Concetti Chiave
- Fedro, nato in Macedonia e giunto a Roma come schiavo, fu affrancato grazie alla sua cultura e si dedicò all'insegnamento delle favole come testi scolastici.
- Nonostante la fama delle sue opere, Fedro affrontò persecuzioni per il carattere satirico dei suoi componimenti e non fu apprezzato dai contemporanei come Seneca.
- Le favole di Fedro, ispirate a Esopo, sono caratterizzate da animali parlanti e offrono modelli di comportamento morale, spesso con una visione critica della società.
- Fedro scrisse utilizzando il sermo cotidianus e il senario giambico per raggiungere un pubblico ampio e diversificato, mantenendo un tono di divertimento e insegnamento.
- La morale delle favole di Fedro è spesso pessimistica, sottolineando la legge del più forte, e esalta il valore della libertà come bene supremo.
Di Fedro ci sono pervenuti 5 libri di favole per un totale di 100 componimenti mentre, un'altra trentina se ne ricava dall'Appendix Perottina che venne trascritta da un codice oggi perduto. Il modello a cui Fedro si ispira, aprendo con il suo nome il Libro I, è Esopo, scrittore greco vissuto nel VI secolo. Esopo, schiavo originario della Frigia, avrebbe raccolto per primo le favole greche dando forma letteraria a ciò che era affidato all'oralità. La favola grazie a lui divenne un genere costituito da brevi racconti di fantasia dotati di significato morale; proponevano modelli di comportamento positivi o negativi ed esprimevano una visione saggia della vita con spunti di protesta dei deboli contro i prepotenti. La forma più caratteristica assunta dalla favola esopica è l'apologo animalesco che ha per protagonisti animali parlanti che assumono atteggiamenti umani. Inoltre la favola si era diffusa in particolare nella satira romana: vi accennavano infatti Lucilio e Orazio. Fedro decide di riprendere gli animali parlanti come protagonisti perchè poteva parlare della società a contadini e pastori che stavano sempre a contatto con gli animali e quindi era più semplice farsi capire. Fedro, quando decide di mettere in versi le favole esopiche, scrive servendosi del sermo cotidianus perchè era rivolto ad un pubblico vasto, dal letterato al semi-analfabeta ed era abituato a comunicare con gli umili; non utilizza l'esametro ma il senario giambico, tipico della parti dialogate della commedia con la quale condivide l'intento di divertire il pubblico e i caratteri generali dei personaggi. La favola assume molto spesso un andamento drammatico in quanto riporta dialoghi diretti tra due o più interlocutori.
Il poeta intende dunque divertire ma anche ammaestrare, intenti comuni ad Esopo, e intende inoltre di poter aggiungere qualcosa di suo continuando ad attenersi al criterio della Brevitas; esso con la Varietas sono i capisaldi della poetica fedriana. La morale che si ricava complessivamente dalle favole è pessimistica basata sulla costatazione che regna la legge del più forte; non è un caso infatti che la raccolta si apra con la favola del lupo e dell'agnello. Questo racconto è rivolto a coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti; il debole deve difendersi con astuzia e prudenza dall'ingiustizia e dalla prepotenza.
Fedro inoltre esalta il valore della libertà presentandola come il bene più prezioso da anteporre ad ogni vantaggio materiale, principio che è possibile rintracciare nella favola del lupo magro e del cane grasso.
Domande da interrogazione
- Chi era Fedro e quale fu il suo percorso fino a Roma?
- Quali furono le influenze principali di Fedro nella sua opera?
- Quali difficoltà incontrò Fedro durante la sua carriera?
- Quali sono i temi principali delle favole di Fedro?
- Quali sono le caratteristiche stilistiche delle favole di Fedro?
Fedro nacque in Macedonia e arrivò a Roma da bambino come schiavo. Fu affrancato dall'imperatore grazie alla sua cultura e si dedicò all'insegnamento.
Fedro si ispirò a Esopo, uno scrittore greco, e riprese il genere della favola esopica, caratterizzata da animali parlanti e significati morali.
Fedro fu perseguitato dal prefetto Seiano a causa del carattere satirico delle sue opere e non fu apprezzato dai contemporanei, come dimostra l'indifferenza di Seneca.
Le favole di Fedro trattano temi come la legge del più forte, l'ingiustizia, la prepotenza e l'importanza della libertà, spesso attraverso racconti con animali parlanti.
Fedro utilizzò il sermo cotidianus e il senario giambico, rendendo le favole accessibili a un pubblico vasto e condividendo l'intento di divertire e ammaestrare, simile alla commedia.