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Habilis
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Indice

  1. Simposio
  2. Discorso di Fedro
  3. Discorso di Socrate

Simposio

Festa a casa del tragediografo Agatone in occasione della sua prima vittoria alle Lenee.
Personaggi importanti (in ordine di comparsa):
• Fedro
• Pausania (legato sentimentalmente a Agatone)
• Erissimaco (medico amico di Socrate) --> IDEA DELLA CATENA SIMPOSIALE SU EROS
Aristofane
• Agatone
• Socrate --> APICE del simposio (superiorità della filosofia rispetto alla poesia, dato che parla dopo il commediografo e il tragediografo - Aristofane e Agatone)
• Alcibiade (invece di elogiare eros elogia Socrate, usando le stesse parole utilizzate dal filosofo per celebrare eros)
Dialogo sulla natura dell’amore.

Discorso di Fedro

Fedro è il primo partecipante al simposio a prendere la parola ed è un grande estimatore di Lisia e il suo stile oratorio, così come quello di Lisia, si basa sull’utilizzo di numerose figure retoriche, che ovviamente si incentrano sul lessico dell’eros (in particolare la terminologia dell’”amato” e dell’”amante” è piuttosto ricorrente - paidikà, paidikòn). Tuttavia, essendo all’inizio di questo climax ascendente che culmina con il discorso di Socrate, il suo intervento risulta poco fondato dal punto di vista filosofico, che invece per Platone è fondamentale.
Fedro, riprendendo implicitamente il riferimento letterario alla Teogonia di Esiodo, afferma che Eros è il più antico tra gli dei e che egli ispira gli uomini alla buona condotta. Infatti, davanti all’amato, ogni uomo cerca di fuggire le cose turpi e aspirare ad azioni grandi e virtuose (tanto che afferma che se esistesse un esercito composto di solo amati e amanti, la vittoria sarebbe certa -> nel caso in questo fa riferimento alla Battaglia di Leutra avvenuta con Epaminonda).
Fedro afferma che molto probabilmente l’amore è quella stessa forza che gli dei infondevano agli eroi nei poemi omerici: questo però vale tanto per gli uomini quanto per le donne.
Seguono tre esempi:
• Alcesti (episodio affrontato anche da Euripide) che si sacrifica al posto del marito, superando in amore anche gli stessi genitori di lui
• Orfeo che però non riesce a portare indietro dall’Ade l’ombra della moglie Euridice
• Achille inviato nell’Isola dei Beati per aver vendicato la morte dell’amato Patroclo (in questo caso Fedro fa riferimento alla versione del mito proposta da Pindaro, mentre Omero narrava che l’ombra di Achille andava nell’Ade così come quelle degli altri eroi.

Discorso di Socrate

Il discorso di Socrate rappresenta il culmine del Simposio e si inserisce dopo l’intervento di due poeti (un commediografo, Aristofane, e un tragediografo, Agatone). Questa scelta simboleggia la superiorità della filosofia sulla letteratura e, in modo particolare, sulla poesia. Nel suo intervento, che si rivolge direttamente ad Agatone, Socrate riproduce il procedimento maieutico della sua filosofia, seconda cui la verità era frutto di un percorso speculativo personale e dove essere letteralmente “partorita” (da cui il termine “maieutica”) dall’interlocutore. Per conferire un carattere ancora più solenne al suo discorso, Socrate riferisce le parole di un’altra persona: la sacerdotessa Diotima. Questa scelta risulta molto particolare dal momento che la sacerdotessa viene descritta attraverso gli appellativi di gyvaikòs (donna), sofè (saggia) e xène (straniera), tutte caratteristiche che rendono la scelta del personaggio piuttosto non convenzionale. Tuttavia Diotima è presentata come detentrice della sapienza teologica e esperta in amore e per questo aiuta Socrate, attraverso il procedimento maieutico, a capire la vera natura dell’Amore.
(Il tema della sapienza, sofìa, è presenta anche in Medea e qui si presenta, non nel suo carattere pratico, in riferimento all’utilizzo delle pratiche magiche, ma come sapienza intellettuale.)
Partendo dai punti di contatto tra il suo punto di vista e quello di Agatone, Socrate, ricordando l’incontro e il confronto con Diotima, afferma che l’Amore non è né bello né brutto, né mortale né immortale, quanto piuttosto un intermediario tra i due. Per Socrate, quindi, l’Amore è un demone, che “porta agli dei le cose che vengono dagli uomini e dagli uomini le cose che vengono dagli dei.

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