Euripide
(clima: Conflitto peloponnesiaco 431-404 Atene vs Sparta -> vince Sparta)• Salamina, 485 o 484 a.C. da famiglia facoltosa / Pella 407 o 406 a.C.
• Frequentò gli intellettuali del tempo (Anassagora, Socrate) e si avvicina alla concezione dei sofisti. La sua concezione anti socratica lo porta a dire che l’uomo è sempre consapevole di compiere il male (lo fa dire a Fedra nell’Ippolito). Si può dire che anticipi la filosofia epicurea
Anche Isocrate è un semi-sofista: lui crede nella doxa, cioè nell’esistenza di un’opinione condivisa che segua il bene sulla base della quale ci sono dei principi morali interpretabili (contrario: logos)
• Politica: inizialmente favorevole alla politica periclea (pro democrazia) se ne discosta piano piano, accorgendosi del fallimento dei demagoghi successivi coinvolti nel conflitto peloponnesiaco, fino a diventarne il più aspro critico della democrazia. Si può dire che non partecipò mai attivamente alla vita politica ateniese (“misantropo”) ma espresse le sue idee politiche attraverso i personaggi delle sue tragedie (≠ Eschilo, pragmachia: mette in scena le battaglie, la politica pratica)
• Poco apprezzato dal pubblico per la sua troppa originalità:
1. Sceglie di trattare nuovi temi (soprattutto mitologici) o di vederli sotto una nuova prospettiva.
2. Attenzione alla psiche, in particolare femminile: vediamo donne coraggiose lottare contro i principi morali condivisi; e in generale ridimensiona la statura eroica dei personaggi mitici, rappresentati nelle loro debolezze e fragilità, mentre concede ampio spazio agli umili, portatori dei valori etici (nutrice di Fedra nell’Ippolito)
3. Divinità: in virtù della sua originalità e del guardare al futuro epicureismo, gli dei non intervengono nella vita degli uomini e se intervengono affliggono mali o compaiono ex machina, cioè per dare una risoluzione ad un problema irrisolvibile (≠ Omero, Virgilio: gli dei hanno il controllo totale sulla vita degli uomini). Non si può certo dire che fosse ateo, piuttosto è alla ricerca di un Dio perfetto e non banale che non sa se esista, quindi è definibile un irreligioso (come Luciano).
4. Condanna radicale della guerra, esaltazione della classe media, importanza del dubbio, pre-romanzo
5. Rhesis: monologo di un unico personaggio o due che espone il suo pensiero riguardo alla questione
6. Alla sua originalità si ispira Apollonio, il quale unisce al poema epico la drammatizzazione e numerose digressioni (drammatizzazione dell’epos)
- Mentre alla sua analisi psicologica dettagliata e moderna si ispirerà Virgilio e Teocrito
Ippolito coronato
• Sulla base del precedente Ippolito velato, considerato troppo scandaloso, viene rappresentato nel 428 a.C. e fu una delle poche vittorie teatrali euripidee
• Fedra: nella rhesis si accusa di impudicizia e ciò la disgusta ma afferma che è vittima di una malattia che non le da tregua, vivendo in contrasto tra le convenzioni sociali e la forza devastante del desiderio amoroso.
• Ippolito: giovane anomalo per il mondo greco (dedito alla caccia e lontano dall’amore, figlio illegittimo, misogino), mostra però virtù nel non tradire la parola data fino alla morte e er questo avrà il suo massimo momento di gloria dopo la sua morte.
• Nutrice di Fedra: vi è una profonda differenza tra le due donne; Fedra difende i valori tradizionali mentre la nutrice non ha scrupoli
• Teseo: vive il dramma del ripudio del figlio e verrà assolto da Artemide per la sua ignoranza dei fatti
• Afrodite e Artemide: in totale contrasto non solo nel momento di apparizione ma anche nei ruoli; la prima provoca la morte di due personaggi senza nessuno scrupolo, la seconda mette all’evidenza la verità
Aristofane
• Cidatenèo, 445 a.C. da famiglia agiata
• Opere:
1. tratta di arcaia cioè della commedia antica (che non sopravvivrà, insieme alla tragedia, allo spuntare della commedia nuova). Questa prevedeva un giusto rapporto tra contenuto politico, comico e tragico, in modo tale da istruire il popolo divertendolo, incidendo sulla società per migliorarla; “i giovani sono i futuri cittadini” educazione (attraverso la commedia) e politica sono quindi strettamente connessi
- A questo proposito si ispireranno Plauto e Terenzio con la commedia di carattere (analisi psicologica) e la commedia d’intreccio (idealizzazione dei personaggi); e ancora Menandro con la messa in scena dell’uomo privato idiotes e Marziale. Tutti parlano della quotidianità e della realtà.
2. schema delle sue opere: variabilità di una situazione stabile, proposta di una soluzione utopistica ad una problematica reale quotidiana (dimostra che il demos era istruito e che Aristofane si interessava alla vita politica e culturale ateniese), peripezie (si parla di pre-romanzo, come in Euripide; il romanzo ellenistico nasce nel I- II a.C.), brevi scene con la situazione mutata
3. eroe comico: riprende l’analisi psicologica dei personaggi da Euripide ma con meno varietà di caratteri dal momento che si tratta di situazioni no verosimili ma utopistiche. L’eroe è sempre un personaggio reale ma fuori dal normale che si oppone dal male accettato passivamente dalla società. In alcuni casi le protagoniste sono donne che utopisticamente sono perfino viste come elementi fondamentali nella vita della polis
4. aiscrologhia: riprende lo psogos giambico di Archiloco, ed è l’inserimento dell’osceno, dell’offesa, il triviale che simboleggia la realtà crudele della vita
5. alcune opere rimaste: Nuvole 423 a.C., Pace 421 a.C., Rane 405 a.C.
• Politica: possiamo definirlo un conservatore dal momento che rimpiange il glorioso passato dell’Atene delle guerre persiane esaltandone la democrazia (in particolare nella Battaglia di Maratona) e allo stesso tempo è polemico nei confronti del presente in cui è in atto una degenerazione/dissennatezza politica dovuta ai rappresentanti post-periclei (in particolare va contro il demagogo Cleone secondo la prassi dell’”onomasti komodein” e della “parresia”– citare per nome i potenti che si stanno ridicolizzando in nome della libertà di espressione- che pur non essendo cattivo non è conservatore e quindi non ben visto)
- Paragone con Giovenale, il cui modello ideale era la Roma delle guerre puniche -202 a.C. – e con la frase “Facit indignatio versum” denuncia la situazione lui contemporanea; come lui anche Dante, Carducci, Foscolo.
- Filosofie edonistiche: nascono per mettere in pace l’uomo difronte alla crisi politica
• Pur prendendo spunto da Euripide per l’aspetto psicologico dei personaggi, Aristofane lo prende molto di mira ridicolizzandolo in ben due commedie
• Come Euripide, anche Aristofane dissacra gli dei
• Nell’ultima parte della sua vita apporta delle modifiche nella struttura della commedia, più vicina alla commedia nuova di Menandro
Pace (Eirene)
• Rappresentata alle Dionisie del 421 a.C. anno in cui si concluse la pace di Nicia, da lui molto esaltata dal momento che era un conservatore democratico e quindi non era favorevole alla guerra. Sembrava infatti che la guerra del Peloponneso fosse finita e si viveva nella speranza di una pace duratura (ma la guerra ricominciò nel 414 fino al 404)
• Polemos: rappresenta la guerra i cui strumenti sono, più che le armi, dei mortai i cui pestelli sono uomini potenti in grado di trascinare le polis in una lotta fratricida. Essendo morti Cleone e Brasida ne servono di nuovi (attacco diretto a Brasida)
• Le tre figure femminili Eirene (la pace), Teoria (la festa), Opòra (l’abbondanza) sono personaggi muti e di loro non viene fatta la minima caratterizzazione psicologica