giovcos
Ominide
10 min. di lettura
Vota

Apollonio Rodio ci è noto perché è famoso per un poema epico incentrato sulla spedizione degli Argonauti intitolato Argonautiche, composto da 4 libri in esametri. È l’unico poema epico di età ellenista che è giunto sino ai nostri giorni. Apollonio Rodio - Le Argonautiche articolo

Indice

  1. Vita di Apollonio Rodio
  2. Organizzazione del viaggio
  3. I personaggi

Vita di Apollonio Rodio

Apollonio Rodio nacque in Egitto ad Alessandria ed è una figura di poeta-filologo, fu attivo nella biblioteca di Alessandria e rivestì il ruolo di bibliotecario dopo Zenodoto.

Fu anche il precettore di Tolomeo III Evergete e si chiama Rodio poiché la nostra tradizione vuole che egli si sia allontanato da Alessandria e si sia rifugiato nell’isola di Rodi. Secondo alcune credenze, egli si rifugia qui a causa di diverse controversie con Callimaco poiché Apollonio Rodio si era dedicato alla composizione di un poema epico. Sappiamo bene quanto Callimaco avversasse il poema epico poiché lo considerava un genere inferiore, dunque l’autore si sarebbe allontanato a causa di polemiche. A Rodi terminó la composizione dell’opera e per quanto riusciamo a ricostruire avrebbe riscritto anche il poema epico. In sei circostanze abbiamo notizia della proectosis (qualcosa prima della vera e propria edizione) poiché l’opera fu commentata da altri autori e questi commenti si chiamano scolii, i quali si trovano lungo i margini della pagina del manoscritto. In questi scoli per sei volte in un commento al primo libro viene fuori questa proectosis e abbiamo testimonianza del fatto che Apollonio Rodio avesse cambiato determinate parole ecc.
altri studiosi pensano che non bisogna enfatizzare questa storia perché potrebbe essere un’invenzione degli antichi biografi. Se analizziamo le Argonautiche dal punto di vista stilistico, infatti, l’opera fa capo alla poetica callimachea in quanto è frutto di ricerca e di erudizione mitologica.

Organizzazione del viaggio

Nei primi due libri viene narrato il viaggio di andata e l’organizzazione della spedizione. Giasone, incaricato da Pelia, dalla Tessaglia deve recarsi in Colchide, dove deve rinvenire il vello d’oro. In questi due libri, Apollonio imita l’Odissea e non si limita a descrivere il viaggio bensì arricchisce la narrazione con continue digressioni; ogni tappa di questo viaggio costituisce occasione per raccontare un altro mito e in questo modo l’autore da sfoggio di erudizione e mira ad un fine eziologico. All’inizio del primo libro vi è un proemio contenente un’invocazione ad Apollo e all’inizio del terzo libro ve n’è un altro, il quale è significativo poiché viene invocata come musa Ereto, la musa della poesia d’amore. Il primo proemio è importante poiché emerge da subito la visione del poeta e ciò significa che supera l’oggettività del narratore epico, intervenendo ad analizzare la psicologia dei personaggi. Allo stesso modo anche Virgilio interviene continuamente nella narrazione.
Il secondo libro si è concluso con l’arrivo degli Argonauti nella Colchide. Quasi tutto il terzo libro è dedicato a Medea, figlia del re della Colchide, che si innamora di Giasone, il quale chiede l’aiuto della fanciulla per superare le prove che gli consentiranno di raggiungere il vello d’oro. Tutto il terzo libro, dunque, è incentrato sull’amore. Dopo ciò si racconta l’impresa vera e propria e la conquista del vello.
Nel IV libro, dopo che Giasone ha abbandonato la famiglia, si racconta il νόστος, ossia il viaggio di ritorno in patria e si narra del fratello di Medea, Absirto, il quale viene attirato in un inganno dalla sorella e ucciso a tradimento da Giasone. Ciò suscita l’ira di Zeus e impedisce agli Argonauti di fare ritorno in patria. Questo libro si rifà tantissimo all’Odissea, infatti Zeus porta gli Argonauti a girovagare impedendo loro di raggiungere Pella.
Le tappe di questo ritorno sono tappe fantastiche, che si trovano prevalentemente nel Mediterraneo occidentale e alcune sono le stesse che aveva già affrontato Odisseo. La conclusione del viaggio è affidata al caso e Apollo, impietositesi a causa di quanto accaduto agli Argonauti, guida il loro viaggio di ritorno in patria.

Le Argonautiche sono un’opera di grande erudizione, che richiede un grande percorso di studio fatto sui libri. Il modello di Apollonio sono sempre i poemi omerici però si tratta di un argomento antecedente rispetto alle opere di Omero e spesso ci sono i genitori di coloro che combatteranno a Troia, basti pensare a Peleo, padre di Achille. Un altro anticipo riguarda la figura di Medea, la quale non è quella matura, sadica e folle della tragedia di Euripide. È ancora giovane, non ha fatto esperienza d’amore ed è divisa da un dilemma: coronare il suo sogno d’amore e tradire il padre e la sua famiglia o viceversa. Nelle Argonautiche viene narrato il primo delitto di Medea nei confronti del fratello e Apollonio cerca di introdurre la sua figura a quella che sarà la Medea famosa nella storia. Vengono sottolineate le bravure magiche della donna, infatti ella sarà in grado di manipolare le persone che le sono davanti.

Nel raccontare tutti questi miti secondari spesso Apollonio si abbandona al gusto per la paradossografia, ossia alla descrizione di cose incredibili e fantastiche infatti aggiunge racconti strani alle sue fonti, arricchendole di particolari.

Le Argonautiche sono ispirate al concetto di brevitas della poetica callimachea e ciò si rivede dal fatto che seppur il modello sia Omero, che scrisse un totale di 48 libri, l’opera di Apollonio Rodio si snoda in soli 4 volumi. Gli studiosi hanno notato che l’autore nella suddivisione della sua opera si sia ispirato ad Aristotele che, nella Poetica, affermava che la lunghezza di un poema epico deve essere tale che il lettore possa abbracciare il racconto dall’inizio alla fine con un solo sguardo e indicava come misura ideale, quella della tetralogia. Di conseguenza Apollonio Rodio sceglie di seguire le indicazioni impartite da Aristotele.

Continuamente Apollonio Rodio richiama il suo modello, da cui ricava tante cose come le formule, le similitudini, ecc. Vi sono però delle differenze: quando Apollonio rielabora il modello del poema epico si diverte a modificarlo, ad esempio egli riprende l’uso delle formule da Omero però cambia continuamente, infatti lo stesso personaggio può avere numerosi epiteti. Si tratta, dunque, di un vero e proprio invito a superare il modello.
Spesso in Apollonio ritroviamo lo stesso mito narrato da Omero e si parla di mito narrato di scorcio, poiché sa che chi sta leggendo quel mito sa già di cosa presuppone perciò si sofferma sull’aspetto psicologico dei personaggi, ereditandolo da Callimaco.

Si riconoscono tre piani temporali:

  • Tempo del racconto, si tratta di quello più utilizzato e le vicende temporali degli Argonauti si sviluppano in un determinato tempo che precede la guerra di Troia;
  • Tempo del mito, ogni volta che c’è una digressione la narrazione va ancora più indietro nel tempo;
  • Tempo del presente, ciò che viene narrato nel mito ha un effetto sul presente dell’autore.

Nella narrazione Apollonio si sposta continuamente da un piano all’altro.

Apollonio Rodio - Le Argonautiche articolo

I personaggi

Giasone più che un eroe sembra un antieroe poiché non è animato dal desiderio di gloria a differenza degli eroi omerici bensì egli compie questa missione perché è costretto a farlo. Un altro aspetto che lo rende tale è la sua indecisione, infatti ci risulta incapace soprattutto quando si deve confrontare con il drago. Quest’idea, però, è molto in linea con l’idea ellenistica in cui l’uomo è in balia degli eventi.
Per quanto riguarda Medea, invece, ella non è la donna forte e anticonformista che viene rappresentata nella tragedia di Euripide, ma è molto più simile alla Medea di Ovidio, che viene catturata dall’amore non appena incontra Giasone. È una donna giovanissima che si lascia trascinare dall’amore ma vi è un elemento che richiama la Medea di Euripide: è caratterizzata da un dilemma interiore, e possiamo leggere nel suo animo grazie all’utilizzo del soliloquio, in cui la donna mette a nudo la sua lacerazione e il suo animo incerto. Questa è una tecnica nuova, sconosciuta all’epica omerica, poiché vediamo i sentimenti del personaggio attraverso il personaggio stesso. Vi è un vero e proprio scavo psicologico che ritroveremo anche in Virgilio.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community