Lettura “La contesa buona e la contesa malvagia”
Tecnica paratattica ed associativa. Paratattica: riflessioni che vengono collocate le une accanto alle altre, senza connettivi che che diano consequenzialità alla sua esposizione. Associativa: prosegue per associazione di idee. Ci sono delle idee fondamentali che circolano in questo testo, che ci fanno comprendere i vari passaggi.
Fra le macrosequenze (prima sequenza 11-26; seconda sequenza 27-41) vi è un elemento di connessione: Perse ha seguito e segue tuttora la Contesa cattiva.
La riflessione di Esiodo si viene a concentrare sulla possibilità propria dell’uomo di volgersi verso il bene o verso il male: questa è la possibilità di scelta dell’uomo, da cui deriva anche la responsabilità della sua condizione.
Se l’uomo segue giustizia e lavoro, vede migliorata la propria condizione (società dinamica). Questa possibilità trova modo nella tecnica della personificazione: qui vengono personificate la Contesa cattiva e la Contesa buona (competizione), mentre nella Teogonia erano divinizzate.
• Messaggio paideutico di Esiodo. Esiodo fa una riflessione etica ed esistenziale sulla condizione dell’uomo, esortandolo ad impegnarsi nel lavoro e a seguire la giustizia.
• Esiodo, poeta d’età arcaica, dà voce a questo messaggio etico. Lo fa personificando i concetti etici, creando uno sdoppiamento: Eris compare come figura divina nella Teogonia, ma è una divinità oscura (come Contesa cattiva). Nelle Opere e giorni invece compare anche la Contesa Buona, che aiuta l’uomo. Concezione dell’uomo di Esiodo: duplicità della condizione umana, poiché l’uomo può si volgersi sia al bene che al male.
All’interno di questo passo, a partire dal verso 27, emerge in primo piano il motivo autobiografico di Esiodo: esso è la spunto iniziale per il poema. Alle spalle del fratello Perse, però, va posto tutto un uditorio. Il momento autobiografico diventa primario nella parte finale del passo, ma la riflessione che Esiodo propone è sempre la stessa: egli invita Perse a non seguire la Contesa cattiva, che lo distoglie dal lavoro, e fa riferimento al tema della giustizia, in particolare a come Perse riuscì a risolvere la contesa fraterna, ovvero corrompendo i giudici. Esiodo dice che bisogna seguire la giustizia di Zeus, l’unica giustizia “retta”.
A chiudere questo passo è una sentenza (proverbio) difficile da interpretare: per Esiodo è meglio avere poco dopo aver lavorato duramente per ottenerlo, piuttosto che avere tanto senza meriti. La malva e l’asfodelo erano piante che integravano la dieta delle famiglie povere, e avevano proprietà curative.