Leonida di Taranto
- Leonida di Taranto è un poeta ellenistico del III secolo a.C.. Rappresenta il maggior esponente della cosiddetta scuola dorico - peloponnesiaca nell'ambito letterario dell'epigramma. Tale tendenza, all'interno del genere, si contraddistingue in quanto predilige il dialetto dorico e ha una maggiore predilezione per la descrizione oggettiva di situazioni e dettagli e per l'ambito della natura.
- Di Leonida di Taranto si ha un quadro significativo grazie al centinaio di epigrammi pervenutici della sua produzione, nei quali si riscontra uno spazio rilevante riservato agli elementi autobiografici, come ad esempio si nota nell'epigramma in cui lamenta la povertà che lo perseguita con l'immagine dei topi scacciati poiché non c'è nulla di cui possano cibarsi. Vi è, inoltre, una forte attenzione ai dati realistici all'interno dell'ambiente popolaresco da lui dipinto, da cui trae molti dei suoi personaggi (come ad esempio Clitone, un semplice contadino, o Maronide, una vecchia ubriacona).
- Considerato il grande interesse rivolto all'autenticità del mondo degli umili, l'insistita presenza di protagonisti provenienti da esso e il tema della semplicità della vita, Leonida viene ricordato come “Il poeta degli umili”. Tuttavia, quest'epiteto non è del tutto appropriato, dal momento che, nonostante sia evidente il gusto per il realismo e la rappresentazione di un mondo rustico e autentico, i suoi epigrammi sono ben lontani da essere “poesie del popolo”, alla portata di un pubblico comune, vista la complessità linguistica di cui sono intessuti. È proprio questo il contrasto lampante in cui risiede la grandezza di Leonida: la presenza simultanea della litotes (espressa nella semplicità del mondo rappresentato) e dell'esasperazione stilistica.