Giasone e l'eroe omerico
Una delle più importanti differenze tra Giasone, simbolo dell'eroe ellenistico, e un eroe omerico è l'obiettivo che essi vogliono raggiungere: Giasone parte per cercare una cosa che non desidera, perché gli è stato detto da qualcuno che desidera tale oggetto ancora meno di lui, il suo è un obiettivo non voluto, ma stabilito da altri. L'eroe omerico invece sceglie da solo o collettivamente il proprio obiettivo, che è sempre qualcosa di desiderato o di assolutamente necessario.
Giasone è poi attorniato di aiutanti (prima gli argonautici, poi Medea). Egli è un eroe subalterno, incapace di far qualcosa o prendere delle decisioni da solo (perfino l'amore che Medea prova per lui e che la spinge ad aiutarlo, è falso, creato ad hoc dalle dee). L'eroe omerico è invece un eroe solitario, quasi egocentrico, che non ha bisogno dell'aiuto di nessuno. Classico esempio ne è proprio Eracle che parte solo per ritrovare l'amato Ila. La partenza di Eracle risulta poi funzionale allo scrittore: il fatto che Eracle parta e che lasci la nave Argo, fa posto a un nuovo tipo di eroe, ovvero Giasone. Eracle nelle Argonautiche è anacronistico, troppo sicuro di se e privo di limiti nell'agire: è quindi necessario che egli sparisca, se Giasone vuole compiere la sua impresa.
Inoltre l'eroe omerico è animato da agonismo, da voglia di fare, di combattere, di mettersi alla prova. Giasone è amecanos (incerto, impotente), quasi insofferente per tutta l'opera, alla ricerca di qualcosa che non vuole.
Infine, Giasone è dubbioso: chiede subito chi sarà a guidare la spedizione, chi dev'essere il capo e non è neanche lui a proporre se stesso; l'eroe omerico invece è assolutamente certo di essere unico, lui non potrebbe mai porsi una questione del genere.
Questo avviene perché Giasone è un eroe ellenistico: egli non ha la forza di Achille o il cervello di Odisseo. Vedrà il vuoto in fondo alle cose e all'esistenza e se ne tirerà fuori per non distruggersi, rifiutando per questo ogni coinvolgimento emotivo. Egli è il manifesto di una nuova civiltà fredda, in un modo assolutamente coerente.
Ed è per questo che egli non può essere considerato davvero un eroe o il protagonista della vicenda. Egli resterà sempre una sorta di 'antieroe', colui che esercita su Medea il suo richiamo erotico o semplicemente 'un semplice personaggio dell'opera'.