkeia. Egli quindi demistifica tale moralismo attraverso lo sdegno dell'uomo offeso, poiché vede venir premiati i i viziosi, e attraverso il rancore dell'emarginato, dovuta alle difficili condizioni in cui lui in qualità di intellettuale si ritrova a causa dell'eliminazione del trattato. Inoltre la completa mancanza di fiducia nella possibilità di un cambiamento distrugge qualsiasi possibilità per un futuro migliore, portando così l'autore a idealizzare e rimpiangere con nostalgia il passato in un forte ed evidente passatismo. Solamente negli ultimi due libri i toni cambiano: pur lasciando trapelare a tratti il vecchio furore i versi dell'autore si sono fatti meno vigorosi, indice di una satira stanca e rassegnata a tal punto da rinunciare perfino all'indignatio.

Novità, lo stile drammatico

Poiché secondo Giovenale il presente è ora popolato da mostra, ossia fatti straordinari per la loro gravità e che lo sono a tal punto da poter essere l'oggetto di tragedie; per questo lo stile non può più essere quello umile e familiare, legato alla commedia e al ridiculum ma deve adattarsi ai nuovi contenuti e deve quindi essere uno stile drammatico con toni alti e sublimi, uno stile grandioso simili a quello della tragedia e dell'epos, movenze epiche (soprattutto utilizzate per sottolineare per contrasto i contenuti bassi e volgari), enfasi declamatoria e toni aulici e plebei.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'elemento distintivo della satira di Giovenale?
  2. L'elemento distintivo della satira di Giovenale è l'indignatio, che consiste in violenti attacchi a una società considerata irrimediabilmente corrotta, senza alcuna illusione di poter cambiare il comportamento degli uomini.

  3. Come Giovenale descrive la società del suo tempo nelle sue satire?
  4. Giovenale descrive la società del suo tempo come moralmente corrotta, con un rovesciamento dei ruoli e delle classi sociali, dove i ceti popolari hanno acquisito potere e ricchezza, e le donne sono diventate il sesso dominante.

  5. Qual è la struttura delle satire di Giovenale?
  6. Le satire di Giovenale sono suddivise in 5 libri, ognuno dei quali affronta temi diversi come la corruzione morale, la paura del diverso, l'immoralità delle matrone romane, la decadenza degli studi e l'insensatezza delle brame umane.

  7. In che modo lo stile di Giovenale si differenzia da quello tradizionale?
  8. Lo stile di Giovenale si differenzia da quello tradizionale per il suo carattere drammatico, con toni alti e sublimi, simili a quelli della tragedia e dell'epos, per adattarsi ai contenuti gravi e straordinari del presente.

  9. Come evolve il tono delle satire di Giovenale negli ultimi due libri?
  10. Negli ultimi due libri, il tono delle satire di Giovenale diventa meno vigoroso, mostrando una satira stanca e rassegnata, che rinuncia perfino all'indignatio, riflettendo una mancanza di fiducia nel cambiamento.

Domande e risposte