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La donna Pandora

Dice Esiodo: “un uomo non può acquistare nessun bene migliore di una moglie onesta e nessuno peggiore di una cattiva — una ladra di cibo che, senza fiamma, brucia un uomo per quanto forte e lo rende vecchio prima del tempo”. Per Esiodo la donna resta comunque un essere infido perché — scrive — “chi della donna si fida si fida dei ladri”. Non è quindi un caso che il poeta descriva la prima donna, Pandora, come colei che, aprendo il coperchio di un vaso, diffuse tutti i mali possibili in un mondo prima libero dalle malattie e dalla fatica.

Ma — si può obiettare — l’amore che gli eroi talvolta mostrano verso le mogli o le schiave non è il segno di un’alta considerazione nei loro confronti? Quindi non c’è, almeno nella sfera degli affetti, una parità? Ebbene, si possono trovare esempi che contraddicono questa ipotesi. Si consideri (ha osservato uno studioso italiano, Fausto Codino) la differenza fra l’amore di Penelope verso Ulisse e quello con cui essa viene ricambiata: da un lato Ulisse è al centro dei pensieri di Penelope, anche quando le speranze di un suo ritorno sembrano venir meno; dall’altro Ulisse, che pure ama intensamente la moglie, mostra per lei un attaccamento inferiore a quello per il figlio, per gli amici e per i compagni d’arme. Questo vuoi dire che se per la donna omerica “la vita sentimentale è più evoluta” di quella dell’uomo, ciò è dovuto al fatto che essa è separata dalla vita sociale, tanto che per lei la vita intima è quasi tutta la realtà.

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