Concetti Chiave
- "Carpe diem" è tratto dall'undicesimo componimento del primo libro delle Odi di Orazio, che invita a vivere il presente senza fidarsi troppo del futuro.
- Il verbo "carpo" significa "cogliere" e "dies" significa "giorno", quindi "carpe diem" esorta a godere del presente e a liberarsi dall'angoscia del futuro.
- L'espressione riflette il tema dell'ineluttabilità della morte e il continuo scorrere del tempo, che porta a una riflessione sull'importanza del presente.
- Orazio incoraggia a non abbandonarsi a una ricerca egoista del piacere, ma a sviluppare gratitudine e consapevolezza del momento presente.
- Alfonso Traina ha interpretato "carpe diem" come un invito a cogliere progressivamente il tempo, sottolineando la complessità della traduzione letterale del motto.
Questo appunto di Letteratura Latina spiega il significato della citazione “carpe diem” tratta da un’ode del celebre poeta latino Quinto Orazio Flacco nato a Venosa l’8 dicembre del 65 a.C. e morto il 27 novembre dell’8 a.C. Si tratterà anche dell’attualità di tale motto e della sua applicazione nella vita dell’uomo contemporaneo.

Indice
In quale opera si trova il motto “carpe diem”?
L’esortazione “carpe diem” è presente nell’undicesimo componimento del primo libro delle Odi di Orazio. Si riportano di seguito il testo in latino e la sua traduzione in italiano.
1. Tu ne quaesieris (scire nefas) quem mihi, quem tibi
2. finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
3. temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
4. Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
5. quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
6. Tyrrhenum, sapias: vina liques et spatio brevi
7. spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
8. aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.
1. Tu non chiedere (non è lecito saperlo) quale termine a me, quale a te
2. diedero gli dèi, Leucònoe, e non tentare
3. i calcoli astrologici babilonesi. Com’è meglio, qualunque cosa sarà, accettarla!
4. Sia che Giove abbia assegnato più inverni sia l’ultimo,
5. che ora affatica contro gli opposti scogli il mare
6. Tirreno, sii saggia: filtra i vini e in un tempo breve
7. recidi una lunga speranza. Mentre parliamo, sarà già fuggito
8. il tempo maligno: cogli la giornata, il meno possibile fiduciosa nel domani.
Come si traduce e che cosa significa “carpe diem”?
Il sintagma “carpe diem” è costituito dall’imperativo presente alla seconda persona singolare del verbo “carpo” (carpo, carpis, carpsi, carptum, carpere) e dall’accusativo singolare del sostantivo della quinta declinazione “dies” (dies diei). Il verbo “carpo” ha il significato concreto di “cogliere, strappare”, mentre “dies” significa “giorno” o, più in generale, “tempo”. L’espressione è stata tradotta in veri modi, quali “cogli il giorno”, “cogli l’ora”, “cogli l’attimo”, “cogli l’attimo presente”, “godi del presente”.Il concetto espresso dal “carpe diem” è legato al tema oraziano dell’ineluttabilità della morte e all’angoscia (cura) del tempo che nel suo incessante scorrere conduce fino a essa.
L’esimio latinista Alfonso Traina (1925-2019), nella sua introduzione all’edizione BUR (Biblioteca Universale Rizzoli) di Odi e Epodi di Orazio afferma che il verbo “carpo” si riferisce a “un movimento laccerante e progressivo tra le parti e il tutto, come sfogliare una margherita o piluccare un grappolo d’uva”. Dice inoltre che “il tutto è l’aetas, il tempo maligno (invida) visto nella continuità della sua fuga: la parte è il dies, l’oggi, da spiccare giorno per giorno, senza contare sul domani”. Si può concordare con lo studioso nel sostenere che una traduzione letterale del “carpe diem” è impossibile. Tale motto è un invito a cogliere la gioia del presente a liberarsi dal pensiero angoscioso o speranzoso di ciò che riserverà il domani. Non si tratta però di una sollecitazione a un edonismo fine a sé stesso quanto piuttosto a un ancorarsi alla vita presente dove il gioire è una reazione a una profonda riflessione sul nulla e sulla fine del tempo.
Come possiamo applicare il “carpe diem” nella nostra vita quotidiana?
Se ancora oggi “carpe diem” è un motto a tutti noto sul quale si scrive e si discute, possiamo senza dubbio affermare che l’angoscia della morte e dell’annichilazione, che a tale motto ha dato origine, è stata sconfitta dall’eternarsi dell’opera poetica di Orazio che gli ha conferito l’immortalità dell’arte. Questo fatta è una decisa esortazione a non interpretare il “carpe diem” come un invito a pensare solo al presente abbandonandosi a una sterile ed egoista ricerca del piacere individuale ma a fare ben altro. In un mondo in cui regna l’incertezza sia nella vita del singolo sia nel destino collettivo di tutta l’umanità possiamo trarre vantaggio dall’incoraggiamento di Orazio procedendo come segue:- Sviluppare gratitudine perché siamo vivi e consapevolezza del fatto che, finché respiriamo, possiamo cambiare la nostra vita o lottare per difendere ciò che più amiamo.
- Comprendere che le nostre azioni del presente sono le cause degli effetti del futuro.
- Non farci sopraffare dall’angoscia del futuro né sviare dalla speranza di ciò che non è ancora concreto, ma godere del presente, sforzandoci per migliorarci e per vivere con gioia.
Per approfondimenti su Orazio vedi anche qui
Domande da interrogazione
- In quale opera di Orazio si trova il celebre motto "carpe diem" e cosa esorta a fare?
- Che significato letterale ha l'espressione "carpe diem" e come viene interpretata?
- Qual è il tema centrale dell'ode di Orazio che contiene il motto "carpe diem"?
- Come possiamo applicare il principio del "carpe diem" nella nostra vita quotidiana secondo l'interpretazione moderna?
- Qual è il contributo di Alfonso Traina nell'interpretazione del "carpe diem"?
Il motto "carpe diem" si trova nell'undicesimo componimento del primo libro delle Odi di Orazio. Esso esorta a cogliere la giornata e a vivere il presente senza eccessiva fiducia nel futuro.
"Carpe diem" letteralmente significa "cogli il giorno", con il verbo "carpo" che indica un'azione di cogliere o strappare, e "dies" che significa "giorno". Viene interpretata come un invito a godere del presente e a liberarsi dall'angoscia del futuro.
Il tema centrale è l'ineluttabilità della morte e l'angoscia del tempo che scorre, portando con sé un invito a godere del presente senza preoccuparsi eccessivamente del domani.
Possiamo applicarlo sviluppando gratitudine per la vita, comprendendo l'importanza delle nostre azioni presenti per il futuro, e godendo del presente senza lasciarci sopraffare dall'angoscia del futuro o da speranze non concrete.
Alfonso Traina ha contribuito con un'interpretazione profonda del "carpe diem", vedendo il verbo "carpo" come un'azione che simboleggia il cogliere progressivo del tempo, e sottolineando l'impossibilità di una traduzione letterale del motto, che invita a cogliere la gioia del presente.