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In principio era il caos: versi 116-153

Chiuso il proemio, inizia la narrazione teogonica vera e propria.
Il racconto esiodeo è sì un racconto teogonico perché ci narra la nascita delle divinità, ma in questa prima parte è una cosmogonia, che ci narra l’origine di tutto, della fusis. È anche un trattato cosmologico e cosmografico. Esso va distinto dalla speculazione filosofica, ma appartiene, in parte, al pensiero filosofico. La domanda che si pone Esiodo è la stessa dei filosofi presocratici: cos’è l’archè?
Esiodo risponde a questa domanda narrandoci una storia, che è la modalità propria del mito.

Esiodo, proprio perché è poeta e autore di miti, nel momento in cui si pone la domanda filosofica sull’origin dell’universo non può fare altro che raccontarci una storia. Nella fase iniziale del mito, nascono contemporaneamente divinità e entità del cosmo stesso.
Gaia (Terra) è la divinità della terra, ma è anche la Terra stessa.
Ogni elemento del cosmo è contemporaneamente una divinità: panteismo (tutto è divinità). Aristotele, nella Metafisica, annovera Esiodo come colui il precursore della riflessione sull’archè della fusis.
Anche oggi, dopo 2800 anni, la domanda dell’origine del mondo rimane la stessa, cambiano le conoscenze: la ricerca dell’archè è un impulso umano ed è una parte integrante dell’umanità.

Esiodo ci narra la nascita e la comparsa di quelle entità che danno inizio all’Universo. In principio vi era il Chaos, un vuoto indefinito e infinito. Il Chaos (la radice Chas indica il vuoto, da χάσμα) si presenta come un enorme voragine dove tutto è indeterminato, una sorta di baratro. Chaos indica lo spazio vuoto all’interno del quale vengono a collocarsi i successivi elementi del cosmo quando vengono a comparire. Tuttavia, quando tornerà la parola Chaos, essa andrà a significare l’aria, intesa nel senso di aria trasparente: l’aria del Chaos è percorsa da vortici, è in costante movimento, vi è dell’energia. Chaos è si il vuoto dove si collocano gli elementi ma è già di per sé materia (ὕλη). Un’aria nebulosa, impenetrabile è quella che sostanzia il Tartaro, che è formata da una sua aria.

• Prima di tutto vi fu Chaos, e da esso tutto trae origine: nel testo greco è indicato con l’avverbio prima (protos). Da ciò si capisce che nasce sia lo spazio sia il tempo: nascono le coordinate spazio-temporali. Nel racconto di Esiodo nasce anche l’istituzione familiare, e persino l’istituzione cittadina: viene rappresentata un organizzazione sociale che si basa su una precisa forma di potere.

• Gaia è una divinità, rappresentata in forma antropomorfa. È dotato degli stessi attributi dell’umanità, ma contemporaneamente è anche entità fisica: è un disco di terra che viene a collocarsi in una dimensione specifica all’interno del Chaos, perché sotto di lei ci sarà il Tartaro e sopra il Cielo. Vi sono anche dei connotati temporali.

• Il Tartaro è costituito di aer, aria densa e impenetrabile alla vista, è il luogo dell’oscurità. È un altro disco sotto Gaia dove vengono collocati i Titani e i morti.

• Eros è la quarta entità primigenia, e rappresenta la forza propulsiva delle successive generazioni (determina le nascita). Esiodo ci dice che Eros è “colui che scioglie le membra” (λυσιμελής). È contrario di intelletto e saggi consigli: Eros è forza che è in grado di sopraffare la razionalità dell’uomo, e fa si che agisca spinto da Eros stesso. È un potere invincibile.

Esiodo pone come entità primigenie Caos (Χάος), Gaia, il Tartaro ed Eros.
• Da Caos nascono Erebo e Notte (Νύξ), principi dell’oscurità, e da questi ultimi nascono Etere e Giorno (principi della luce). Le prime nascite nascono per analogia (dall’oscurità di Chaos nasce l’oscurità, o da opposizione, dall’oscurità nasce la luce).
• Da Gaia nascono, per partenogenesi, il Cielo stellato (Οὐρανός), Montagne e Ponto, il mare infecondo, ribollente di flutti. Urano è un disco di pari dimensioni alla Terra e i suoi margini, posti sopra, combaciano perfettamente.
• Dall’unione fra Gea e Urano nascono i Titani: Oceano che è un fiume che circonda la terra e Crono, il più terribile dei figli, divinità antropomorfa che non ha corrispondenza con un’entità fisica. Da Gea e Urano nascono i Ciclopi (Bronte, Sterope ed Arge), che daranno a Zeus i suoi attributi. Nascono poi i Centimani, essere giganteschi, dalla forza straordinaria, dotati di cento mani. Anch’essi aiuteranno gli dei olimpi nella titanomachia.

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