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Concetti Chiave

  • Publius Terentius Afer, nato schiavo africano, divenne un liberto e un protetto del circolo degli Scipioni, affrontando accuse di prestanomismo.
  • Terenzio scrisse sei commedie tra il 166 e il 160 a.C, caratterizzate dall'assenza di tipologie fisse come quelle plautine.
  • Le sue opere includevano l'agnizione, il riconoscimento delle origini nobili di un personaggio cresciuto in povertà.
  • I personaggi di Terenzio non erano stereotipati ma psicologicamente complessi, spesso presentati tramite il doppio intreccio.
  • L'analisi della personalità e il predominio dei dialoghi distinguevano le sue commedie, introducendo l'Humanitas nella cultura romana.
Publius Terentius Afer fu uno schiavo africano, poi, liberto, che divenne un protetto del circolo degli Scipioni, in seguito, accusato di esserne il prestanome per la scrittura delle commedie.

Le commedie

Terenzio scrisse unicamente 6 fabulae palliatae tra il 166 e il 160 a.C, non riconducibili come quelle plautine ad una determinata tipologia, come la commedia della beffa plautina, o quella del doppio, del tutto assenti.
Tipica era l'agnizione, ovvero il riconoscimento delle vere origini di un personaggio, di solito figlio di nobili ma cresciuto in povertà.

Nonostante utilizzasse la commedia dei caratteri, i personaggi non erano stereotipati ma caratterizzati psicologicamente, per questo spesso ricorreva a trame basate sul doppio intreccio (comoedia duplex), affiancando due persone con caratteri diametralmente opposti, per analizzarne la personalità.

Altra importante caratteristica, oltre all'analisi della personalità, era la prevalenza di dialoghi rispetto alle azioni, tratto che stancava il pubblico romano, maggiormente eccitato dalle lotte gladiatorie.

Grazie a questa analisi dell'essere umano e al suo rendere le maschere persone in carne e ossa si può dire che Terenzio fu colui che introdusse l'Humanitas, (la visione del mondo che pone al centro della propria ricerca l'uomo)a Roma, pur non parlandone esplicitamente.

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