L’epos in antichità nacque a causa di un periodo storico vivace e con continui scontri bellici ed ideologici, e a causa della presenza di personaggi importanti, per cui si sentiva la voglia di celebrare il proprio passato e i propri miti. In età alessandrina tuttavia non c’è nulla ti tutto ciò; ci sono comunque due filoni di intellettuali che si occupano di epos:
- Gli intellettuali che adattano le peculiarità della poesia alessandrina all’epos tradizionale (esempi: “Ecale” di Callimaco, idilli di Teocrito).
- Autori che si prefiggono di continuare l’epos omerico (Apollonio Rodio).
Apollonio nacque ad Alessandria; i giudizi su di lui non sono mai stati benevoli, infatti le accuse di erudizione e pedanteria sono interpretabili sia come pregi che difetti. Egli è comunque molto dotto, e le sue “Argonautiche” costituiscono una fase intermedia tra l’epos omerico e quello virgiliano, che non ci sarebbe stato senza Apollonio; egli è raffinato e rispecchia nella sua opera, pur epica, tutte le caratteristiche formali alessandrine.
E' un poema in quattro libri che narra l’impresa eroica compiuta da Giasone e dai suoi compagni che, a bordo della nave Argo (da cui la denominazione Argonauti), salpano dalla Grecia alla volta della Colchide per riconquistare e riportare in Grecia il vello d’oro. Secondo il mito, Zeus aveva salvato Elle e Frisso, figli di Atamante, dalle insidie mortali tese dalla matrigna Ino inviando in soccorso un ariete dal vello dorato (simbolo della divinità). L’animale avrebbe dovuto trasportare i due fratelli in Colchide, ma a destinazione arriva solo Frisso, dato che Elle cade in mare durante il viaggio. Eeta, re della Colchide, ospita Frisso, che sacrifica l’ariete a Zeus in segno di riconoscenza. Ma poiché l’oracolo voleva che il vello tornasse in Grecia, Pelia, re di Iolco, affida a Giasone, figlio del fratellastro, il pericoloso compiuto di recuperare il vello, sperando di eliminare l’unico legittimo pretendente al trono.
Apollonio sceglie questo mito per diverse ragioni: consente di inserire miti correlati; il momento culminante (la storia d’amore tra Giasone e Medea) rispecchia il gusto ellenistico; è costruito su episodi legati al viaggio; gli permette di mostrare la sua erudizione.
L’influsso di Omero è ravvisabile soprattutto per quanto riguarda la forma: dialetto omerico, stile formulare, frequente uso della similitudine, uso dell’esametro.
Per quanto riguarda le innovazioni: la concezione della realtà appare diversa, in quanto la sfera umana è separata da quella divina; Apollonio usa il mito con spirito profano provando grande compiacimento estetico ed erudito; ricorso all’elemento meraviglioso; presenza di elementi dotti e culturali; influenza del teatro, in particolare di Euripide; interesse verso le scienze naturali.
Per quanto riguarda le tecniche troviamo: la tecnica della specificazione, ovvero la tendenza a precisare le vicende scendendo nei minimi particolari; la tecnica della narrazione a segmenti, ovvero la narrazione viene condotta in base ad unità poetiche in cui ognuna forma un uno organico.