alicevella.1994
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Concetti Chiave

  • Plauto nacque a Sarsina nel 250 a.C. e, dopo una carriera come attore e schiavo, si riscattò grazie alla sua attività di autore comico.
  • Si specializzò nel genere delle fabulae palliatae, commedie di ambientazione greca, creando un corpus di 130 opere, di cui solo 21 autentiche secondo Varrone.
  • Plauto adattava liberamente le commedie greche, utilizzando la contaminatio per privilegiare la comicità rispetto alla coerenza drammatica.
  • Le commedie sono caratterizzate da prologo, azione ed epilogo, con parti dialogate, recitativi e cantica, e terminano spesso con un lieto fine grazie all'astuzia del servo.
  • I temi principali sono amore e denaro, con personaggi stereotipati e situazioni risolte attraverso inganni, con un'ambientazione greca reinterpretata in chiave romana.

Vita ed Opere di Plauto

Titus Maccius Plautus nacque a Sarsina nell’Appennino nel 250 a.C., su di lui si hanno notizie molto incerte già a partire dal suo nome. Probabilmente all’inizio faceva l’attore poi divenne schiavo ed era costretto a girare la ruota di un mulino; riuscì ad ottenere il riscatto dalla schiavitù grazie alla sua attività di autore comico.
Si dedicò esclusivamente a un genere teatrale (fabulae palliatae-commedia di ambientazione greca), in seguito alla sua morte fu raccolto un corpus di circa 130 opere solo che molte non erano autentiche; con Varrone avremo il corpus ufficiale, divise infatti le 130 commedie in tre gruppi e di queste solo 21 furono considerate autentiche (queste sono in ordine alfabetico e quasi integre).
Plauto attuò un libero riadattamento delle originali commedie greche, perciò si parla di vertere e di aemulatio dei modelli; sfruttò la contaminatio, infatti inseriva scene di commedie differenti in un unica opera poiché la priorità era la comicità e non la coerenza drammaturgica.
La struttura delle commedie era divisa in: prologo,azione ed epilogo. Talvolta però nei manoscritti era presente anche l’argumentum ovvero una sorta di riassunto (a noi ne sono giunti solo due di cui uno acrostico ovvero le prime lettere di ogni verso formano il titolo dell’opera).
Il prologo narra degli antefatti, è presente in tutte le opere tranne in cinque dove il tutto è spiegato dai personaggi stessi durante il corso dell’opera ed è solitamente posto all’inizio. Può essere recitato da un personaggio, da una divinità, da una personificazione e Plauto si serve di esso per prlare di se e con la captatio benevolentiae instaurare un rapporto con il publico.
Durante l’azione invece si alternano:
•deverbia, parti dialogate;
•i recitativi, parti recitate con enfasi e accompagnate dal flauto;
•i cantica, parti cantate in metri vari senza organizzazione in strofe e accompagnate dalla musica.
Sono assenti le parti corali, tipiche del teatro greco.
Il tutto termina con un lieto fine solitamente grazie all’astuzia del servo o all’intervento del caso e si ha la richiesta degli applausi.
Poiché erano rappresentate durante le feste avevano il compito di staccarsi dalla realtà romana e far ridere gli spettatori. L’ambientazione era prettamente greca ma vista con una mentalità romana. I personaggi sono molto stereotipati come: il servo astuto, il giovane in difficoltà o il pretendente cattivo.
I due temi principali sono l’amore e il denaro secondo i quali l’uno non può vivere senza l’altro.
Le varie vicende si complicano e risolvono grazie a inganni e beffe di gusto tipicamente italico.
Momento fondamentale è l’agnizione ovvero quando si rivelano le reali identità dei personaggi (es. la serva scopre di essere ricca o avere discendenze nobili)
Sono presenti varie coppie di personaggi e la figura centrale è lo schiavo, il quale solitamente è colui che risolve i vari problemi del suo padrone però non riuscendo mai a riscattarsi.
Utilizza arcaismi ma anche volgarità ed espressioni del parlato, ci sono molti grecismi e i nomi sono definiti “parlanti”.
I metri sono vari.
ricordiamo alcuni testi come:
•l’opera incompleta è la “vidularia”
•il “miles gloriosus” è la più lunga e quella con l’acrostico
•l’unico coro presente è quello dei pescatori della “rudens”

Domande da interrogazione

  1. Chi era Tito Maccio Plauto e quale fu il suo contributo al teatro?
  2. Tito Maccio Plauto era un autore comico nato a Sarsina nel 250 a.C. che si dedicò esclusivamente al genere teatrale delle fabulae palliatae, commedie di ambientazione greca. Fu noto per il suo libero riadattamento delle commedie greche originali, utilizzando tecniche come la contaminatio per privilegiare la comicità.

  3. Quante opere di Plauto sono considerate autentiche e come furono classificate?
  4. Delle circa 130 opere attribuite a Plauto, solo 21 sono considerate autentiche. Varrone divise le commedie in tre gruppi, e le autentiche sono quasi integre e ordinate alfabeticamente.

  5. Quali sono le caratteristiche strutturali delle commedie di Plauto?
  6. Le commedie di Plauto sono strutturate in prologo, azione ed epilogo. Il prologo narra gli antefatti e può essere recitato da vari personaggi. Durante l'azione si alternano deverbia, recitativi e cantica, mentre le parti corali sono assenti. Le commedie terminano solitamente con un lieto fine.

  7. Quali sono i temi principali delle opere di Plauto e come vengono sviluppati?
  8. I temi principali delle opere di Plauto sono l'amore e il denaro, che si intrecciano attraverso inganni e beffe. Le vicende si complicano e risolvono grazie all'astuzia dei personaggi, in particolare del servo, che spesso risolve i problemi del padrone.

  9. Quali elementi linguistici e stilistici caratterizzano le opere di Plauto?
  10. Le opere di Plauto utilizzano arcaismi, volgarità, espressioni del parlato e grecismi. I nomi dei personaggi sono spesso "parlanti", e i metri utilizzati sono vari. Plauto è noto per la sua capacità di instaurare un rapporto con il pubblico attraverso la captatio benevolentiae.

Domande e risposte