
Conosci te stesso…per chi è abituato a studiare mente, pensiero, conoscenza non dovrebbe essere un problema orientarsi e decidere come mettere a frutto le proprie competenze!
In realtà ancora oggi chi intraprende un percorso di studio umanistico è accompagnato verso un destino accademico, nonostante siano ormai aperte le porte per spendere al meglio i propri studi anche all’interno delle aziende. Sono molti i profili lavorativi che possono accogliere un background filosofico, ma a costo di specializzare la propria preparazione e arricchire le conoscenze teoriche con competenze manageriali e di gestione aziendale.
Per chi decide di percorrere questa strada i risultati possono essere straordinari… del resto famosi CEO (i capi azienda) sono arrivati al vertice partendo da lauree umanistiche. Mai sentito parlare di Sergio Marchionne? Il manager che ha “salvato” la FIAT era laureato in filosofia (prima di prendere una seconda laurea in Legge… ma non tutti siamo uguali!).
Filosofia, a cosa serve in azienda?
Sembra evidente che nessuno chiederà ad un filosofo aziendale di discettare su Socrate, Platone o Kant. Allora come mettere a frutto la filosofia nelle imprese?
Da tempo la letteratura professionale è piena di saggi che invitano a governare i progressi con l’uso della mente e della coscienza. Pensiamo al dibattito sui progressi dell’Intelligenza Artificiale, dove i guru del settore invitano a dotarsi di strumenti cognitivi per regolare il funzionamento dell’IA. Si parla di etica, di codici di comportamento, di regole morali, di priorità esistenziali. Pane per i denti del filosofo che può contribuire al governo del progresso attraverso la propria scienza.
Analoga situazione in campo medico, dove la bioetica affianca i progressi tecnici per regolare l’uso delle nuove cure (basti pensare ai dibattiti su vaccini e no-vax).
E’ indubbio che l’evoluzione tecnologica apra il campo ad un sempre più frequente impiego di competenze filosofiche e quindi ad importanti occasioni di lavoro per chi avrà dedicato tempo allo studio della filosofia.
Ma quale lavoro per un filosofo?
Se questa è la frontiera del futuro, ad oggi è più probabile che le porte delle aziende si aprano ai laureati in filosofia attraverso mansioni più tradizionali: le risorse umane, la comunicazione, le relazioni istituzionali. Ovviamente in questi casi il background filosofico è ben visto perché garantisce flessibilità mentale, capacità di analisi, uso del pensiero critico.
Tutte caratteristiche preziose per il lavoro in azienda, perché spesso correlate a elevate doti di gestione del cambiamento e apprendimento. Attenzione però, il titolo in filosofia potrà essere un buon viatico all’assunzione, solo se unito a competenze di management, economia, gestione aziendale. Purtroppo la gran parte dei corsi di studi tradizionali non offre questa opportunità, per cui occorre andarsi a cercare le giuste occasioni di apprendimento.
Ad esempio iscrivendosi ad un master post lauream, oppure scegliendo una laurea specialistica con un orientamento in marketing, economia, comunicazione o impresa.
I candidati che sapranno costruirsi un percorso di questo tipo avranno un mix di competenze raro, prezioso ed in grado di portare un valore aggiunto per farsi notare negli iter di selezione.
Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende