Concetti Chiave
- Orazio, nato a Venosa, studiò a Roma e Atene, partecipando alla battaglia di Filippi; divenne un noto poeta e amico di Mecenate.
- Gli Epodi mostrano un tono polemico, influenzato da Archiloco e Callimaco, con temi come invettiva e morale, adattati al contesto romano.
- Le satire di Orazio, in due libri, evolvono da critiche dirette a dialoghi morali, utilizzando un tono discorsivo in esametri, ispirandosi a Lucilio.
- Le Odi, influenzate da Alceo, Saffo e altri, esplorano temi filosofici e civili, celebrando l'Impero di Augusto con originalità poetica.
- Le epistole di Orazio, in esametri, riflettono una ricerca morale e saggezza, affrontando temi di politica culturale e poetica nell'élite augustea.
La vita di Orazio
Orazio nacque a Venosa, in Basilicata, da un padre liberto che si era arricchito grazie alla sua professione di esattore di pubbliche aste. Fece studiare Orazio a Roma nelle migliori scuole, poi proseguì i suoi studi ad Atene, dove approfondì i luoghi della filosofia e della cultura greca. Nel frattempo arrivarono in Grecia gli uccisori di Giulio Cesare, Bruto e Cassio, detti anche Cesaricidi e Orazio si arruolò nell’esercito di Bruto e partecipò alla battaglia di Filippi nel 42 a.C. nella quale i Cesaricidi furono sconfitti da Ottaviano e Marco Antonio. Orazio riuscì a salvarsi ma perse tutti i suoi beni tornato a Roma. Cominciò a comporre versi e divenne amico di Virgilio e Vario Rufo che lo presentarono a Mecenate, che lo ammise nel suo circolo di letterati e i due furono amici stretti per tutta la vita. Orazio visse gli ultimi anni della sua vita in una condizione di prosperità e morì due mesi dopo del suo amico Mecenate accanto al quale fu sepolto sull’Esquilino.
Gli Epodi
La prime opere di Orazio furono gli Epodi, nel quale vista la giovane età e le sventure causate dalla sconfitta, fecero sì che il tono di questi componimenti fosse particolarmente polemico. In realtà gran parte delle polemiche portate avanti da Orazio potrebbero essere dovute all’imitazione dei modelli e rientrare quindi nelle regole del genere, non a caso Orazio chiama i suoi Epodi “iambi”, facendo così riferimento da un lato al ritmo che in essi prevale e dall’altro al tono aggressivo che già in origine era associato alla poesia giambica greca. I modelli di Orazio furono Archiloco e Callimaco, il poeta dice di riprendere da loro metri e ispirazione aggressiva ma non contenuti e parole. In realtà, una delle differenze sostanziali fra Orazio e Archiloco è che il secondo dava voce ai rancori civili di un aristocratico greco del VII secolo a.C. quale Archiloco era, mentre Orazio sarebbe entrato ben presto nell’entourage di Ottaviano. Per questo le sue invettive non potevano che essere rivolte a bersagli di minor portata speciale spesso anche inventati. Gli argomenti toccati da Orazio nei suoi Epodi sono molteplici, carmi di invettiva, epodi erotici, epodi civili e anche un epodo gnomico, cioè un epodo che aveva come chiusa finale una sorta di messaggio morale.
Le satire
Le satire sono 18 componimenti distribuiti in due libri pubblicati il primo forse nel 35 a.C. e il secondo mel 30 a.C. I due libri sono molto diversi fra di loro, se nel primo lo scopo del poeta è quello di allietare il lettore con la descrizione di comportamenti ridicoli o attaccare in modo diretto i personaggi presi di mira, nel secondo le polemiche personali sono meno frequenti e prevale la forma dialogica. In questi dialoghi, il poeta ha diversi ruoli: ammonisce o è ammonito oppure è un semplice osservatore. I manoscritti dimostrano che le satire di Orazio erano anticamente chiamate Sermones cioè chiacchierate, termine già usato da Lucilio in relazione alle sue satire. Il rapporto che Orazio ha nei confronti nell’opera di Lucilio è ambivalente, da un lato dichiara apertamente l’ammirazione nei suoi confronti riconoscendogli il merito di aver dato forma al genere, dall’altro gli critica una certa arcaica rozzezza, una differenza sostanziale che intercorre fra i due è che Orazio abbandona la polimetria usata da Lucilio per privilegiare l’esametro, che da questo momento in poi diventerà il metro per eccellenza del genere satirico. Inoltre Orazio, a differenza di Lucilio, usa un tono medio e discorsivo che accompagna una certa impostazione moralistica, proprio tale spirito moraleggiante deve trovare le basi nella riflessione etica condotta sempre con un pizzico di autoironia.
Le odi
Le odi sono 103, riunite in una raccolta di quattro libri, i primi tre, pubblicati nel 23 a. C. e il quarto nel 13 a.C. Tuttavia Orazio ci lavorava da tempo, tant’è vero che il componimento più antico, il trentasettesimo del primo libro risale al 30 a.C. ed è relativo alla morte di Cleopatra. In questo caso il modello che Orazio dice esplicitamente di seguire è il poeta lirico Alceo, nei componimenti inoltre, forte è anche l’influenza di altri poeti greci come Saffo, Anacreonte e Pindaro. Bisogna però, sempre considerare che il richiamo esplicito di questi modelli rientra nella “lex operis”, cioè nella norma che regola un determinato genere poetico, in questo caso quello lirico, d’altro canto Orazio tiene a sottolineare la propria originalità. I temi presenti nelle Odi sono davvero tanti, ci sono carmi riguardanti la meditazione e la cultura filosofica tra cui rientrano quello del carpe diem, cioè del godere appieno il presente, della celebrazione dell’autarkeia, ovvero dell’autosufficienza interiore rispetto a ogni condizionamento esterno e dell’esaltazione dell’aurea mediocritas, cioè il fuggire tutti gli eccessi. Ci sono componimenti relativi alla poesia civile che celebrano avvenimenti e miti dell’età augustea ma senza cadere nella propaganda, sono carmi più di encomio che mostrano apertamente la gratitudine del poeta nei confronti dell’opera di pacificazione dell’Impero portata avanti da Augusto. Molte poesie sono poi carmi conviviali o carmi che esaltano il paesaggio parlando della campagna come “locus amoenus” cioè un luogo ideale. Altri invece celebrano sentimenti quali amicizia e amore, questo tema però non viene trattato alla maniera di Catullo, l’amore per Orazio è una sorta di rituale che si ripete sempre con gli stesso episodi.
Il Carmen Saeculare
Un discorso a parte merita il carmen saeculare un componimento scritto da Orazio nel 17 a.C. su incarico di Augusto. Il carme doveva essere eseguito da un coro di ventisette ragazzi e ventisette ragazze per la celebrazione dei Ludi Saeculares con un’invocazione agli dei, in particolar modo ad Apollo e Diana, si chiedeva che Roma e il regime augusteo potessero vivere sempre in prosperità.
Le epistole
Le epistole di Orazio sono lettere fittizie raccolte in due libri, il primo raccoglie ben venti lettere scritte fra il 23 a.C e il 20 a.C., il secondo comprende tre lunghe lettere scritte successivamente. Si chiamano Epistole perché tutti i componimenti presentano oltre a un destinatario anche delle formule di saluto tipiche delle lettere. Ma la grande novità introdotta da questi componimenti consiste nel fatto che siano scritti in esametri. Dalle epistole emerge un Orazio scontento che vagheggia un allontanamento dalla mondanità romana per rifugiarsi nella campagna Sabina, la ricerca morale è animata dalla necessità della saggezza, resa ancor più urgente dallo scorrere inesorabile del tempo che ha portato Orazio alla vecchiaia. Essendo gli interlocutori di Orazio membri dell’élite sociale augustea il poeta non potrà lasciare problemi di politica letteraria e di politica culturale, in particolar modo nelle Epistole ai Pisoni detta anche Ars Poetica. Orazio nell’opera si sofferma sul genere poetico, si raccomanda di cesellare con il labor linee i propri lavori, di pazientare se necessario prima di renderli pubblici, di attingere ai grandi modelli greci e di prestare attenzione ai principi del decorum.Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e la formazione di Orazio?
- Quali sono le caratteristiche principali degli Epodi di Orazio?
- In che modo le Satire di Orazio differiscono dai lavori di Lucilio?
- Quali temi sono trattati nelle Odi di Orazio?
- Qual è l'importanza del Carmen Saeculare?
Orazio nacque a Venosa, in Basilicata, e fu educato a Roma e ad Atene, dove studiò filosofia e cultura greca.
Gli Epodi di Orazio sono caratterizzati da un tono polemico e aggressivo, ispirato ai modelli di Archiloco e Callimaco, e trattano vari temi come invettive, erotismo e messaggi morali.
Orazio abbandona la polimetria di Lucilio per l'esametro e adotta un tono medio e discorsivo con un'impostazione moralistica, accompagnata da autoironia.
Le Odi di Orazio trattano temi come la meditazione filosofica, la celebrazione dell'autosufficienza interiore, l'encomio dell'età augustea, e sentimenti come l'amicizia e l'amore.
Il Carmen Saeculare, scritto su incarico di Augusto, è un componimento celebrativo per i Ludi Saeculares, invocando prosperità per Roma e il regime augusteo.