valentinainaina
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Concetti Chiave

  • Nel V secolo a.C., la scrittura iniziò a essere utilizzata per scopi pratici da magistrati e sacerdoti, segnando l'inizio della documentazione scritta.
  • Le testimonianze più antiche della scrittura includono oggetti come il lapis niger e la coppa di civiltà castellana, che rappresentano importanti reperti storico-letterari.
  • Nel contesto giuridico, la scrittura veniva impiegata per le leggi, come le Leggi delle 12 Tavole, rendendo i documenti accessibili a tutti i cittadini.
  • In ambito religioso, i carmina erano componimenti rimati che accompagnavano riti e feste religiose, essenziali per le celebrazioni romane.
  • Il teatro popolare romano includeva forme come l'atellana e i fescennini, rappresentazioni caratterizzate da elementi di volgarità e vita quotidiana.
Le origini della letteratura

Inizio della letteratura: iii secolo a.c.-240 a.c.
Manifestazioni precedenti alla letteratura: precedenti letterari
V secolo a.c.: la scrittura inizia ad essere utilizzata per un bisogno pratico da magistrati, sacerdoti e scalpellini (per incidere).

Testimonianze più antiche di scrittura

Contesto letterario (vi-v secolo a.c.)

• lapis niger: pietra nera, un cippo funerario con una scritta in latino antico;
• lapis satricanus;
• vaso di dueno: vaso con la scritta “dueno”. La scritta potrebbe indicare l’oggetto stesso, l’artista che l’ha prodotto oppure una trascrizione errata di “bonus”;
• coppa di civiltà castellana: coppa con l’iscrizione “oggi bevo vino, domani ne sarò privo” per indicare l’utilizzo della coppa;
• cista ficoroni (iv-iii secolo a.c.): cesta con coperchio che potrebbe essere stata ordinata da una madre per la figlia che si sposava. Sul tappo sono dipinte 3 divinità che dovevano proteggere la giovane. Probabilmente la cesta prende il nome dal suo scopritore.

Ambito giuridico

• scrittura utilizzata per scrivere leggi. Ricordiamo le leggi delle 12 tavole, scritte si tavole di bronzo e esposte nel foro, così che tutti potessero vederle;
• ius flavianum: fatto realizzare da appio claudio (il) cieco e messo per iscritto dal liberto flavio.

Ambito religioso

• annales: scritti ogni anno dal pontefice massimo. Venivano riportati su una tavola bianca (tavola dealbata) esposta a fine anno davanti alla casa del pontefice massimo. Il pontefice parlava di tutto quello che era successo durante l’anno. Si dava spazio a figure leggendarie per dimostrare che i romani erano un popolo di eroi;
• fasti: calendario dei giorni propizi e non propizi;
• carmina: componimenti in una prosa molto rimata che dovevano accompagnare i sacerdoti durante le feste religiose. I sacerdoti danzavano. I carmina potevano essere di 3 tipi:
• carmen saliare: 12 sacerdoti consacrati a marte 2 volte all’anno invocavano marte come dio della guerra. Il rituale di marzo apriva le guerre (era utilizzato per invocare l’aiuto della divinità), quello di maggio le chiudeva (era utilizzato per ringraziare il dio);
• carmen arvale: i fratelli arvali erano consacrati a marte protettore della vegetazione. Purificavano la vegetazione e poi facevano un sacrificio;
• carmen lustrale: utilizzato dal pater familias per purificare la casa e la famiglia. È simile al carmen arvale.
Precedenti letterari: prodotti da autori anonimi o trasmessi oralmente.

Ambito aristocratico

• carmina convivalia:
• carmen priami;
• carmen nelci.
• laudationes: discorsi funebri tenuti da personalità importanti. I discorsi venivano poi conservati dalla famiglia.
• elogia: scritte epigrafiche sulle tombe.
• neniae: canti lamentosi che le donne intonavano ai funerali. Più erano le donne, più era lamentosa la nenia e più importante era la figura del defunto.

Ambito popolare

• massime.
• proverbi.
• lalli: ninna nanne.
• carmina triumphalia: canti intonati dai soldati per il trionfo dei comandanti. I soldati mettevano in evidenza i difetti de comandante. I carmina triumphalia avevano funzione apotropaica, ovvero dovevano allontanare il malocchio (secondo i romani quando si facevano cose buone poi gli dei si vendicavano).

Teatro

• atellana: farsa popolare che rappresentava la vita popolare, recitate da attori professionisti. L’elemento caratteristico era la volgarità perché il pubblico non era molto colto;
• fescennini: rappresentazione popolare legata ad aspetti quotidiani, battute volgari. Nascono prima nel contesto cittadino perché in alcuni momenti particolari i cittadini organizzavano feste durante le quali si scambiavano battute. Gli attori protagonisti erano mascherati da contadini;
• ludi scenici: saturae.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le testimonianze più antiche di scrittura nel contesto letterario romano?
  2. Le testimonianze più antiche includono il lapis niger, il lapis satricanus, il vaso di dueno, la coppa di civiltà castellana e la cista ficoroni, che rappresentano esempi di scrittura utilizzata per scopi commemorativi e pratici.

  3. Come veniva utilizzata la scrittura nell'ambito giuridico romano?
  4. La scrittura era utilizzata per redigere leggi, come le leggi delle 12 tavole, e per documentare il ius flavianum, rendendo le norme accessibili a tutti i cittadini.

  5. Qual era il ruolo della scrittura nell'ambito religioso romano?
  6. Nell'ambito religioso, la scrittura serviva per redigere gli annales, i fasti e i carmina, che accompagnavano i rituali religiosi e celebravano le gesta eroiche dei romani.

  7. Quali erano le forme di espressione letteraria nell'ambito aristocratico?
  8. Nell'ambito aristocratico, le espressioni letterarie includevano i carmina convivalia, le laudationes, gli elogia e le neniae, che celebravano e commemoravano figure importanti attraverso discorsi e canti.

  9. Quali erano le caratteristiche del teatro popolare romano?
  10. Il teatro popolare romano comprendeva l'atellana e i fescennini, caratterizzati da rappresentazioni volgari e satiriche della vita quotidiana, spesso con attori mascherati e battute irriverenti.

Domande e risposte