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contratto tempo determinatoTutti vorrebbero un lavoro stabile, senza una scadenza…il tempo indeterminato è la meta più ambita per chi inizia a lavorare. Il tipo di contratto che non ha un termine e ti accompagnerà alla pensione.


Ed è comprensibile e giusto che sia così: un contratto stabile può aiutare ad affrontare con più serenità il futuro, accendere un mutuo, comprare una casa, pianificare nel tempo le tappe della propria vita. Anche i contratti a tempo determinato possono però avere la loro utilità e, nel valutare le proprie scelte, vorrei invitarti a non scartarli a priori. Vediamo perché.

I vantaggi del contratto a tempo determinato

Per prima cosa chiariamo che il contratto a tempo determinato è una particolare tipologia di contratto alla quale si applicano in tutto e per tutto i diritti del tempo indeterminato (che sono quelli fissati dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, come spiegato nei precedenti articoli). Quindi dal punto di vista di regole, orari, mansioni e soprattutto stipendio, un contratto a tempo determinato offre le stesse garanzie dell’equivalente a tempo indeterminato. La grande differenza (e che differenza!) riguarda la scadenza: un contratto a tempo determinato è valido fino ad una certa data (che deve essere sempre indicata chiaramente per scritto), passata la quale cessa la sua validità automaticamente. Vediamo allora quando un’azienda può ricorrere a un contratto di questo tipo:
  • sempre per qualsiasi nuovo assunto per un periodo di 12 mesi
  • alla stessa persona può essere proposto un contratto, per un ulteriore periodo di 12 mesi, solo se si tratta di esigenze di sostituzione di altri lavoratori (il caso classico è la sostituzione di una persona assente per malattia o maternità) o in caso di eventi straordinari o eccezionali che creino “picchi” di attività non programmabili e temporanei (ad esempio criticità che rendano necessario aumentare per un determinato tempo la produzione)
  • il limite dei 12 mesi (o dei 24 se si verificano le condizioni sopra descritte), può essere raggiunto anche con più contratti di durata inferiore (es: 3 contratti da 4 mesi), ma non è mai consentito di superare i 24 mesi totali
Che cosa accade se le regole sopra descritte non vengono rispettate? Semplice: il lavoratore può impugnare il contratto e vedersi riconosciuta la trasformazione a tempo indeterminato. Attenzione però: questo riconoscimento non è automatico, ma occorre avviare una pratica legale presso il tribunale del lavoro e quindi sarà un giudice a valutare il caso e decidere.

In sintesi il contratto a tempo determinato può essere una buona opzione per chi inizia a lavorare e deve fare esperienza. Per le aziende oltre ad essere uno strumento di flessibilità per gestire alcuni momenti critici, può essere una finestra di ingresso attraverso la quale valutare i neoassunti, soprattutto se alla prima esperienza. Come al solito vale sempre una raccomandazione: qualora dovessi ritenere che i tuoi diritti non sono rispettati, esistono le strade per vederseli riconoscere e non dovrai esitare a percorrerle.

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Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende