Concetti Chiave
- Fedro, poeta latino di origine macedone, visse tra il 20 a.C. e il 50 d.C., e fu liberato dalla schiavitù da Augusto a Roma.
- Compose cinque libri di favole in senari giambici, ispirandosi al favolista greco Esopo, ma scrivendo in versi anziché in prosa.
- Le sue favole, spesso con protagonisti animali parlanti, terminavano con una massima morale e a volte contenevano riferimenti all'attualità romana.
- Nonostante l'apprezzamento limitato dai suoi contemporanei, le sue opere si distinguevano per brevitas e varietas, con componimenti concisi e ben strutturati.
- Fedro poneva l'accento sui vizi umani piuttosto che sui viziosi, mantenendo uno stile semplice ma elaborato.
Fedro - Vita, opere e poetica
Fedro fu un poeta latino vissuto, approssimativamente, tra il 20 a.C. e il 50 d.C.
Le notizie sulla vita di Fedro sono poche e frammentarie, tuttavia si sa che egli era originario della Macedonia ed era di umili origini. Giunse a Roma come schiavo e fu affrancato probabilmente da Augusto.
A Roma Fedro si dedicò all'insegnamento e scrisse, con il doppio intento di dilettare e insegnare, cinque libri di favole in senari giambici, per un totale di un centinaio di componimenti.
Per le sue umili origini, Fedro non fu particolarmente apprezzato dai suoi contemporanei: Lucio Anneo Seneca, ad esempio, ignorò la sua produzione e definì la favola "un'impresa non ancora tentata dagli ingegni Romani".
Il modello di Fedro fu il favolista greco Esopo (VI secolo a.C. circa).
Come Esopo, Fedro sceglieva spesso come protagonisti delle sue favole animali parlanti a cui attribuiva comportamenti antropomorfi e concludeva i suoi componimenti con una massima morale, spesso amara e disincantata. Tuttavia, le favole di Fedro erano scritte in versi (quelle di Esopo erano, invece, in prosa) e alcune di esse contenevano anche riferimenti all'attualità (elemento assente nella produzione di Esopo), come nel caso della favola "Tiberio e lo schiavo zelante", dove i personaggi non sono animali, bensì l'imperatore Tiberio e uno schiavo zelante disprezzato dal principe per il suo eccessivo servilismo. Altri componimenti, inoltre, contenevano dei velati riferimenti alla persecuzione di Seiano, prefetto del pretorio di Tiberio, che non gradiva affatto le favole di Fedro.
Dal punto di vista stilistico, le favole di Fedro erano caratterizzate da brevitas e varietas. Ovvero, si trattava di componimenti concisi, ma ben strutturati, che variavano soggetti (animali ma anche personaggi storici: Pompeo, Augusto, Tiberio) e temi per non cadere nella banalità. Lo stile era semplice ma non per questo non elaborato, nonostante il punto di vista fosse quello degli umili. L'attenzione, infine, era rivolta al vizio e non al vizioso.
Domande da interrogazione
- Chi era Fedro e quale fu il suo contributo alla letteratura latina?
- Quali erano le caratteristiche principali delle favole di Fedro?
- Come vennero accolte le opere di Fedro dai suoi contemporanei?
Fedro era un poeta latino di origini macedoni, vissuto tra il 20 a.C. e il 50 d.C. Contribuì alla letteratura latina scrivendo cinque libri di favole in versi, ispirandosi al modello di Esopo, ma introducendo elementi di attualità e riferimenti storici.
Le favole di Fedro erano caratterizzate da brevitas e varietas, con componimenti concisi e ben strutturati. Utilizzava animali parlanti e personaggi storici per trasmettere massime morali, spesso amare e disincantate, mantenendo uno stile semplice ma elaborato.
Le opere di Fedro non furono particolarmente apprezzate dai suoi contemporanei a causa delle sue umili origini. Ad esempio, Seneca ignorò la sua produzione, e le sue favole furono criticate da Seiano, prefetto del pretorio di Tiberio, per i riferimenti velati alla persecuzione politica.