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laurea giurisprudenza

Se sei cresciuto con il mito di Specter o Ross (hai presente la serie “Suits”?) e decidi di iscriverti a Giurisprudenza, probabilmente sogni un futuro da principe del Foro. 

Giustissima ambizione: chi non vorrebbe trionfare in un processo conquistando giudici, procuratori ed imputati.

Del resto i dati di Almalaurea (rapporto 2024 sulla Condizione professionale dei laureati), indicano che, a 5 anni dalla laurea, il 68% degli esperti di diritto ha svolto il praticantato ed oltre il 40% lavora in servizi di consulenza.

Un altro 20% ha scelto il percorso nella Pubblica Amministrazione (compresa la magistratura). Indicatori chiari, che confermano la prevalenza forense nello sbocco post giurisprudenza. Ma a ben guardare i dati suggeriscono che ameno un 30% dei dottori in legge non scelga questa strada. E quindi che scelte hanno fatto?

Indice

  1. Cosa cercano le aziende
  2. Pro e contro

Cosa cercano le aziende

Probabilmente sono andati a lavorare nelle aziende in settori come acquisti, contratti, contenziosi, gestione del personale. Sono tanti gli ambiti di attività che, a livello aziendale, possono richiedere competenze giuridiche.

In realtà le vere opportunità non si nascondono dietro mansioni di base o ripetitive (come ad esempio redigere un contratto), ma nel maturare una profonda conoscenza del business e dei processi con i quali funziona. 

Se infatti le mansioni ripetitive (scrivere un contratto o contestare una fattura) potranno essere di volta in volta “esternalizzate” (ovvero delegate a professionisti esterni alle aziende), le scelte strategiche saranno sempre affidate ai manager. Ed avere manager che sappiano leggere il business con le “lenti” del giurista può rivelarsi davvero prezioso. Per questo è frequente trovare, in importanti ruoli di responsabilità, laureati in giurisprudenza.

Pro e contro

La buona notizia è che il lavoro c’è: secondo la banca dati Excelsior (Unioncamere), nei prossimi 3 mesi saranno ricercati 2.170 “Esperti legali in impresa”.

La cattiva notizia è che la concorrenza è numerosa ed agguerrita. Sempre la stessa banca dati dice che per il 63% dei datori di lavoro sarà semplice coprire queste posizioni (e quindi ci sono più candidati che posti di lavoro).

Quindi che fare? Il mio consiglio è quello di specializzarsi per distinguersi attraverso le competenze. Fin dall’uscita dall’Università. Scegliere un master, fare un tirocinio in azienda, iniziare ad affrontare pratiche che riguardino le aziende. Individuare un settore e farlo proprio, studiarlo, approfondirlo.

Dovrai essere in grado di investire nel consolidamento delle tue competenze aggiungendo a quelle di diritto (che dovranno per forza di cosa essere solide), le capacità di visione strategica, gestione aziendale, analisi dei processi, cura delle relazioni. Ovviamente partendo dal basso ed unendo studio, pratica ed osservazione (anche mentre svolgerai attività ripetitive, potrai interrogarti sul contesto generale e studiare il business nel quale sono inserite).

Dopo anni di esperienza le tue conoscenze potranno diventare preziose, sicuramente distintive, se non indispensabili. E potrai magari ambire ad un ufficio come quello di Specter!

Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende