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Concetti Chiave

  • "Hecyra" di Terenzio fu rappresentata tre volte, con successo solo alla terza rappresentazione nel 160 a.C., quando il pubblico fu invitato a prestare attenzione.
  • Il primo prologo menziona il fallimento della prima rappresentazione, dovuto alla distrazione del pubblico da uno spettacolo circense e un funambolo.
  • Nel secondo prologo, più lungo, Lucio Ambivio Turpone chiede al pubblico di ascoltare in silenzio, spiegando i fallimenti passati e cercando di ottenere rispetto per l'opera.
  • La trama ruota attorno a Panfilo, costretto a sposare Filomena ma innamorato di Bacchide, e le complicazioni derivanti dalla sua doppia vita e dalla nascita di un figlio non suo.
  • L'opera si conclude con la scoperta che Panfilo aveva violentato Filomena in passato; Bacchide aiuta a risolvere il conflitto, portando Panfilo e Filomena alla riconciliazione.

Indice

  1. Hecyra di Terenzio
  2. Prologo I
  3. Prologo II
  4. Atto I
  5. Atto II
  6. Atto III
  7. Atto IV
  8. Atto V

Hecyra di Terenzio

La commedia intitolata “Hecyra” venne messa in scena per ben tre volte: la prima volta venne recitata senza prologo, nel 165 a. C. in onore dei Ludi Megalensi, sotto il consolato di Cneo Ottavio e Tito Manlio, ma il pubblico preferì uno spettacolo circense piuttosto che tale opera e la commedia non riscosse alcun successo; la seconda volta venne messa in scena nel 160 a.

C. in occasione dei ludi funebri celebrati in onore di Lucio Emilio Paolo, nella prima parte ebbe successo, mentre nella seconda il pubblico abbandonò l’opera per andare ad assicurarsi un posto nello spettacolo di gladiatori che a breve sarebbe incominciato; la terza volta invece sotto gli edili Quinto Fulvio e Lucio Marcio, sempre del 160 a. C., durante il prologo vennero invitati i partecipanti a prestare grande attenzione e l’opera ebbe successo.

Prologo I

(1-8) Il primo prologo è riferito alla seconda messa in scena della commedia. È molto breve, annuncia il titolo dell’opera e ricorda il riscontro negativo ottenuto dalla prima messa in scena, dove il pubblico, attonito e sbalordito non poté né guardarla ne capirla a pieno poiché la loro attenzione venne rapita da uno spettacolo circense e dall’esibizione di un funambolo. All’interno del prologo viene fatto riferimento (“stupidus” da “stupeo”) anche allo stordimento e all’ebrezza emotiva con cui il popolo si distolse dalla rappresentazione della commedia. L’autore inoltre sta ben attento a non accusare apertamente e direttamente il pubblico (naturalmente per evitare lo sfavore dello stesso) e definisce lo spettacolo del funambolo un “evento improvviso quanto rovinoso”.

Prologo II

(9-57) A differenza del primo, il secondo prologo è molto più lungo e abbondante. È riferito alla terza messa in scena dell’opera e venne pronunciato dal capocomico Lucio Ambivio Turpone, che lo espone nelle vesti di “orator”, per ricevere dal pubblico il rispetto tale che si merita un avvocato. Come tale Turpione pronuncia un discorso di difesa volto a predisporre positivamente l’animo degli spettatori e sperando di ricevere, almeno nella terza volta, l’attenzione e il silenzio che l’opera merita. Successivamente poi vengono i due fallimenti della medesima commedia e in fine viene chiesto al pubblico, come favore, di ascoltare in silenzio l’ora che a breve verrà presentata affinché lui possa svolgere il suo lavoro e il pubblico possa comprenderne il significato.

Atto I

(58-197, personaggi Filotide, Sira, Parmenone, due scene) Nella prima scena Filotide racconta a Sira che Panfilo, amante della loro amica Bacchide, ha deciso di lasciare la meretrice per sposarsi. Nel secondo atto le due donne incontrano Parmenone, schiavo della famiglia di Panfilo. Dopo un breve racconto degli ultimi anni trascorsi, Filotide lo convince a farsi rivelare per filo e per segno le vicende amorose del suo padrone. Nonostante il suo amore sincero per la meretrice Bacchide, per volontà del padre Lachete, Panfilo è costretto a prendere in moglie una loro vicina Filomena. Dopo il matrimonio Panfilo non osò minimamente toccare la moglie, continuando a vedere segretamente la meretrice Bacchide. Dopo una attenta analisi del suo comportamento e delle donne che lo circondavano, Panfilo si sciolse gradualmente da Bacchide e iniziò a dare amore alla moglie. A Imbro intanto morì un vecchio parente e il giovane venne mandato lì con la forza dal padre, lasciando la moglie insieme alla madre. Nei primi giorni il rapporto tra le due donne procedeva bene, ma successivamente la moglie finge di essere stata chiamata da sua madre per un rito sacro e se ne va. Non tornò per alcuni giorni, giustificando la sua assenza prima con altre menzogne e dopo con dei problemi di salute. Sotrata, madre di Panfilo, preoccupata per la nuora andò a visitarla, ma non le fu concesso.

Atto II

(198-280, personaggi Lachete, Sotrata, Fidippo, tre scene) L’atto si apre con il dialogo tra Lachete e Sotrata: il primo è convintissimo che la causa di questo disguido sia la moglie; è risaputo che le suocere hanno un modo di comportarsi molto aspro con le proprie nuore e pensa che il comportamento di Sotrata sia l’unica malattia della ragazza. Nella seconda scena i coniugi incontrano Fidippo, il padre di Filomena, mentre esce dalla sua casa. Lachete lo interroga sul motivo per il quale la figlia non voglia tornare nella sua casa: domanda se la colpa sia del figlio, chiede di giudicare ogni azione sbagliata da loro commessa e si dichira pronto a prendersi cura della saluta di Filomena se il problema è realmente una malattia. Fidippo, non sapendo nemmeno lui il motivo preciso di tale comportamento della figlia, si limita solamente ad affermare che essa non potrebbe resistere a casa loro in assenza di Panfilo. L’atto si chiude con un monologo di Sotrata che continua a dichiararsi innocente, visto che ha sempre trattato la nuora come se fosse sua figlia.

Atto III

(281-515, personaggi Panfilo, Parmenone, Sotrata, Sosia, Lachete, Fidippo, cinque scene) L’atto inizia con il ritorno di Panfilo che è tornato dal suo viaggio. È stato avvisato di tutto quello che successe in sua assenza e si lamenta per tutte le tragedie che lo affliggono e per il dolore che deve sopportare: prima ha sofferto per aver lasciato Bacchide e ora continua a soffrire perché, non conoscendo il motivo della disputa, non sa quale parte delle due deve difendere. Parmenone prova a rassicurare il padrone e mentre passano davanti alla casa di Filomena sentono urlare, allora Panfilo entra in casa mentre il servo preferisce rimanere fuori. Nel secondo atto Sotrata, preoccupata per il trambusto che si sente dalla casa della nuora, vuole andare a farle visita, ma viene fermata da Parmenone, che la avverte dell’arrivo in città del figlio. Panfilo esce dalla casa con un volto preoccupato, nasconde il segreto che gli è stato rivelato dentro, comunica alla madre che si tratta di una febbre quotidiana e manda la madre a casa e il servo a scaricare i bagagli. La terza scena è un monologo di Panfilo che ci racconta quello che ha visto all’interno della casa. Subito le serve iniziarono a urlare e il giovane si precipitò dalla moglie, curioso di vederla: entrato nella stanza venne a sapere che la moglie stava partorendo. La madre di Filomena pregò allora Panfilo affinché non raccontasse quello che aveva visto. Il figlio non era suo poiché lui e Filomena avevano avuto rapporti solo cinque mesi prima e tempo addietro la ragazza era stata violentata da uno sconosciuto. Panfilo promise di non rivelare a nessuno di quanto accaduto la dentro, però doveva decidere se riaccettare la moglie in casa, anche dopo questo atto così disonorevole nei suoi confronti e bisognava decidere della sorte del bambino. Nella quarta scena Panfilo incontra Parmenone e Sosia che parlando delle disgrazie che succedono viaggiando per mare. Con la scusa di dove incontrare Callidemide di Miconio Panfilo manda Parmenone all’acropoli per allontanarlo dalla città e vede arrivare verso di lui Fidippo e Latene, con cui avrà un dialogo nella quinta scena. In un primo memento Panfilo e il padre parlano della misera eredità che gli è stata lasciata dal loro cugino defunto. Successivamente Panfilo afferma che è a conoscenza di quanto successo tra la moglie e la madre e, poiché la moglie non è disposta ad accettare il duro comportamento di Sotrata, per rispetto della madre Panfilo si sente in dovere di non riprendere in casa Filomena. Lachete cerca di far ragionare il figlio che continua a rimanere sulla sua e nonostante il suo amore per Filomena, le augura di poter trovare un uomo più fortunato. Fidippo va su tutte le furie e da un tempo al giovane per pensarci e decidere se riprendere la moglie in casa o farla sposare con qualche altro uomo.

Atto IV

(516-726, personaggi Mirrina, Panfilo, Sotrata, Lachete, Fidippo, tre scene) Nella prima scena Fidippo viene a sapere del parto della figlia. Inizia una discussione tra i genitori di Filomena: Fidippo non capisce perché la moglie abbia nascosto la nascita di questo bambino e gli viene detto che il padre è Panfilo. Dunque l’uomo pensa che la moglie sia la colpevole per la separazione delle due famiglie, visto che con l’arrivo del bambino i rapporti si sarebbero infittiti e a Mirrina non andava a genio Panfilo per i suoi incontri con Bacchide. La donna, per evitare che il marito sappia la verità, si fa addossare tutte le colpe, ma teme la reazione di Panfilo quando verrà a sapere che stanno crescendo un figlio facendolo passare per suo. Nella seconda scena Sotrata prende la decisione di trsferirsi in campagna con il marito, per poter far tornare a casa Filomena e mettere fine a queste discordie. Panfilo cerca di farle cambiare idea e vuole che la madre rimanga ma senza ottenere risultati. Panfilo allora parla con il padre e afferma che non è più propenso a riprendere in casa la moglie ma il padre appoggia la scelta di Sotrata, per dare più spazio ai giovani. Nella terza scena si scopre che Fidippo è venuto a sapere della nuova nascita e si spostano le colpe della disputa su MIrrina, che ha voluto nascondere un fatto così importante. Panfilo, per non prendere in casa la moglie, afferma che si sente tradito dal fatto che Filomena non lo avesse avvertito prima della nascita ma insistentemente Lachete vuole che il bambino venga ripreso in casa insieme alla moglie e incolpa il figlio di una continua storia d’amore con Bacchide. Panfilo abbandona la scena e Fidippo suggerisce a Lachete di parlare apertamente con la meretrice e di cecare una balia.

Atto V

(727-881, personaggi Bacchide, Lachete, Fidippo, Parmenone, panfilo, quattro scene) L’atto inizia con il dialogo tra Lachete e Bacchide: il primo le chiede gentilmente di trovare un altro uomo da sostituire al figlio, visto che ora è spostato. Bacchide chiede chi è stato a rivelare queste false informazioni (la suocera) e afferma con totale sicurezza di non aver più ricevuto Panfilo in casa sua dopo le nozze. Allora Lachete le chiede di recarsi a casa di Filomena e affermare queste cose davanti alle donne, per una totale certezza. La seconda scena inizia con le raccomandazioni di Fidippo alla nutrice del bambino. Lachete porta Bacchide da Fidippo e la fa interrogare, per fargli vedere che le loro donne sono innocenti. Anche se in un primo momento Fidippo non si fida della meretrice, poi vuole solo che le due donne vengano tranquillizzate, dunque Bacchide prende le sue ancelle e entra nella casa di Filomena, pronta a parlare con lei e con Mirrina. Nella terza scena rientra in gioco Parmenone che dopo aver trascorso parecchio tempo all’acropoli senza aver incontrato nessuno è tornato in città. Come lo vede Bacchide lo manda da Panfilo e gli dice di riferire lui che Mirrina ha riconosciuto l’anello. Oinfatti nove mesi prima Panfilo era andato da lei, solo e ubriaco e le confessò di aver violentato una sconosciuta e di averle rubato un anello. Quando Mirrina vide Bacchide le domandò da dove venisse quel gioiello. Bacchide speigò quindi tutta la situazione e, nonostante sia un gesto insolito per le donne che fanno il suo lavoro, riuscì a risolvere questa disputa, restituì a Panfilo suo figlio e lo spinse verso la felicità coniugale. Nell’ultima scena Panfilo, incredulo delle parole del suo servo, pretende di risentirle un paio di volte per crederci realmente e non aver frainteso. È così felice che cerca un modo per ricompensare Parmenone che lo ha salvato dalla morte. Panfilo incontra poi Bacchide, la ringrazia per tutto quello che ha fatto e la prega di non rivelare niente al padre Lachete. Bacchide gli rivela anche che Mirrina disse a Fidippo di aver creduto alla sua confessione, senza scendere nei particolari. Alla fine della commedia Parmenone cerca di farsi dire cosa è successo di così tanto importante da averlo salvato dalla morte, ma il padre non rivela niente e i due entrano in casa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la storia della messa in scena della commedia "Hecyra" di Terenzio?
  2. La commedia "Hecyra" di Terenzio fu messa in scena tre volte. La prima volta nel 165 a.C. senza successo, poiché il pubblico preferì uno spettacolo circense. La seconda volta nel 160 a.C., ebbe inizialmente successo, ma il pubblico abbandonò per uno spettacolo di gladiatori. La terza volta, sempre nel 160 a.C., ebbe successo grazie a un prologo che invitava il pubblico a prestare attenzione.

  3. Qual è il ruolo dei prologhi nella commedia "Hecyra"?
  4. I prologhi nella commedia "Hecyra" servono a spiegare le difficoltà delle precedenti messe in scena e a predisporre positivamente il pubblico. Il primo prologo è breve e riferisce il fallimento iniziale, mentre il secondo è più lungo e cerca di ottenere l'attenzione e il rispetto del pubblico.

  5. Quali sono i principali conflitti presentati nell'Atto I della commedia?
  6. Nell'Atto I, il conflitto principale riguarda Panfilo, che è costretto a sposare Filomena per volere del padre, nonostante il suo amore per la meretrice Bacchide. Dopo il matrimonio, Panfilo continua a vedere Bacchide segretamente, ma gradualmente inizia a dare amore alla moglie.

  7. Come si sviluppa il conflitto tra Panfilo e Filomena negli atti successivi?
  8. Negli atti successivi, il conflitto si intensifica quando Filomena finge di essere malata e si allontana da casa. Panfilo scopre che Filomena ha partorito un figlio che non è suo, poiché è stata violentata da uno sconosciuto. Panfilo deve decidere se accettare Filomena e il bambino.

  9. Qual è il ruolo di Bacchide nel risolvere il conflitto finale della commedia?
  10. Bacchide gioca un ruolo cruciale nel risolvere il conflitto finale. Rivela che Panfilo, ubriaco, aveva confessato di aver violentato una sconosciuta e rubato un anello. Questo porta alla scoperta che il bambino è di Panfilo, permettendo la riconciliazione tra lui e Filomena.

Domande e risposte