Concetti Chiave
- L'Ottocento è caratterizzato da rivoluzioni alimentate da idee trasformate in ideali, spingendo individui a combattere un Sistema ingiusto.
- Poeti come Lamartine e Hugo utilizzano la loro voce e arte per guidare verso libertà e uguaglianza, opponendosi a pratiche come la pena di morte.
- Nel Novecento, l'esistenzialismo porta figure come Sartre a vedere l'impegno politico come una liberazione personale e un dovere civico.
- Camus si impegna socialmente contro le ingiustizie e la pena di morte, sostenendo che il bene collettivo può diminuire il dolore umano.
- La letteratura dell'epoca riflette un desiderio di cambiamento e un'opposizione al quietismo, promuovendo l'idea di un'umanità unita per il bene comune.
Poeti impegnati
L'Ottocento è il secolo delle rivoluzioni e tutte le rivoluzioni nascono da idee che si trasformano in ideali nel momento in cui tutti avvertono l'esigenza di cambiamento e diventa un dovere trasgredire a un ingiusto Sistema. In questo senso, ogni pensatore, ogni filosofo e ogni scrittore, ogni uomo, secondo le proprie esperienze di vita, sentirà la necessità di cambiare qualcosa di profondamente ingiusto. Perché si avrà chiaro il principio vitale redatto da Mitchell in Cloud Atlas, secondo cui "la nostra vita non è nostra; da grembo a tomba siamo legati ad altri, passati e presenti; e da ogni crimine e ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro".
Lamartine è un poeta che guida il popolo verso la libertà e questo appare chiaro nelle sue opere.
Hugo è il poeta vate e unisce la libertà letteraria alla libertà politica. Contro la pena di morte, è a favore dell'uguaglianza e della libertà. L'impegno politico si trasforma in impegno sociale in Zola.
Nel Novecento, secolo che distrugge certezze e illusioni, vi sono impegni politici contrari all'umanità e alla bella libertà (è il caso di D'Annunzio). Con l'avvento dell'esistenzialismo, tra le più profonde atmosfere culturali, ogni uomo, partendo dagli stessi cocci, arriva a diverse finalità di pensiero: per Sartre l'impegno politico è una forma di liberazione dalla nausea del vivere. L'uomo è arbitro del proprio destino e come cittadino è chiamato a partecipare alla vita pubblica. Tra le guerre e dopo di queste, l'uomo sa di vivere una vita senza senso. Opponendosi al quietismo, Sartre dice che l'uomo è obbligato a essere libero. Camus, invece, combatte le ingiustizie nel sociale e va contro la pena di morte. "Se la natura condanna a morte l'uomo, almeno l'uomo non lo faccia". Vivere è inutile se non si fa del bene. Come nella Peste in cui tutti vivono la stessa vita brutta e possono farne qualcosa di buono se si uniscono per il bene senza differenze (Leopardi). La morte ci sarà e la vita anche, ma almeno l'uomo può diminuire il dolore se fa del bene agli altri e se si riceve il bene dagli altri.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dei poeti e pensatori nell'Ottocento secondo il testo?
- Come viene descritto l'impegno politico nel Novecento?
- Qual è la visione di Sartre e Camus riguardo alla libertà e al bene sociale?
Nell'Ottocento, i poeti e pensatori sono visti come figure che guidano il cambiamento sociale e politico, ispirando le rivoluzioni attraverso le loro idee e ideali, come evidenziato da Lamartine e Hugo.
Nel Novecento, l'impegno politico è visto come una risposta alle incertezze e illusioni distrutte, con figure come Sartre e Camus che promuovono la libertà e la giustizia sociale, opponendosi a ingiustizie e alla pena di morte.
Sartre vede l'impegno politico come una liberazione dalla nausea del vivere, mentre Camus combatte le ingiustizie sociali e sostiene che vivere è inutile se non si fa del bene, promuovendo l'idea che l'uomo deve diminuire il dolore facendo del bene agli altri.