giovyviv94
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Polibio

Durante l'Ellenismo ebbe grande diffusione anche la storiografia, che riprendeva i caratteri emotivi e persuasivi tipici degli spettacoli tragici, che l'oratoria aveva adottato già da tempo. Tuttavia tale stile psicologico inficiò il tipico carattere metodologico e analitico della storiografia a tal punto che si avviò ad un progressivo declino. L'autore più importante della storiografia ellenistica fu Polibio. Tema centrale dell'opera le Storie è la descrizione delle grandiose imprese che fecero di Roma la dominatrice dell'ecumene, paragonate soprattutto a quelle macedoni e a quelle persiane. L'assetto del mondo dipendeva dalle conquiste di Roma, per questo Polibio riteneva che bisognasse descrivere l'intera storia delle conquiste romane in modo da avere una visione d'insieme. Accanto al concetto dell'universalità emerge quello della pragmaticità dell'indagine storica che deve basarsi sulla realtà dei fatti storici e militari, rifiutando le genealogie mitiche e le tradizioni. Per conseguire la verità oggettiva bisogna studiare attentamente i documenti che si hanno a disposizione, verificando quello che si può dedurre da essi; osservare direttamente i luoghi e conoscere la politica. Nel libro VI delle Storie, Polibio passa in rassegna le diverse forme di costituzioni, in tutto 6, dividendole in due gruppi, quelle positive (monarchia, aristocrazia, democrazia) e quelle negative (tirannide, oligarchia, oclocrazia). Queste forme di costituzioni si alternano intersecandosi. Infatti, all'inizio di ogni civiltà , il potere è affidato nelle mani di un sovrano il quale ben presto sviluppa tendenze egoistiche divenendo un vero e proprio tiranno; a questo punto i cittadini migliori si ribellano, destituendo il despota e istituendo il governo dei migliori, l'aristocrazia appunto; anche questa forma si chiude in se stessa degenerando nel governo dei pochi, cioè nell'oligarchia a cui si contrappone il resto del popolo, che la rovescia e istituisce un governo popolare, la democrazia. La democrazia finisce col divenire un sistema di governo assembleare, caotico e dispotico, degenerando in oclocrazia. Da questo punto si decide di ritornare alla monarchia e il processo costitutivo si ripete. Infatti Polibio ritiene che queste costituzioni sono destinate a ripetersi in eterno attraverso il processo dell'anaciclosi. Polibio inoltre esalta il governo romano perché in esso sono ben compenetrate le forme buone di governo: democrazia (comizi), aristocrazia (senato) e monarchia (consoli). La Tyche nella storia viene vista da Polibio come una forza ambigua: ora esprime l'irrazionale che c'è nella storia, ora tutto ciò che c'è di provvidenziale e ora tutto ciò che non si può spiegare in altro modo.

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