
La strada per l’innovazione passa dalla storia. Paradossale? Non se conosci
Mattia Voltaggio, romano e romanista, sposato con quattro figlie (un eroe dei nostri tempi per qualsiasi demografo!), origini siciliane ed una laurea in Storia, specializzazione Paleografia.
Oggi è capo di Joule, la Scuola che ENI ha creato per accompagnare i giovani nell’imprenditoria e nell’innovazione. Lo abbiamo intervistato per la Community di Skuola.net per farci raccontare che cosa voglia dire innovare e per capire come anche chi studia discipline umanistiche possa prendere parte alla sfida.
“Può sembrare strano pensare ad uno storico che innova, ma a me è sembrato naturale arrivare fino a qua” - racconta Mattia – “Sono entrato in ENI con una borsa di studio per curare l’archivio storico dell’azienda. Serviva una specializzazione specifica per ‘rovistare’ all’interno di un patrimonio culturale immenso e importante, parte della storia del Paese. Questa esperienza mi ha consentito di conoscere bene ENI e vedere più da vicino come un’azienda può, nel tempo, segnare l’evoluzione della società. Per me lo studio della storia è sempre stato uno strumento di conoscenza, da mettere a disposizione per guardare con maggiore consapevolezza al futuro. Quando qualche anno dopo mi è stato chiesto di partecipare all’avvio di Joule, ho compreso che le competenze umane, relazionali, manageriali che avevo appreso nel mio percorso sarebbero state fondamentali per portare valore aggiunto a questo progetto”.
Uno storico che aiuta gli altri ad innovare…non hai avuto paura di non avere le competenze tecniche necessarie?
“È indubbio che la competenza tecnica sia la base dell’innovazione, ma per innovare in modo solido, coerente e soprattutto sostenibile nel tempo, occorre unire la tecnologia alla componente manageriale (o meglio dire imprenditoriale) che è fatta di altri ingredienti: apertura mentale, capacità relazionale, sguardo critico, cultura, voglia di mettersi in discussione e valorizzazione delle diversità. Tutte caratteristiche che ho avuto la fortuna di consolidare nel tempo e che metto a disposizione di chi ha la capacità tecnica di progettare nuove soluzioni”.
Quindi sei un facilitatore, o ancora meglio una guida che aiuta a trovare la strada dell’innovazione?
“La competenza manageriale è fondamentale nel mondo del lavoro ed ancora di più nell’innovazione. In Joule ci concentriamo proprio su questo: far crescere le idee innovative che possono diventare impresa. La tecnologia indica la strada, ma non tutti sono grado di percorrerla. Molti si perdono, altri abbandonano. Soltanto chi porta avanti la sua idea arricchendosi del contributo degli altri, facendo scelte sostenibile e pianificando con metodo le scelte può riuscire nell’impresa di diventare un’impresa!"
Perché uno studente dovrebbe scegliere di prendere la strada dell’innovazione?
"La storia ci insegna come siamo arrivati fino qua, ma soltanto l’innovazione può portarci oltre. Chi innova ed impara a farlo costruendo impresa, contribuisce allo sviluppo della società e quindi si occupa del bene collettivo, del nostro futuro."
Che cosa bisogna studiare per imparare ad innovare? Ci sono dei percorsi più indicati di altri?
"Se anche uno storico può lavorare nel mondo dell’innovazione evidentemente no! Non contano le tipologie di studio, quanto l’applicarsi in quello che si decide di fare. Servono soprattutto le esperienze, la curiosità, il tempo per alzare la testa dai libri e sperimentare, mescolare le attività accademiche e sociali, conoscere altre culture."
Nessun titolo di studio predefinito quindi, ma vuoi segnalare almeno una competenza che potrà aiutare nell’innovazione?
"Come detto si parte da una solida base di studio, qualsiasi sia. Dopodiché occorre aggiungere molta relazione e intelligenza emotiva. Ovvero la capacità di leggere le persone e cambiare il proprio modo di porsi e comunicare in base alle caratteristiche dei propri interlocutori."
C’è una parola del lavoro che segnaleresti agli studenti?
"Complessità. La vita lavorativa non è semplice, nè routinaria, ma varia ed eterogenea nelle esperienze che farà vivere. Non basterà un solo ingrediente per far bene, ma serviranno tante capacità, molto diverse tra loro… e tutte rilevanti!"
Daresti qualche consiglio a chi in cerca del primo lavoro?
"Se possibile non guardare soltanto all’immediato (il lavoro che si andrà subito a fare e quanto si guadagnerà), ma scegliere una realtà lavorativa che nel lungo periodo dia la possibilità di sviluppare le competenze alle quali tieni. Il lavoro è anche un’opportunità di realizzazione e crescita personale. Una realtà multiculturale, ad esempio, può dare tante possibilità per arricchire il tuo bagaglio umano."
Ma questa intervista racchiude solo una piccola parte del pensiero di Mattia Voltaggio e delle opportunità per i giovani offerte dalla sua azienda. Per saperne di più, puoi seguire il suo profilo LinkedIn.
Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende