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Concetti Chiave

  • Fedro, noto autore romano del I secolo, è famoso per le favole che, sebbene educative, non erano considerate un genere letterario "colto" nel suo tempo.
  • Nato in Macedonia, Fedro arrivò a Roma come schiavo e successivamente divenne uomo libero, condizione attestata dal suo nome "Caius Iulius Phaedrus".
  • Fedro frequentò la scuola di Verrio Flacco e continuò a scrivere sotto l'impero di Claudio nonostante le accuse di Seiano, risolte senza gravi conseguenze.
  • Molti dei suoi lavori sono andati persi, ma restano cinque libri di favole che includono 93 racconti e altri testi raccolti nell'Appendix Perottina.
  • Le favole di Fedro, ispirate a Esopo, trasmettono insegnamenti morali e offrono una forma di protesta contro le ingiustizie sociali, permettendo ai poveri di esprimere i propri sentimenti.

Indice

  1. Biografia di Fedro
  2. Le tappe principali sin dalla giovinezza

Biografia di Fedro

Gaio Giulio Fedro fu un autore romano del I secolo famoso soprattutto per le favole. Viene visto come una voce fuori dal coro per quanto riguarda la letteratura poiché la favola anche se aveva una finalità educativa, in quel periodo, non era visto come un vero e proprio genere letterario “colto”.
Abbiamo conoscenze sul suo nome greco Φαίδρος (Pháidros) ma qualche dubbio su quello latino, alla fine identificato con Phaedrus. Nato sul monte Pierio intorno al 20/15 a.C, in Macedonia, luogo conosciuto per la nascita delle Muse. Ma in tutto ciò abbiamo qualche incertezza. In seguito ancora molto giovane, arrivò a Roma come schiavo, dopo la rivolta avvenuta in Tracia ma repressa dal console Lucio Calpurnio Pisone.
Nella sua opera “Phaedri Augusti liberti Fabulae Aesopiae” è descritta la sua condizione di schiavo familiaris di Augusto ma in seguito fu liberato, proprio ciò è attestato dal suo nome “Caius Iulius Phaedrus” in quando da “liberto” gli veniva attribuito il praenomen e il nomen del padrone.

Le tappe principali sin dalla giovinezza

Arrivato molto giovane a Roma, si pensa che abbia frequentato la scuola di Verrio Flacco, personalità molto colta, che teneva lezioni nel tempo di Apollo sul monte Palatino, insieme ai nipoti di Augusto. Lo stesso Fedro ci riporta altre informazioni: Seiano, il membro de governo di Tiberio, decise di mettere sotto processo Fedro con l’accusa di aver fatto riferimenti fastidiosi contro chi aveva il potere. Però riuscì a risolvere la questione senza troppi problemi, si pensa anche grazie alla sventura toccata al prefetto che lo portò alla morte e Fedro continuò a stendere i sui scritti durante l’impero di Claudio con l’aiuto di Fileto, un altro liberto a cui offrì un ultimo componimento.
In merito ai suoi componimenti, molti sono andati persi ma sono stati ritrovati cinque libri di Fabulae di cui: 93 favole, epiloghi e prologhi, e circa una trentina favole sono state ritrovate in una raccolta chiamata “Appendix Perottina” creata da Niccolò Perotto.

Fedro articolo

E’ risaputo che Fedro, per la scrittura delle sue favole, ha preso come esempio proprio Esopo, esponendolo chiaramente nel prologo della raccolta: "La materia che Esopo, il creatore della favola, ha trovata, io l'ho rifinita in versi senari. Doppio è il pregio di questo libretto: che suscita il riso e che insegna, con il suo consiglio, la vita dell'uomo prudente. Se poi qualcuno volesse dir male del fatto che gli alberi parlano, e non gli animali soltanto, si ricordi che noi scherziamo con favole inventate".
Le sue favole sono importanti perché oltre a narrare una storia, esprimono un concetto ed un insegnamento morale. Ispirandosi ad Esopo, tutte le personalità presenti che possono essere animali, uomini o piante, incarnano e riproducono un difetto o una qualità del genere umano. Grazie a questo, le favole di Fedro accompagnano l’uomo verso il “giusto”, perché lui sa quali sono i pericoli che possono presentarsi, e quindi trasmette all’uomo la modalità con cui evitarli.
Un altro messaggio che emerge dalle sue favole è l’importanza della favola stessa per i poveri, i quali la utilizzano come strumento di ”protesta celata” nei confronti delle angherie subite dai ricchi, dai quali traspare solo arroganza, superbia e vanità. Infatti con le sue favole, molti bisognosi riescono ad esprimere i loro pensieri dietro un racconto immaginoso. Tutto ciò è riportato nel prologo del terzo libro: “Ora in breve spiegherò perché sia stato inventato il genere della favola. La schiavitù oppressa, poiché non osava dire ciò che avrebbe voluto, trasferì in favolette i propri sentimenti, ed evitò le accuse per mezzo di scherzose finzioni. Io ho trasformato i sentieri aperti da Esopo in una via e ho escogitato più storie di quante egli ne abbia lasciate […]. Il mio proposito non è accusare i singoli ma mostrare la vita così come è e i comportamenti degli uomini".”

A cura di Anny.

per approfondimenti vedi anche:
Fedro - Vita ed Opere

Domande da interrogazione

  1. Chi era Gaio Giulio Fedro e quale era il suo contributo principale alla letteratura?
  2. Gaio Giulio Fedro era un autore romano del I secolo noto per le sue favole, che sebbene non fossero considerate un genere letterario "colto" all'epoca, avevano una finalità educativa.

  3. Qual è l'origine e il percorso di vita di Fedro fino al suo arrivo a Roma?
  4. Fedro nacque sul monte Pierio in Macedonia intorno al 20/15 a.C. e arrivò a Roma come schiavo dopo una rivolta in Tracia, ma fu successivamente liberato e divenne un liberto di Augusto.

  5. Quali difficoltà incontrò Fedro durante la sua carriera e come le superò?
  6. Fedro fu messo sotto processo da Seiano, membro del governo di Tiberio, per presunti riferimenti fastidiosi contro il potere, ma riuscì a risolvere la questione e continuò a scrivere durante l'impero di Claudio.

  7. In che modo Fedro si ispirò a Esopo per le sue favole?
  8. Fedro prese esempio da Esopo, rifinendo le sue favole in versi senari e utilizzandole per suscitare il riso e insegnare la vita prudente, come dichiarato nel prologo della sua raccolta.

  9. Qual è il significato delle favole di Fedro per le classi sociali meno abbienti?
  10. Le favole di Fedro servivano come strumento di "protesta celata" per i poveri, permettendo loro di esprimere i propri sentimenti e critiche verso i ricchi attraverso racconti immaginosi, come spiegato nel prologo del terzo libro.

Domande e risposte