Concetti Chiave
- Fedro, nato in Pieria, Macedonia, nel 20 a.C., è noto per aver introdotto a Roma il genere favolistico, scrivendo sotto l'impero di Tiberio e subendo persecuzioni per i suoi versi provocatori.
- La sua opera principale consiste in una raccolta di favole in cinque libri, con un totale di 93 componimenti in senati giambici, e include una sezione aggiuntiva di 30 componimenti perduti, attribuiti a lui.
- Fedro si ispira a Esòpo, considerato l'iniziatore della favola letteraria, e utilizza animali come simboli per rappresentare virtù e difetti umani, riflettendo una morale pessimistica ma con speranze per i deboli.
- Innovazioni di Fedro includono l'uso del senario giambico, l'introduzione di figure storiche nei racconti e l'esplorazione di temi storici e mitologici, differenziandosi così dai suoi predecessori.
- Lo stile di Fedro è caratterizzato da semplicità ed eleganza, con componimenti brevi e dialoghi essenziali che trasmettono insegnamenti morali in maniera concisa e incisiva.
Fedro - Biografia e Fabulae
Nacque in Pieria, Macedonia, nel 20 a.C. e morì nel 50 d.C.
I dati sulla sua vita li abbiamo grazie alla sua opera: origine tracia (dichiara di essere “proprior Graeciae” rispetto a Esopo); condizione sociale: liberto nato sotto Augusto. Vita: fu condotto a Roma come schiavo dell’imperatore, scrisse sotto Tiberio, subì la persecuzione di Seiano a causa di alcuni suoi versi provocatori, visse sotto la protezione di Eutico, morì sotto l’impero di Caligola.
Portò a Roma il genere favolistico e fu l’iniziatore della favola in versi.
Rimase un po’ ai margini della cultura ufficiale del suo tempo forse per la sua umile posizione sociale: i contemporanei non ne apprezzarono l’opera, addirittura Seneca, affermò che la favola era “un’impresa non ancora tentata dagli ingegni romani”, ignorandolo.
L'opera:
Di Fedro perviene una raccolta di favole in 5 libri (composti da prologo, componimenti ed epilogo)che contano 93 componimenti in senati giambici (estensione diseguale: 31, 8, 19, 25, 10 favole per libri).
+ Appendix Perottina: 30 componimenti ormai perduti attribuiti a lui, scoperti dall’umanista Perotti.
Favola: breve vicenda, narrata in versi o in prosa, trasmessa inizialmente in forma orale, i cui protagonisti possono essere persone, animali o cose, e i cui scopi sono divertire e ammonire per far comprendere in modo facile e piano una verità morale, un esempio di vita, la distinzione tra bene e male.
Si prediligeva il mondo animale: era lo specchio degli atteggiamenti, delle virtù morali o dei difetti degli uomini (volpe= astuzia; leone= forza, superbia, arroganza; agnello= mitezza; coniglio=codardia).
Fonte: Esòpo, scrittore greco che gli antichi considerarono l’iniziatore della favola letteraria.
Prima di lui, accenni di favola nella letteratura greca con Archiloco (poesia giambica) ed Esiodo (epica didascalica), Callimaco, nella diatriba (favole=strumento molto adatto alla divulgazione filosofica), Ennio, Lucilio, Orazio (accennavano alle favole nei loro componimenti satirici).
Prologo del I libro = indica la fonte greca da cui dipende (Esòpo) e i due pregi della raccolta (divertire e ammonire).
Morale: la realtà è dominata da pessimismo e malinconia dovute alla legge del più forte; una tensione morale simile a quella raggiunta da Fedro si ebbe solo con la “sciagurata superstizione” di Tacito (il cristianesimo). Nonostante ciò, Fedro lascia spazio alle speranze dei deboli, che talora riescono d avere la meglio grazie alla loro astuzia e intelligenza: la favola diviene uno strumento per far emergere il punto di vista dei ceti inferiori.
Novità: metro (senario giambico e non esametro: adatta verso - genere “basso”); argomenti (panorama più ampio: inaugura l’ambientazione storica e recupera la tradizione della fabula Milesia di Aristide di Mileto, raccolta di novelle a sfondo erotico); personaggi (oltre agli animali introduce figure storiche realmente esistite, divinità dell’Olimpo, personaggi mitologici); morale (ammonizioni e esaltazione ceti bassi).
Elementi comuni a favola e commedia (in Fedro): l’intento di divertire il pubblico a cui si rivolgono, il carattere realistico ed umile delle situazioni e dei personaggi, l’andamento drammatico della favola.
Stile: varietas, tenuitas (stile semplice e piano ma elegante); brevitas (contenuti e insegnamenti non estesi e concisi, manifestazioni: dialoghi essenziali e pregnanti; componimenti che si presentano come rapide e vivaci istantanee; illustrazione di detti proverbiali).
L’insegnamento morale può essere posto ora prima del testo (promìtio) ora dopo (epimìtio).
Domande da interrogazione
- Chi era Fedro e quale fu il suo contributo alla letteratura?
- Quali sono le caratteristiche principali delle favole di Fedro?
- Quali fonti e influenze hanno ispirato Fedro nella sua opera?
- Come si differenziano le favole di Fedro dalle opere dei suoi contemporanei?
- Qual è lo stile letterario adottato da Fedro nelle sue favole?
Fedro era un liberto di origine tracia, vissuto a Roma, noto per aver portato il genere della favola in versi nella cultura romana. Fu l'iniziatore della favola in versi, scrivendo sotto l'impero di Tiberio e subendo persecuzioni per i suoi versi provocatori.
Le favole di Fedro sono brevi racconti in versi o prosa, con protagonisti animali o persone, che mirano a divertire e ammonire, trasmettendo verità morali e distinguendo tra bene e male. Utilizzano il senario giambico e spesso riflettono il punto di vista dei ceti inferiori.
Fedro si ispirò principalmente a Esòpo, considerato l'iniziatore della favola letteraria. Altre influenze includono Archiloco, Esiodo, Callimaco, Ennio, Lucilio e Orazio, che avevano accennato alle favole nei loro componimenti.
Le favole di Fedro si distinguono per l'uso del senario giambico, un metro più adatto al genere "basso", e per l'introduzione di personaggi storici e mitologici. Inoltre, le sue favole esaltano i ceti bassi e presentano una morale che spesso sfida la legge del più forte.
Fedro adotta uno stile caratterizzato da varietas, tenuitas e brevitas, con dialoghi essenziali e pregnanti, componimenti rapidi e vivaci, e l'illustrazione di detti proverbiali. L'insegnamento morale può essere posto prima o dopo il testo.