DanieleSa
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Indice

  1. Introduzione
  2. Trama dell’Elettra di Euripide
  3. Novità
  4. Antieroicità

Introduzione

La cronologia dell’Elettra di Euripide è incerta. Weil, per le allusioni storiche, la pone intorno al 413 a.C. ma Zuntz, basandosi sulla metrica, la situa fra il 422 a.C. e il 416 a.C.
Problematica è stata anche l’accoglienza dell’opera da parte dei critici. Schlegel la definisce “un bizzarro esempio di assurdità poetica o meglio ancora non poetica” e Patin “un tormento per gli spettatori”.

D’altra parte una valutazione più moderna reputa l’Elettra un’opera all’avanguardia per la finezza dell’analisi psicologica, il porsi interrogativi semplici ma enormi, originale ambientazione e intreccio, pozioni ideologiche, bellezza lirica.

le tragedie di Euripide

Trama dell’Elettra di Euripide

Il dramma dell'Elettra è ambientato nella montuosa Argolide, in una casa di un contadino che rievoca la vittoria di Agamennone a Troia, il suo ritorno ad Argo ed uccisione per mano di Clitemestra ed Egisto, conseguentemente salito al potere, la sorte di Oreste.
Lo stesso Egisto, temendo che Elettra, figlia di Agamennone, potesse partorire un figlio che vendicasse il nonno, decise di tenere la fanciulla rinchiusa e di ucciderla. Viene salvata da Clitemestra e viene fatta sposare dal contadino che sta raccontando i fatti.
Entra in scena Elettra mentre va ad attingere l’acqua alla fonte con in capo una brocca e si lamenta della sua madre “scellerata” ma stima il contadino perché senza ὕβϱις.
Successivamente compaiono Oreste e Pilade insieme a dei servi che portano bagagli.
Oreste vorrebbe chiedere notizie riguardo la sorella Elettra ma la scorge in preda ai lamenti riguardo la sua misera vita e la mancanza del fratello e così si nasconde con Pilade.
La fanciulla nota “degli stranieri in agguato”. Oreste si mostra alla sorella confortandola. Tra i due inizia una sticomitia che si conclude con la dichiarazione di Oreste di essere un servo dell’uomo, inviato per avere novità di Elettra.
Il contadino nota il dialogo e dapprima reputa sconvenevole per la moglie stare con dei forestieri ma cambia idea e li ospita a casa sua.
Elettra manda il contadino dal vecchio aio di Agamennone pascolante le greggi lungo il Tanao per dare un’accoglienza migliore agli ospiti di rango più elevato del loro.
Mentre Elettra si dedica alle cure domestiche l’aio giunge alla sua dimora portando con sé dei doni. È commosso perché ha visto sulla tomba di Agamennone degli evidenti segni del passaggio di Oreste: un’agnella sgozzata e una ciocca di capelli biondi. Elettra è scettica.
Sopraggiungono Oreste e Pilade. L’aio riconosce il primo da una cicatrice sul sopracciglio a causa di una sua caduta mentre inseguiva un cerbiatto. Gli espone, inoltre, un’idea per vendicarsi di Egisto: durante il suo viaggio il vecchio lo ha visto intento a preparare una festa per le ninfe in campagna e quindi Oreste potrebbe ucciderlo quando compirà i sacrifici.
Elettra, invece, si offre di pensare alla morte della madre Clitemestra inviando l’aio da lei per annunciare la nascita da dieci giorni del nipote. Di sicuro, infatti, ella accorrerà a visitarla.
Un messaggero racconta l’uccisione di Egisto quando Oreste lo ha attaccato a tradimento rompendogli le vertebre. La salma viene portata in casa ed Elettra dibatte con il fratello: lei è decisa a compiere il matricidio, lui è perplesso.
Nel frattempo giunge su di un carro Clitemestra ed Oreste si nasconde.
La donna deplora le azioni di Agamennone ma Elettra la accusa di essere infedele, vanitosa e menzognera. Clitemestra perdona la figlia perché nell’ira contro il marito si è spinta troppo oltre. Elettra accoglie la madre in casa e dall’esterno si sentono le sue urla. Supplica i figli di risparmiarla.
I due fratelli escono imbrattati di sangue e sconvolti. Oreste ricorda come la madre prima di morire gli abbia mostrato il seno come segno del suo parto e poi chiede ad Elettra di coprire il corpo della defunta “adorata e odiata”.
Sul tetto della casa compaiono Castore e Polluce che affermano che ora Oreste dovrà fare quello che la Moira e Zeus hanno stabilito per lui.

Euripide - Elettra articolo

Novità

La prima riguarda l’ambientazione rurale rappresentata da una misera capanna di un umile contadino e non una reggia. Connesso a ciò, c’è il matrimonio in cui si è preservata del tutto la verginità ed è fortemente presente il declassamento di Elettra.
L’ultima novità è la controversia dell’uccisione di Egisto e Clitemestra perché non conduce a un ordine finale ma ad un ulteriore disordine e definitiva separazione in quanto si è trattato di una brutalità non giustificabile moralmente e religiosamente.

Antieroicità

Nel dramma euripideo dell'Elettra è impossibile accettare il finale positivo e non problematico eschileo perché non ci sono eroi. Il livello dei personaggi si è abbassato facendo emergere debolezze, terrori, contraddizioni, rimorsi, il loro essere preda delle passioni, dubbi irrisolvibili, perplessità, inadeguatezza nell’essere salvatori solo perché altri li considerano tali.
Totalmente positivo è solamente il contadino laborioso, semplice, garbato, ricco di saggezza e pietas. Nella sua figura si vede la concezione secondo cui la nobiltà d’animo non è appannaggio esclusivamente della nobiltà aristocratica.

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