Concetti Chiave
- La figura storica di Plauto è poco conosciuta e i suoi tre nomi, Tito Maccio Plauto, sono incerti, con "Plauto" che significa "dai piedi piatti" o "dalle orecchie lunghe".
- Plauto è famoso per le sue commedie ispirate a quelle greche, caratterizzate da intrecci complessi e convenzionali, con giovani innamorati e astuti servi.
- Le commedie principali di Plauto includono opere come "Amphitruo", "Asinaria" e "Menaechmi", tutte ricche di equivoci e inganni divertenti.
- Plauto adattò commedie greche, mantenendo l’ambientazione originale ma includendo elementi innovativi come la musica, senza preoccuparsi troppo della coerenza narrativa.
- La popolarità delle commedie plautine variò nel tempo, con un ritorno di interesse durante l'Umanesimo, influenzando la nascita della Commedia dell'Arte.
Di Plauto come figura storica sappiamo ben poco.
Per fino i tre nomi attribuitigli dalla tradizione, Tito Maccio Plauto, sono dubbi.
Maccio deriverebbe dalla sua attività di autore mentre Plauto sarebbe un soprannome scherzoso che significherebbe "dai piedi piatti" o "dalle orecchie lunghe e penzoloni".
Plauto sarebbe nato intorno al 250 a.C. a Sàrsina e sarebbe morto intorno al 184 a.C.
La fama di Plauto fu talmente grande che centocinquant'anni dopo la sua morte, Varrone contò circa centotrenta commedie che circolavano sotto il suo nome.
Evidentemente l'attribuzione a Plauto era una garanzia di successo e spingeva i commediografi a false attribuzioni.
Varrone individuò ventuno commedie sulla cui autenticità concordano tutti gli studiosi.
Le trame plautine sono simili a quelle della commedia greca.
Sono principalmente basate su intrecci complessi e ripetitivi con personaggi e scenari convenzionali.
Di solito troviamo un giovane innamorato di una donna e ostacolato nel suo amore.
Egli è sostenuto da aiutanti come un giovane amico o un vecchio comprensivo o un servo intelligente.
La trama consiste in una serie di espedienti ad opera del servo per raggirare gli antagonisti.
Nell’immancabile lieto fine il giovane e i suoi aiutanti riescono ad avere la meglio sugli antagonisti e il giovane riesce a realizzare i suoi desideri amorosi.
Le commedie principali di Plauto sono dieci:
Amphitruo
Giove innamorato di Alcmena prende le sembianze del marito Anfitrione.
La comicità nasce dagli equivoci causati dallo scambio di persone.
Asinaria
Un giovane è innamorato di una cortigiana e riesce a possederla grazie al denaro procuratogli da due servi e dal padre che vorrebbe a sua volta approfittare della ragazza, ma viene scoperto e malmenato dalla moglie.
Aulularia
Un vecchio avaro, Euclione, trova una pentola d’oro e vive nella paura che qualcuno gliela sottragga.
Gliela ruba infatti il servo di un giovane innamorato della figlia.
La restituzione del denaro permetterà al giovane di sposare la ragazza.
Bacchides
Le Bacchidi, due sorelle cortigiane, diventano le amanti di due giovani amici grazie al denaro rubato al padre di uno dei due da un servo che mette in opera diversi stratagemmi.
Casina
Un vecchio vuole far sposare una trovatella al proprio fattore; però la moglie organizza una messa in scena facendo travestire un giovane scudiero da sposa.
La ragazza alla fine viene riconosciuta libera e può sposare il figlio del vecchio.
Curculio
Un giovane riesce a sottrarre la ragazza amata al lenone che la possiede.
La ragazza viene riconosciuta libera e i due possono sposarsi.
Menaechmi
Un giovane, durante un viaggio alla ricerca del fratello gemello, arriva nella città in cui questo abita; c’è una lunga serie di equivoci perché i due fratelli vengono spesso scambiati l’uno per l’altro.
Miles Gloriosus
Un giovane innamorato di una cortigiana riesce a sottrarla a un soldato il quale viene costantemente preso in giro e ingannato.
Mostellaria
Durante l’assenza del padre un giovane si fa prestare denaro ad usura per comprare una cortigiana.
Il padre torna all’improvviso e il servo non lo lascia entrare convincendolo che la casa è infestata da un fantasma.
Pseudolus
Un giovane ama una cortigiana che il lenone ha promesso a un soldato; il servo del ragazzo inganna il lenone, il messo del soldato e anche il padre del ragazzo.
Egli si mantenne piuttosto fedele alle opere originali rispettandone l’ambientazione greca, ma non esitò a modificare il testo qualora lo ritenesse necessario per divertire il suo pubblico.
Plauto fece uso della contaminazione, termine che indica l’introduzione in una commedia di uno o più scene o di uno o più personaggi appartenenti ad un’altra commedia.
Un elemento che differenziava le commedie plautine da quelle greche era la presenza della musica.
Inoltre Plauto non si preoccupava della coerenza del testo e trattava ogni scena quasi come un’entità a se stante.
Per quanto riguarda i personaggi, Plauto non si preoccupava di sfumarne la psicologia per renderli più verosimili come faceva Menandro.
La differenza principale sta nello stile.
Plauto, pur attingendo come Menandro al linguaggio parlato, lo arricchì con figure retoriche tanto da creare uno stile quasi artefatto.
Una forma di rottura dell’illusione scenica è il meta-teatro, ossia il teatro che parla di se stesso.
In altre commedie Plauto svela i segreti e i trucchi del retroscena.
Plauto non vuole comunicare con le sue commedie un messaggio morale o politico ma vuole solo divertire il suo pubblico.
A questo scopo si fa di volta in volta portavoce di idee e giudizi diversi e molto spesso contraddittori espressi in modo scherzoso e caricaturale.
Sarebbe errato interpretare l’insistenza con cui Plauto mette in rilievo lo scontro tra padri e figli e la vittoria dei servi sui padroni come la manifestazione di un atteggiamento critico nei confronti dei rapporti familiari e sociali.
Essi sono caratteristiche ricorrenti della commedia in generale.
La fortuna di Plauto ebbe una battuta d’arresto durante l’età augustea quando si affermò un ideale estetico fondato sull’armonia e sulla perfezione formale mentre la lingua del commediografo non era in linea con i gusti dei nuovi lettori.
Il pubblico inoltre si disaffezionò alle opere di Plauto preferendo spettacoli come il mimo.
Le cose cambiarono in parte nel II secolo d.C. quando si afferma un nuovo movimento culturale definito "arcaizzante", caratterizzato da uno spiccato interesse per gli autori classici.
Le commedie di Plauto nel corso del Medioevo non vennero incluse nei programmi scolastici ed ebbero una diffusione limitata e del resto, essendo prive di un messaggio morale, non potevano essere reinterpretate in chiave cristiana.
Il vasto fenomeno di riscoperta dei classici che si ebbe nel corso dell’Umanesimo coinvolse anche le commedie plautine che non solo ricominciarono a circolare ma tornarono sulla scena.
La commedia latina influenzò la Commedia dell’Arte sviluppatasi in Italia e diffusasi poi in tutta Europa.
Esse avevano in comune la presenza di personaggi tipizzati e scene di natura farsesca.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e le incertezze storiche riguardanti Plauto?
- Quali sono le caratteristiche principali delle trame delle commedie di Plauto?
- Come Plauto si relazionava con i modelli greci nelle sue opere?
- Qual è l'approccio di Plauto verso l'illusione scenica e il messaggio delle sue commedie?
- Come è cambiata la fortuna delle commedie di Plauto nel tempo?
Di Plauto sappiamo poco come figura storica; persino i suoi tre nomi, Tito Maccio Plauto, sono dubbi. Maccio deriverebbe dalla sua attività di autore, mentre Plauto sarebbe un soprannome scherzoso.
Le trame plautine sono simili alla commedia greca, basate su intrecci complessi e ripetitivi con personaggi convenzionali, spesso culminanti in un lieto fine dove il giovane innamorato riesce a realizzare i suoi desideri amorosi.
Plauto adattò molte commedie greche, mantenendo l'ambientazione originale ma modificando il testo per divertire il pubblico. Utilizzava la contaminazione e arricchiva il linguaggio con figure retoriche, differenziandosi per l'uso della musica e la mancanza di coerenza testuale.
Plauto rompeva l'illusione scenica attraverso il meta-teatro e non mirava a comunicare messaggi morali o politici, ma a divertire il pubblico con idee e giudizi spesso contraddittori e caricaturali.
Le commedie di Plauto ebbero successo fino al I secolo a.C., ma persero popolarità durante l'età augustea. Nel II secolo d.C., con il movimento arcaizzante, Plauto fu riscoperto. Durante il Medioevo, le sue opere ebbero una diffusione limitata, ma furono rivalutate durante l'Umanesimo, influenzando la Commedia dell'Arte.