Concetti Chiave
- La letteratura latina delle origini è influenzata da tradizioni indigene e greche, caratterizzata da oralità e anonimato, con testi religiosi come i Carmina che documentano una religione pragmatica.
- Importanti composizioni includevano la precatio agricola e i carmina Saliaria, entrambi legati a rituali religiosi e processioni, con strutture linguistiche distintive.
- La laudatio funebris e i carmina convivalia e triumphalia erano forme preletterarie che celebravano antenati e vittorie, spesso in contesti pubblici e privati.
- Forme teatrali come i Fescennini e la fabula Atellana, caratterizzate da improvvisazione, influenzarono la comicità plautina e lo sviluppo del teatro romano.
- Le iscrizioni latine più antiche, come la fibula Praenestina e gli elogia, rivestono importanza nella storiografia e nel diritto, con esempi significativi nelle XII Tavole e l'elogio degli Scipioni.
●Particolarmente importanti sono i testi appartenenti alla sfera religiosa che accompagnavano feste, funzioni propiziatorie, funerali etc., i quali prendevano il nome di Carmina, con il cui nome s’indicava una composizione in versi non necessariamente dotata di una struttura metrica; infatti, le particolarità del linguaggio rituale sono tali da impedire un’immediata distinzione tra prosa e poesia. I testi dotati di struttura metrica erano costituiti da un verso particolare, l’unico di origine indigena-romana, chiamato “saturnio”, che consisteva nell’accostamento di due membri(o cola) di cui il primo è più lungo del secondo e tra i quali viene interposta una breve pausa. Di tutti i carmina religiosi conosciamo solo una minima parte messa per iscritto in epoca tarda. Essi documentano una concezione pragmatica della religione, che concepiva le divinità come forze misteriose ed incontrollabili che l’uomo cercava di placare mediante preghiere e offerte chiedendo, inoltre, in cambio delle grazie spesso legate alla vita nei campi.
●Alla vita agricola si collegava la precatio che il pater familias recitava durante la lustratio, processione espiatoria intorno al terreno che mirava ad ottenere la grazia di Marte di un raccolto abbondante. La precatio era una prosa ritmica del carmen(chiamata anche carmen lustrale). Parallelismi, rindondanze, successione di cola, duplicazione e triplicazione conferiscono ritmo intonato al discorso. Il primo carmen cantato in occasione di processione per il buon raccolto fu il carmen Arvale.
●All’attività di un collegio sacerdotale erano legati anche i carmina Saliaria destinati alle cerimonie che venivano celebrate due volte l’anno, a marzo e ad ottobre, in occasione dell’inizio e della fine delle operazioni belliche. Tali cerimonie prevedevano una solenne processione in cui erano portati dodici scudi sacri(ancilia) e venivano cantati i Carmina dai sacerdoti(Salii).
●Un’altra importante forma preletteraria si sviluppò presso le più importanti famiglie gentilizie. Nel Foro, infatti, alla presenza del popolo, il figlio maggiore del defunto teneva una laudatio per celebrare virtù ed imprese non solo del defunto, ma anche di tutta la gens. Queste venivano chiamate laudatio funebris.
●Ad un ambito privato e profano rinviavano i carmina convivalia, orazioni in versi destinate all’esecuzione nel corso dei banchetti di membri appartenenti allo stesso gruppo sociale finalizzati a celebrare gesta e virtù degli antenati.
●I carmina triumphalia, simili per la struttura ai carmina convivalia, venivano cantati in occasioni di vittorie e non consistevano soltanto nell’elencazione delle gesta degli eroi, ma anche nelle battute di spirito e negli sbeffeggiamenti degli illustri.
●Dall’atmosfera gioiosa e trasgressiva delle feste che si svolgevano al tempo del raccolto scaturirono i Fescennini(città etrusca di Fescennium) ovvero vivaci scambi di battute salaci tra contadini mascherati caratterizzati dall’improvvisazione.
●A partire dal 364 a.C., a seguito di una grave pestilenza attribuita all’ira divina, fu deciso di mettere in scena uno spettacolo per placare le divinità, chiamato ludus scaenicus e praticato da artisti dell’Etrulia(ludiones). Da questi partì l’attività teatrale romana.
●In una fase successiva l’elemento poetico assunse maggiore importanza e si sviluppò una nuova forma metricamente complessa, la satura.
●La fabula Atellana(dalla città Atella) di origine osca, fu un’altra antica forma teatrale che presentava coincidenze con la Commedia dell’Arte italiana poiché era caratterizzata dall’improvvisazione su un canovaccio prestabilito e si avvaleva di maschere fisse. Tali manifestazioni preletterarie esercitarono un’influenza notevole sulla comicità plautina in particolare.
Le più antiche iscrizioni latine
●L’iscrizione più antica, datata VII secolo a.C., sembra essere quella presente su una spilla d’oro, la cosiddetta fibula Praenestina, sulla cui autenticità si è a lungo discusso. Molto antiche sono anche le iscrizioni rinvenute sotto il Lapis niger e un’epigrafe risalente al VI secolo a.C. graffita sul vaso di Dueno.
●Ma un tipo di iscrizione assai particolare è l’elogium che era un’epigrafe sepolcrale contenente nome, virtù, cariche e lodi degli aristocratici defunti. Gli elogia più antichi risalgono alla famiglia degli Scipioni.
●Grande importanza assume la scrittura nella storiografia e nel diritto; la storiografia ha un noto precedente indigeno negli Annales maximi, tavole bianche poste al di fuori del luogo di residenza del papa dove venivano riportati tutti gli eventi più importanti dell’anno corrente, pur avendo scarsa attendibilità politica. Vennero raccolti in 80 libri e pubblicati da Mucio Scevola nel II secolo a.C.
●La conoscenza del diritto e dei principi di legislazione era inizialmente riservata agli aristocratici, ma a seguito delle ribellioni delle classi sociali inferiori, le leggi vennero messe per iscritto e rese uguali per tutte dai decemviri sulle famose XII Tavole.
●Alle XII Tavole è, inoltre, legato il nome di Appio Claudio Cieco, per iniziativa del quale nel 304 a.C. fu pubblicato lo ius Flaminius perché a cura del suo segretario Gneo Flavio, il testo delle formule di procedura secondo le quali il cittadino poteva ricorrere alle leggi. Comandante militare durante le guerre sannitich, censore e due volte console, Appio Claudio fu anche un illustre oratore. Sua fu anche la prima orazione latina trascritta e conservata almeno fino a Cicerone; la tradizione dice che egli abbia contribuito a riformare l’ortografia estendendo alla grafia l’uso del rotacismo.(s
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini della letteratura latina e le sue influenze principali?
- Cosa sono i Carmina e quale ruolo avevano nella società romana?
- Quali erano le principali forme di espressione preletteraria nella Roma antica?
- Qual è l'importanza delle iscrizioni antiche nella cultura romana?
- Chi era Appio Claudio Cieco e quale fu il suo contributo alla cultura romana?
La letteratura latina ha avuto inizio nel 240 a.C. con Livio Andronico ed è stata influenzata sia dalle tradizioni culturali indigene che da quelle greche. Le forme preletterarie erano caratterizzate dall'oralità e dall'anonimità, legate ai momenti importanti della vita sociale, politica e religiosa.
I Carmina erano testi religiosi che accompagnavano feste e cerimonie, caratterizzati da una composizione in versi senza una struttura metrica definita. Erano espressioni rituali che documentavano una concezione pragmatica della religione, cercando di placare le divinità attraverso preghiere e offerte.
Le principali forme di espressione preletteraria includevano i Carmina Saliaria, le laudationes funebres, i carmina convivalia, i carmina triumphalia, i Fescennini e la fabula Atellana. Queste forme erano legate a cerimonie religiose, celebrazioni familiari, banchetti e spettacoli teatrali.
Le iscrizioni antiche, come la fibula Praenestina e gli elogia, erano fondamentali per documentare nomi, virtù e cariche degli aristocratici defunti. La scrittura era importante anche nella storiografia e nel diritto, con esempi come gli Annales maximi e le XII Tavole.
Appio Claudio Cieco fu un comandante militare, censore e console, noto per aver pubblicato lo ius Flaminius e per la sua oratoria. Egli contribuì a riformare l'ortografia e la sua orazione latina fu conservata fino ai tempi di Cicerone.