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di pser
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LISIA: VITA

Lisia era figlio di un tal Cefalo, che sa Siracusa era giunto ad Atene su invito di Pericle e aveva una fabbrica di scudi. Ad Atene Lisia nacque verso il 445 a. c. e alla morte del padre si recò con i fratelli a Turi, una colonia ateniese, dove perfezionò lo studio della retorica. Dopo la disastrosa spedizione in Sicilia, tornò ad Atene ma l’avvento dei Trenta Tiranni segnò la sua vita: come racconta egli stesso nell’orazione Contro Eratostene, Lisia venne arrestato dai Trenta che si volevano impadronire del suo patrimonio: promettendo del denaro riuscì a scappare alle persecuzioni dei Trenta andando in esilio a Megara, dove diede molti soldi a Trasibulo che, tornato ad Atene, propose di dargli la cittadinanza, proposta respinta dall’assemblea che gli concesse solo l’esenzione parziale da alcuni tributi.

Divenne logografo a causa del fatto che il patrimonio familiare era notevolmente diminuito: secondo Diogene Laerzio divenne così bravo ed apprezzato che si offrì di preparare un discorso difensivo a Socrate, che rifiutò di pronunciarlo. Continuò con successo l’attività di logografo fino forse al 380 a. c.

LISIA: LA FORTUNA

Per quel che riguarda i giudizi del contemporanei a Lisia bisogna dire che Platone, nel Fedro, istituisce un fittizio confronto tra Isocrate e Lisia, dove la palma della vittoria viene data al primo: infatti lo stesso Isocrate, nell’orazione Contro i Sofisti, aveva criticato pesantemente l’attività dei logografi come Lisia, considerando che essi si servivano della retorica solo per far soldi. Nonostante ciò fu molto apprezzato da Iseo, Dionigi di Alicarnasso ed Ermogene di Taso, che lo considerò uno dei maestri dei “ discorso politico “. A Roma invece fu apprezzato dagli atticisti mentre Cicerone preferì Demostene e l’interesse per la sua figura crebbe anche in età imperiale: in ambito umanista invece bisogna segnalare l’edizione aldina delle sua opere curata da Manuzio nel 1513, la quale contribuì a mantenere costante, se non accrescere l’interesse per la sua figura, fino all’ottocento. Oggi Lisia è una preziosa fonte per le vicende e gli intrighi politici che si ebbero ad Atene nel V secolo ed anche per lo stile magistrale che egli utilizzò.

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