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Lisia

Lisia nacque ad Atene intorno al 445 a.C. ma suo padre era un meteco, poiché era nato a Siracusa, e di conseguenza neanche Lisia aveva la cittadinanza ateniese. Tuttavia la sua famiglia era molto ricca perché il padre si occupava del commercio di armi. In età adulta si recò a Turii per studiare oratoria. Tornato ad Atene, quando fu instaurato il regime dei Trenta Tiranni, suo fratello Polemarco fu ucciso e tutti i beni della sua famiglia furono confiscati. Lisia fu costretto ad andare via dalla città. Quando i trenta tiranni furono cacciati tornò ad Atene ma non riuscì né ad ottenere la cittadinanza né a recuperare i suoi beni. Tuttavia gli venne concessa l’isotelia, cioè un trattamento fiscale migliore rispetto ai normali meteci. Lisia era un logografo, scriveva discorsi di difesa per persone accusate di qualche crimine e che dovevano difendersi durante un processo nell’Areopago (tribunale per i delitti di sangue) o nell’Eliea (tribunale per gli altri delitti). I logografi erano pagati molto bene ma non erano ben visti dalla società. Un processo in Grecia durava massimo un giorno e l’accusatore e l’accusato potevano parlare massimo due volte ciascuno. L’accusatore era sempre un privato cittadino. La giuria era composta da cittadini ateniesi con più di sessant’anni, non esperti del settore. L’accusato doveva pronunciare personalmente il discorso in sua difesa ma, se l’accusato non aveva la cittadinanza, il suo responsabile (padre o marito per le donne, padrone per gli schiavi) doveva pronunciarlo per lui, se il responsabile si rifiutava l’accusato era giudicato colpevole. Il genere oratorio di cui Lisia si occupava era quindi quello giudiziario, non scrisse mai un’orazione deliberativa (scritta per invitare i membri di un’assemblea a prendere una determinata decisione) perché non essendo un cittadino ateniese non partecipava alle assemblee. Gli antichi attribuivano a Lisia più di quattrocento orazioni, ma a noi ne sono pervenute solo 34 di cui solo una è sicuramente autentica, la Contro Eratostene. Gli antichi attribuivano così tante orazioni a Lisia poiché a quel tempo circolavano i pamphlet, cioè dei libri che contenevano orazioni attribuite a logografi famosi, ma in realtà erano scritte dai librai. La dote più celebrata di Lisia è l’etopea, cioè la capacità di scrivere orazioni che sembravano scritte da chi le pronunciava e non dal logografo. Infatti il linguaggio e lo stile di Lisia erano molto semplici proprio perché chi si rivolgeva ai logografi non era un intellettuale e di conseguenza un discorso troppo articolato non sarebbe risultato credibile. Inoltre i giudici erano semplici cittadini e di conseguenza non era necessario un linguaggio troppo
tecnico. Le orazioni di Lisia si contraddistinguono quindi per la loro sobria eleganza. Tuttavia l’apparenza inganna; dietro questo risultato si nasconde un lavoro faticoso. La tecnica di Lisia è quella di mettere in buona luce il cliente con discrezione. Non si nega che il cliente possa avere le sue
debolezze, ma si fa capire che esse sono nulla in confronto ai vizi dell’avversario. L’accusato non proclama la sua innocenza ma la fa emergere delineando un profilo psicologico che dia al delitto un’apparente incompatibilità con la sua personalità. Un carattere che Lisia sa costruire particolarmente bene è quello dell’ingenuo. Nelle sue orazioni Lisia si rifà a principi etici e giuridici diversi e a volte opposti a seconda di ciò che torna comodo al suo cliente. Le orazioni principali di Lisia sono:
- Per Eufileto (o Per l’uccisione di Eratostene)= è scritta per Eufileto, accusato di aver ucciso
Eratostene, che era l’amante di sua moglie. L’orazione è famosa perché il racconto delle vicende che hanno portato Eufileto ad uccidere Eratostene è descritto dettagliatamente, con tutti gli inganni che escogitava la moglie per introdurre l’amante in casa;
- Per l’invalido= è scritta per un uomo accusato di fingere di essere invalido solo per avere il
sussidio di invalidità. L’orazione è caratterizzata da un sottile umorismo e da come Lisia non entra nei dettagli della questione si intuisce che l’accusato non era del tutto innocente;
- Contro i mercanti di grano= denuncia un caso di speculazione commerciale da parte di alcuni
meteci;
- Sull’olivo sacro= è scritta per Nicomaco, accusato di aver tagliato un olivo sacro;
- Contro Eratostene= è stata pronunciata direttamente da Lisia. In questa orazione egli
condanna i Trenta Tiranni, in particolare Eratostene che aveva perseguitato la sua famiglia, e
anche tutti coloro che inizialmente li avevano appoggiati;
- Epitafio= è una commemorazione degli Ateniesi morti durante la guerra di Corinto e un
elogio ad Atene. Forse non è stata pronunciata direttamente da Lisia in quanto era un
meteco;
- Olimpico= è di genere epidittico ma contiene un’accusa al tiranno di Siracusa Dionigi il
Vecchio.

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