Concetti Chiave
- Agamennone e Achille sono i protagonisti principali, con Agamennone come re degli Achei e Achille come re dei Mirmidoni e impavido combattente greco.
- Il rapimento di Elena da parte di Paride inizia la guerra di Troia, con Paride che sceglie Afrodite e riceve Elena in cambio.
- Agamennone rifiuta di restituire Criseide a suo padre, il sacerdote Crise, provocando un'epidemia di peste tra i soldati greci.
- Achille risponde ad Agamennone accusandolo di arroganza e minacciando di tornare a Ftia, mentre Agamennone gli sottrae Briseide.
- L'ira di Achille è fermata dall'intervento di Atena, che lo persuade a non uccidere Agamennone e a limitarsi a insulti verbali.
In questo appunto di antologia per le scuole medie che descrive lo scontro tra Achille e Agamennone nell'Iliade di Omero. Si prendono in esame chi sono i protagonisti, il rapimento di Elena, Criseide, la risposta di Achille, l'ira di Achille.
I protagonisti
Agamennoneè il re di tutti gli achei, pur essendo da sempre intenzionato a conquistare Troia, e fratello di Menelao, re di Sparta mentre Achille è il re dei Mirmidoni nonché il combattente greco più impavido e figlio di Teti.
Tutto ciò, però, è stato iniziato da Paride, figlio del re di Troia Priamo. Ecuba, moglie del sovrano, mentre era incinta del suo piccolo sogna che dovrà partorire una palla infuocata che incendierà la città così l’indovina Cassandra suggerisce di uccidere il bambino. Visto che Priamo si rifiuta, affida al contadino Agelao il compito di abbandonare Paride su un monte eppure, ritornato poco tempo dopo, trova il neonato che viene allattato da un’orsa. Decide di adottarlo e lo istruisce come un mandriano.

Il rapimento di Elena
Tutto ha inizio durante la festa di nozze, benedette dallo stesso Zeus, tra l’affascinante nereide Teti e il mortale Peleo. Ad interrompere, però, il clima giulivo ci pensa la dea della discordia Eris che non era stata invitata al banchetto. Ella porta come dono ai novelli sposi una mela dorata con la scritta “Alla più bella” e la lascia sul tavolo di Zeus affinché egli possa decidere a chi donarla tra la dea dell’amore Afrodite, sua moglie Era o la dea della guerra Atena.
Il padre degli dei alla fine lascia a Paride la scelta dopo aver mandato il messaggero Ermes a consegnargli la mela. Era avrebbe dato in cambio al giovane prestigio e agiatezza, Atena la saggezza, Afrodite la donna più ammaliante, ovvero Elena, moglie di Menelao. La scelta di Paride ricade sulla dea dell’amore. Ella porge al giovane una pozione che persuade la fanciulla a lasciare il sovrano e seguire Paride a Troia dove il re Priamo riconosce suo figlio.
Menelao è infuriato per cui domanda l’appoggio di Agamennone che viene proclamato capo dell’esercito. Egli, quindi, attacca Troia avendo tra i suoi migliori soldati Achille e Odisseo e come alleate Era e Atena. D’altra parte il fratello di Menelao, Ettore, ha già schierato le truppe contro gli achei. Inizia, così, la guerra di Troia.
Criseide
La guerra imperversa da ormai nove anni quando una violenta epidemia di peste colpisce molti soldati greci. L’indovino Calcante, allora, profetizza che questa piaga è stata mandata dal dio Apollo, adirato perché Agamennone aveva rapito Criseide, la figlia del sacerdote Crise. Agamennone non vuole restituirla poichè la donna è un bottino di guerra, il ghéras, e di conseguenza non è intenzionato a sfregiare il suo onore, l’ areté.
Dopo dieci giorni di pestilenza, Achille prova a persuadere Agamennone a far ricongiungere Criseide con Crise nella certezza che presto otterranno un bottino tanto più prestigioso ma il secondo afferma che se la sua schiava gli verrà tolta allora dovrà rubarne un’altra da uno dei greci visto che se da una parte vuole un esercito forte dall’altra non esige di rimanere senza dono.
Risposta di Achille
Il guerriero a questo punto risponde ad Agamennone accusandolo di spavalderia, arroganza e superbia tanto che nessuno vorrebbe essere sotto il suo comando. In effetti, nessuno di loro è contro i troiani eppure hanno deciso di seguire il loro condottiero affinché egli soddisfacesse il desiderio di vendetta del fratello e nonostante tutto ancora ardisce minacciare di togliergli la schiava Briseide, donatagli dai greci. Non si rende, però, conto che è proprio grazie alla sua fortezza che sta vincendo la guerra anche se al momento della spartizione dei doni probabilmente lui ne riceverà uno più misero rispetto ad Agamennone. Per tale motivo lo avverte che ha intenzione di ritornare a Ftia.
Agamennone in risposta definisce Achille “ il più odioso per me tra i re discepoli di Zeus” rinfacciandogli che la sua forza è tale solo perché dono di un dio. Detto ciò Agamennone ruba ad Achille Briseide.
Ira di Achille
Achille è iracondo, il suo cuore è dominato da due tendenze: uccidere con la spada Agamennone o cercare di contenere le sue passioni. Ad un certo punto gli si avvicina Atena, scesa dal cielo e inviata da Era, afferrandogli i capelli biondi. Cerca di persuaderlo a non uccidere Agamennone visto che la madre degli dei ama entrambi ugualmente ma di ingiuriare solo con le parole.
Achille obbedisce ad Atena e mette via la spada. Egli continua, quindi, ad insultare Agamennone definendolo “ubriacone, minaccioso come un cane, ma vile come un cervo” pur rimanendo fedele alla parola data al suo condottiero di combattere contro i Troiani.
Domande da interrogazione
- Chi sono i protagonisti principali dello scontro nell'Iliade?
- Qual è l'evento scatenante della guerra di Troia?
- Perché Agamennone non vuole restituire Criseide?
- Come risponde Achille alle azioni di Agamennone?
- Cosa impedisce ad Achille di uccidere Agamennone?
I protagonisti principali sono Agamennone, re degli Achei, e Achille, re dei Mirmidoni e il più impavido combattente greco.
L'evento scatenante è il rapimento di Elena da parte di Paride, che porta Menelao a chiedere l'appoggio di Agamennone per attaccare Troia.
Agamennone non vuole restituire Criseide perché è un bottino di guerra e restituirla significherebbe sfregiare il suo onore.
Achille accusa Agamennone di spavalderia e minaccia di ritirarsi dalla guerra, infuriato per la possibilità di perdere la schiava Briseide.
Atena, inviata da Era, persuade Achille a non uccidere Agamennone, consigliandogli di limitarsi a ingiuriarlo con le parole.