
Quando nel 1999 superai il test per l’ingresso a Scienze della Comunicazione a Siena, si registrarono oltre 1.000 partecipanti per soli 200 posti a numero chiuso. All’epoca si trattava di uno dei primissimi corsi di laurea in materia ed attraeva soprattutto aspiranti giornalisti.
La facoltà aveva arruolato i migliori professori e presentava materie di nicchia come semiotica, linguaggio radiofonico, linguistica, retorica.
Un’avanguardia inizialmente poco compresa dalle aziende e per questo bistrattata fino ad essere considerata la laurea di chi non sapeva che cosa fare da grande.Sicuramente un errore di prospettiva temporaneo perché la visione di chi fece nascere Scienze della Comunicazione ha trovato il proprio riscatto negli anni fino a diventare, oggi, un titolo di studio moderno, flessibile, multidisciplinare, in grado di preparare gli studenti alla complessità del mondo delle aziende. Un percorso di studi da prendere seriamente in considerazione.
Un approccio multidisciplinare
Andando a verificare il Piano di Studi del migliore corso di Scienze della Comunicazione in Italia (quello dell’Ateneo di Bologna, secondo la classifica del Censis), si comprende subito come l’offerta formativa sia variegata spaziando tra geografia, storia, psicologia, antropologia, sociologia, scrittura, studio dei media, informatica, semiotica (in alcuni casi, e lo consiglio, anche economia).
Per anni si è pensato che allargare così tanto lo spettro delle competenze fosse un punto debole, non offrendo la possibilità di approfondire. Oggi si tende ad apprezzare la multidisciplinarietà come un modo per allenare la mente ad essere flessibile, esercitandola all’apprendimento continuo e ad un costante pensiero critico, attraverso il quale unire punti di vista differenti. Un’offerta formativa così ampia è un punto di forza per chi ha voglia di imparare rapidamente cose nuove.
Gli sbocchi lavorativi
Sono convinto che Scienze della Comunicazione non prepari ad un lavoro, ma al mondo del lavoro. Senza dubbio chi intraprende questa strada avrà di fronte meno certezze sugli sbocchi professionali rispetto ad un ingegnere e per questo dovrà sforzarsi di ricercare con determinazione, dopo la laurea, il proprio percorso.
Per fortuna le opportunità non mancano dato che le aziende si dimostrano sempre più aperte ad accogliere candidati con mentalità aperta, flessibile ed abituata al cambiamento continuo. Dal marketing alle vendite, dalla comunicazione all’HR, sono tanti i settori nei quali mettersi in gioco, avendo nel proprio bagaglio un mix di competenze adatto per ruoli operativi, ma anche per puntare ad una crescita manageriale (dove le skills relazionali e comunicative fanno la differenza!).
Qualche consiglio
- Primo consiglio: non è difficile avere una buona media voti. Proprio per questo impegnati per eccellere, laureati velocemente e con il massimo dei voti. Sforzati di acquisire competenze “vere” e non soltanto un titolo di studio.
- Secondo consiglio: mano a mano che andrai verso la fine del corso di studi specializza il tuo CV. Se ti affaccerai al mondo del lavoro con un profilo troppo generico, faticherai a farti notare. Quando arriverai alla laurea segui la tua passione e prendi una strada, la tua. Potrà portarti molto lontano!
Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende