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lavoro con diploma

Ci sono diplomati che sul mercato del lavoro vanno a ruba più dei laureati. Basti pensare che, nel prossimo quinquennio, ogni ingegnere avrà a disposizione mediamente 1,3 offerte di lavoro. Mentre un diplomato “tecnico” nell’area sistema moda potrà addirittura sceglierne fra 2. Ma questi sono solo alcuni degli esempi che si possono trarre dalle “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”, recentemente pubblicate dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere.

Le previsioni per il 2024-2028: diplomi e qualifiche professionali in primo piano

Più in generale, nel periodo 2024-2028, i diplomi e le qualifiche professionali continueranno a essere i titoli più richiesti, in termini assoluti, nel nostro Paese: ben 1 opportunità di lavoro su 2 - più precisamente una quota oscillante tra il 49,6% e il 50,6% delle offerte - sarà rivolta a ragazze e ragazzi in possesso di un titolo di scuola secondaria superiore. Che, in numeri assoluti, si tradurranno in una forbice compresa tra 1,4 e 1,7 milioni di posizioni.

Per rendersi conto dell’importanza della quota, basti pensare che per i laureati ci saranno “solo” attorno a un milione e trecentomila occasioni, meno del 40% del totale. Il resto, invece, sarà appannaggio dei meno qualificati: circa il 10% dei lavori - attorno alle 400 mila unità - verrà messo a disposizione di chi non ha portato a termine il secondo ciclo di istruzione.

Differenze tra i diplomi: teorici vs pratici

Attenzione, però: non tutti i diplomi sono uguali. Come la stessa Unioncamere ci tiene a far sapere ai diretti interessati sulla piattaforma "Che ci faccio col diploma?" - ospitata dal portale Skuola.net - c’è una distanza siderale che, infatti, separa i titoli più “teorici” da quelli più “pratici”.

Per chi ha appena preso, oppure è in procinto di conseguire, la maturità liceale sarà quasi obbligatorio proseguire nello studio o nella formazione. Appena il 4% dei posti di lavoro previsti sarà destinato a loro, meno di 30 mila all’anno; a fronte di un bacino, nello stesso arco temporale, di oltre 90 mila candidati potenziali. Ciò significa che ci sarà spazio per un terzo scarso dei liceali (circa il 30%).

Gli unici che, forse, potrebbero avere delle chance maggiori sono quelli in uscita dai licei Artistici: qui a essere “occupato” potrebbe essere fino al 70%. Al contrario, per chi conclude i licei Scientifico, Classico, delle Scienze Umane il mercato, senza un ulteriore titolo (Università, ITS Academy, ecc.) sembra essere quasi del tutto chiuso, essendoci spazio solamente per il 20% di loro. Poco meglio andrà ai diplomati del Linguistico: qui il tasso di assorbimento potrebbe essere del 40%.

Diplomati tecnico-professionali: sovrabbondanza di posti

Tutt’altro discorso, invece, va fatto rivolgendosi ai diplomati tecnico-professionali. Nel loro caso, addirittura, è prevista una generalizzata sovrabbondanza di posti. Confermando quell’annoso problema del mismatch tra domanda (posizioni) e offerta (candidati) di lavoro. Perché, mediamente, ci sarà un eccesso di lavoro: i circa 150 mila annui maturati in questo ambito avranno a disposizione fino a 200 mila posti (sempre sui dodici mesi). Ne avanzeranno, dunque, fino a 50 mila ogni anno.

E, per alcuni percorsi, la situazione è ancora più complessa. I diplomati più “corteggiati”? Dovrebbero essere quelli in uscita dal Sistema Moda e dall’indirizzo Trasporti e Logistica. In questi casi potrebbe avanzare il doppio dei posti disponibili.

In termini assoluti, invece, gli indirizzi che “occuperanno” di più saranno: quello Amministrazione, Finanza e Marketing, per cui si prevedono attorno ai 45 mila posti annui; quello Turismo, Enogastronomia e Ospitalità, che dovrebbe assorbire circa 30 mila diplomati ogni dodici mesi; quello Socio-sanitario, capace di generare circa 20 mila offerte di lavoro all’anno; quello Meccanica, Meccatronica ed Energia, che si dovrebbe attestare poco oltre le 16 mila posizioni annuali; quello Informatica e Telecomunicazioni, leggermente al di sotto delle 19 mila offerte. In ogni caso, però, eccedenti la reale forza lavoro a disposizione.

Qualifiche professionalizzanti: un gap significativo

Ancora più ampio, infine, il gap tra le offerte di lavoro destinate a chi è in possesso di una qualifica professionalizzante (percorsi IeFP) e l’effettivo fabbisogno. Perché qui il surplus di posizioni può raggiungere anche il triplo dei candidati. Le care e vecchie qualifiche professionali, quelle che in molti conoscono come i “corsi regionali”, per via della loro organizzazione dettata dagli enti locali, sembrano essere tanto ignorate dagli studenti sebbene molto richieste dal mercato del lavoro.

È il caso, ad esempio, dell’ambito Edile ed Elettrico: oltre 20 mila nuovi posti annui previsti ma solo poco più di 6 mila persone che nello stesso periodo entrano nel mercato di riferimento. O anche di quello dei servizi Amministrativi e della Vendita: circa 13 mila offerte ogni anno a fronte di 3.500 diplomati. O, ancora, del comparto Agroalimentare: altri 20 mila posti per soli 6 mila individui qualificati.

Ma, di nuovo, è tutto il segmento a soffrire, in prospettiva, una forte carenza di personale. Complessivamente, infatti, a fronte di una media di 130 mila posti di lavoro per i diplomati IeFP generati annualmente dal mercato si potrà attingere a un bacino di poco più di 70 mila persone formate per svolgere quei mestieri. Un gap che non sorprende, visto che ai percorsi IeFP attualmente sono iscritti solo poco meno di 15.000 studenti in tutta Italia.

Data pubblicazione 16 Luglio 2024, Ore 13:15
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