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Il top manager che voleva studiare filosofiaSeguire Giuseppe Venier - classe ’68, veneziano e lagunare di nascita, padre di un figlio adolescente, da oltre 20 anni a capo del Gruppo Umana, una delle principali Agenzie per il Lavoro in Italia – non è affatto difficile.
Ricordo una sera di tarda primavera, rientrati insieme con un vaporetto in piena notte a Piazza San Marco, mi affidai a lui per farmi guidare con passo certo per le calli deserte della laguna. La stessa sensazione di calma e sicurezza che ho ritrovato nelle sue parole, nella nostra chiacchierata per Skuola.net.

“Conosco benissimo la città dove sono nato e cresciuto e da ormai oltre 25 anni conosco bene il mondo del lavoro, di chi lo offre e di chi lo cerca. Ho la sicurezza che mi ha dato il tempo, l’esperienza, l’insegnamento delle tante persone che ho conosciuto.”

  • Hai sempre avuto le idee chiare sulle tue scelte?
  • “Tutt’altro! Mio padre e mia madre erano dipendenti pubblici, le mie due sorelle più grandi avevano già intrapreso studi classici ed umanistici (filosofia e lingue e letteratura), quando si è trattato di scegliere le superiori l’opzione del liceo era l’unica contemplata. Visto che me la cavavo bene in matematica decisi per lo Scientifico, ma senza particolare motivazione. Ricordo ancora che, quando arrivai alla maturità, mio padre mi disse 'almeno tu studia qualcosa che serve'!.

  • Uno stimolo per proseguire su una strada diversa da quella delle tue sorelle maggiori…
  • “In effetti anche io subivo il fascino della filosofia e mi sarebbe piaciuto studiarla all’Università, ma il mio senso pratico mi portava già a valutare le future possibilità lavorative. Ci tengo a dire che le mie sorelle hanno trasformato i loro studi umanistici in percorsi professionali di successo e sono riuscite a fare quello che a loro piaceva. Non è sbagliato seguire aspirazioni e attitudini, ma ci hanno messo molti sacrifici e una costante determinazione. In effetti all’epoca non era facile trovare lavoro e c’erano corsi molto “affollati”. Un amico di famiglia, professore universitario, mi consigliò di provare Economia con indirizzo statistico, un corso nato da poco, ancora non molto frequentato. Fu così che feci la mia scelta, forse un po’ casuale. Ero convinto che qualsiasi percorso avessi scelto, sarebbe stato il mio impegno nello studio a fare la differenza per il mio futuro.”

  • In effetti leggendo il tuo CV il tuo percorso di crescita post-universitario sembra fulminante. Sei arrivato “a capo” di Umana giovanissimo. Un predestinato.
  • “Ma assolutamente no! Ho fatto la gavetta e sono cresciuto nel tempo, come tutti. Poco dopo essermi laureato persi mio padre, non eravamo una famiglia in difficoltà economica, ma iniziava anche per me il tempo delle scelte difficili. Così iniziai a cercare lavoro senza tante pretese, con il solo desiderio di imparare un mestiere e guadagnare qualcosa. Dopo una prima breve esperienza da “assicuratore” notai un bando per un corso di formazione. Un’iniziativa molto particolare, finanziata dal Ministero del Lavoro per preparare “Operatori per la mobilità” (ndr. mobilità intesa come transizione professionale tra un lavoro ed un altro). Superai le selezioni (400 partecipanti per 15 posti) e mi trasferii a Milano per la formazione. Fu un’esperienza bellissima e decisiva per il mio futuro professionale. Mi fecero studiare di tutto, dai processi aziendali, all’informatica, dalle relazioni con le persone, ai contratti di lavoro. Feci viaggi studio a Parigi ed a Washington, a raccontarlo ancora oggi mi sembra incredibile.
    Le lezioni si svolgevano in parte presso la Falk di Sesto San Giovanni, una fabbrica in crisi con migliaia di lavoratori in esubero da ricollocare. Ci insegnarono a dialogare con chi sta perdendo un lavoro, a rispettarne la storia, a valutarne le competenze per offrire a ciascuno una seconda opportunità. Un percorso formativo davvero visionario.
    Alla fine del corso fui mandato a Bolzano per formare gli addetti dei Centri per l’Impiego.”

  • Quindi, per un periodo, hai dovuto lasciare Venezia.
  • Ho sempre messo in conto di andare dove necessario. Alcuni problemi familiari mi costrinsero a tornare a Venezia. Lasciai Bolzano senza avere un altro lavoro, ma sono sempre stato previdente per poter gestire momenti “difficili”. Accettai un impiego presso la Confederazione degli Artigiani (ndr. CGIA Mestre). Feci un bagno di umiltà, entrando all’ufficio “amministrazione del personale”. Dovevo fare consulenza sul lavoro a persone senza titoli di studio che spesso non volevano neanche parlare con me, ma con “gli impiegati più esperti”. In quel momento ho capito il valore delle competenze: per essere credibili e “saper fare” non basta una laurea, bisogna fare esperienza sul campo, vedere da vicino le cose, imparare dai colleghi che ne sanno di più.”

  • Hai trovato dei “maestri di mestiere”. Con questa esperienza hai gettato le basi per il tuo futuro?
  • “Ne sono convinto. L’esperienza con gli artigiani mi ha preparato a cogliere l’occasione della mia vita. Nel 1998 stavano nascendo le prime Agenzie per il Lavoro, mandai il CV a tutte (ad alcune anche due volte!), ma soltanto Umana rispose. Feci un solo colloquio e fui assunto. Il mix di competenze amministrative, relazionali ed economiche che avevo appreso con le precedenti esperienze era esattamente quello che stavano cercando.”

  • Le stesse competenze che ti sono servite per diventare AD?
  • “In un certo senso sì. Se analizzo il ruolo che ho oggi mi rendo conto di gestire una complessità che, anni fa, non avrei ritenuto possibile. Guardando indietro capisco che la mia crescita è avvenuta di pari passo con l’azienda. Quando sono stato nominato AD, nel 2001, eravamo una start-up, ero un factotum, mi occupavo di tutto. La mia principale preoccupazione era trovare soluzioni e volevo prendermi carico direttamente dei problemi.
    Con il tempo, per fortuna, l’azienda è cresciuta ed anche io ho dovuto adeguare le mie modalità di gestione. Oggi mi viene chiesto di contribuire ad indicare la visione, la strategia, la direzione. Di costruire un team, delegare e dare fiducia a chi merita. Devo mettere in campo capacità nuove, da costruire ed allenare costantemente. Le competenze maturate sul campo in passato sono fondamentali, così come le persone di un team che abbiamo costruito con fiducia e senso di appartenenza.”

  • Hai una parola del lavoro da consigliare agli studenti?
  • “Ne ho due: tempo e pazienza.
    Il Gruppo Umana gestisce una grande azienda agricola che alleva bovini di razza chianina e ha iniziato anche a produrre vino. Il settore dell’agricoltura è durissimo, faticoso, spesso ingrato. Però ti consente di conoscere la natura, il ciclo immutabile delle cose, le forze profonde che regolano la vita. Puoi usare la tecnologia, spendere in risorse, migliorare i tuoi processi, ma la vendemmia andrà sempre fatta quando l’uva raggiungerà il giusto punto di maturazione ed una mucca potrà crescere sana soltanto se nutrita con costanza.
    In un mondo di feedback istantanei, risultati immediati, produzioni real time, è importante ricordarsi che il tempo è un fattore non eliminabile. Agli studenti suggerisco di impegnarsi a scuola, non perdere le occasioni di apprendimento ed investire nelle competenze, con la consapevolezza che servirà del tempo per poterle consolidare e molta pazienza per attendere l’occasione giusta. Quella che ti consentirà di spenderle per la costruzione del tuo futuro.”

    Gregorio Moretti
    Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende