Concetti Chiave
- Il nome "Maccius" ricorda Maccus, una maschera della Fabula Atellana, suggerendo una vita simile a quella del personaggio balordo.
- Plauto è associato a 130 opere, ma solo 21 sono considerate autentiche secondo Varrone, che elimina le altre per vari motivi.
- Le opere di Plauto si ispirano alla Commedia Nuova Greca, focalizzandosi su etica e comportamento umano piuttosto che politica.
- Come Menandro, Plauto usa eventi quotidiani per far sorridere, ma con l'intento di provocare risate più grossolane.
- Plauto mescola la cultura greca raffinata con quella arcaica romana, reinterpretando il teatro greco per il pubblico romano.
Plauto, Tito Maccio - Biografia e Stile
Il suo nome, Maccius, ricorda “Maccus”, il nome di una maschera della Fabula Atellana che rappresenta il balordo, il perdigiorno, e si pensa che lo abbia ricevuto perché conduceva una vita simile a quella di questo personaggio. Plautus, invece, significa “orecchie penzolanti”, che fa pensare alla condizione di servo (in questo modo erano chiamati i cani che avevano, appunto,le orecchie penzolanti).
Gli vengono attribuite 130 opere anche se Varrone gliene attribuisce solamente 21 autentiche, eliminandone 90 perché di facili copioni e le altre 19 perché presentano elementi plautini ma non appartengono a lui.
Si rifà alla Commedia Nuova Greca perché le sue opere hanno caratteri di apoliticità e trattano di etica (etos=comportamento) dato che al centro della narrazione vengono messi i comportamenti umani e per questo il teatro è più sociale e meno politico. Come Menandro, poi, punta a far sorridere usando gli eventi della vita quotidiana: tuttavia, mentre Menandro voleva anche far riflettere il più interessato pubblico greco, Plauto voleva muovere al riso, far ridere il pubblico fino a farlo sbellicare dalle risate, con le battute più grezze.
Plauto effettua un’operazione di “vertere” e ripropone il teatro greco compiendo un’opera di commistione (sovrapposizione) di cultura greca raffinata e cultura arcaica romana.