“La creazione della donna: Pandora”
La riflessione di Esiodo continua ad insistere sulla duplicità della condizione dell’uomo, sottolineando l’importanza del lavoro e della giustizia. Egli vuole far riflettere l’uditorio sugli stessi concetti etici.
Il mito di Prometeo nella Teogonia è uno dei pochi momenti in cui gli uomini sono protagonisti. Nelle Opere e giorni in primo piano è il destino dell’uomo e la condizione umana: al mito di Prometeo è dedicato poco spazio, ma viene ampliato nei concetti. Viene inserito un dato che non compare nella Teogonia, ovvero la sottrazione del sostentamento agli uomini. La punizione di Zeus implica non solo che venga sottratto il fuoco, ma anche la fonte del benessere. Finisce un’epoca in cui l’uomo poteva non lavorare (fine età dell’oro), perché la natura offriva tutto ciò di cui gli uomini necessitavano. La condizione umana comincia ad essere caratterizzata dal lavoro e dalla fatica: nel mito di Pandora vengono anche aggiunte le malattie e la vecchiaia.
Il mito dell’età dell’oro non fa parte solo della cultura greca, e anzi la letteratura esiodea si avvicina molto alla letteratura sapienziale dell’area mesopotamica ed ebraica (cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden).
Zeus e Prometeo nelle Opere e giorni=Zeus e Prometeo nella Teogonia
La donna viene presentata come un male dall’aspetto magnifico, che diventa una seduzione irresistibile per l’uomo. Alla sua creazione concorrono Efesto, Atena (grazia e capacità nel tessere, capacità specifica della donna), Afrodite (con le Horai, Peitho e Chariti), e infine Hermes (discorsi menzogneri). Viene dato il nome della prima donna, Pandora, e ci viene data la spiegazione del suo nome.
Compare la figura di Epimeteo, che nonostante fosse stato messo in guardia dal fratello Prometeo subisce l’inganno, che viene definito amechanon, ovvero contro il quale l’uomo non sa cosa fare.
Poi vi è l’apertura del vaso, dal quale si generano i vari mali dell’uomo, fra cui vi è la fatica, che deriva dal lavoro.