Concetti Chiave
- Cecilio Stazio era un commediografo che lottò inizialmente per affermarsi a Roma, dove il pubblico preferiva la comicità di Plauto.
- Raggiunse il successo grazie a Ambivio Turpione, che mise in scena le sue opere, riconoscendone il valore.
- Produsse circa quaranta commedie, molte delle quali ispirate a Menandro, usando titoli che riflettono l'influenza greca.
- La sua commedia più famosa, "Plocium", esplora temi di riconoscimento e include personaggi con tratti distintivi e iperbolici.
- Era noto per le sue sententiae e riflessioni morali, che vennero apprezzate da critici antichi come Volcacio Sedigio e Orazio.
Stazio - Biografia e opere
Cecilio Stzio nacque nel 230 a.C. a Mediolanum, odierna Milano e morì nel 168 a.C.
Le commedie di Cecilio Stazio, inizialmente, stentarono ad affermarsi presso il pubblico romano, che non apprezzava la sua serietà preferendo la comicità plautina, fino a quando Ambivio Turpione si accorse del loro valore e le mise in scena portandole al successo.
Di lui ci restano circa quaranta palliate, di cui sedici derivano da opere di Menandro. Egli prese spunto dai modelli greci e ciò è testimoniato dai titoli delle sue opere: alcuni sono in latino, altri presentano la doppia titolazione, altri ancora sono translitterazioni latine del titolo greco (TRANSLITTERAZIONE: non traduco il titolo ma lo riscrivo in base al suono che percepisco pronunciandolo).
La commedia più importante è il “Plocium” (la collana), che narra le nozze di un giovane benestante ostacolate da un problema risolto da un'agnizione fatta attraverso una collana; particolare è la presenza di un uxor dotata (donna fornita da una ricca dote), madre del giovane bruttissima e scorbutica, di cui il marito ne fa le spese. Ciò che emerge è una totale libertà inventiva, arricchita da espressioni buffonesche e iperboli di gusto plebeo.
Particolarità delle opere di Cecilio sono il suo esprimersi attraverso sententiae e la frequente presenza di riflessioni morali. Due frasi dal profondo carattere morale ed etico sono le seguenti:
“Vivas ut possis, quando non quis ut velis.”
(Vivi come puoi, se non puoi vivere come vuoi)
→ Non arrenderti in situazioni che non puoi governare, trova un modo per uscirne.
“Homo hominis deus est, si suum officium sciat.”
(L'uomo è come un dio per l'uomo se sa qual è il suo dovere)
→ L'uomo, se sa come comportarsi, può diventare un modello per gli altri uomini.
I giudizi critici degli antichi nei suoi confronti erano lusinghieri: Volcacio Sedigio lo colloca la primo posto in una classifica; Cicerone lo apprezza ma sottolinea qualche suo difetto linguistico probabilmente dovuto alle sue origini; Orazio ne loda la gravitas, cioè la solennità che deriva da alcune sue massime morali.
Cecilio Stazio, infine, è definito come un autore di passaggio tra le libere traduzioni di Plauto e un maggior rispetto del modello greco, che prevarrà nei successivi autori.
Domande da interrogazione
- Qual è stata la difficoltà iniziale delle commedie di Cecilio Stazio presso il pubblico romano?
- Qual è la commedia più importante di Cecilio Stazio e quale tema affronta?
- Come venivano percepite le opere di Cecilio Stazio dai critici antichi?
Le commedie di Cecilio Stazio inizialmente stentarono ad affermarsi presso il pubblico romano, che preferiva la comicità di Plauto alla serietà delle sue opere, fino a quando Ambivio Turpione ne riconobbe il valore e le portò al successo.
La commedia più importante di Cecilio Stazio è il “Plocium” (la collana), che narra le nozze di un giovane benestante ostacolate da un problema risolto da un'agnizione fatta attraverso una collana, con una particolare attenzione alla figura di una madre dotata di una ricca dote.
I critici antichi avevano giudizi lusinghieri nei confronti di Cecilio Stazio; Volcacio Sedigio lo collocava al primo posto in una classifica, Cicerone ne apprezzava le opere pur sottolineando qualche difetto linguistico, e Orazio ne lodava la gravitas derivante dalle sue massime morali.